Il rito.

473 27 2
                                    

Di scatto apro gli occhi, un profumo di erba tagliata mi sveglia di colpo. Mi alzo con il busto guardandomi intorno, sono a casa, nel mio letto comodo e caldo.
Guardo il piumone che ora lascia scoperto il mio petto nudo, giro il capo guardando di fianco e a me. Non c'è nessuno, eppure stanotte mi sono sentito avvolgere tra due braccia ed ero così comodo e in pace tra queste. Decido di alzarmi, mi stiracchio facendo scroccare le dita e il collo. Ignoro il freddo ed esco dalla mia stanza, restando in boxer, la luce entra dalla finestra del corridoi illuminando la mia strada. Nessun rumore, forse stanno dormendo tutti, scendo al piano piano di sotto e per poco non mi becco una brioche in testa
-che sta succedendo?!- urlo entrando in cucina, tutti si fermano. Luke mi guarda mentre tiene in mano una padella, Addy resta con il braccio alzato e nella mano impugna un altra brioche
-ma cosa...- sposto lo sguardo su Agron, lui scuote il capo sospirando
-Luke?- domando posando ancora lo sguardo sul ragazzo
-uhm...Addy, mi stava mostrando come praticare il baseball. Solo che non abbiamo ne mazze ne palle, o per lo meno utilizzabili eh- scuoto il capo rivolgendomi a Addy, lei esita per poi parlare
-il signorino qui presente, ci stava provando con me- guardo con la coda dell'occhio Luke e lo fulmino, ringhio e poi mi avvicino a loro
-Luke, sei senza speranze! Non è ancora stata morsa e tu già cerchi di marchiare il territorio- lui si allontana alzando le mani in segno di difesa
-non è vero, volevo solo essere carino e poi è carina- afferma, dio peggio di un adolescente
-grazie, Mr. Rincitrullito- afferma Addy
-come mi hai chiamato?!- adesso Luke si sta avvicinando a Addy, mi porto una mano sul viso e scuoto il capo
-iniziamo bene la giornata- sussurro più a me che agli altri. Guardo Addy e Luke che iniziano a bisticciare, peggio di una coppia isterica
-i gemelli?- guardo Agron e lui smette di leggere una rivista per degnarmi della sua attenzione
-con Samantha, lezione di mimetizzazione- alza le spalle per poi tornare a leggere. Il mio sistema nervoso fa crack, stringo i pugni nel trattenermi.
Sono io che mi occupo dell'allevamento dei cuccioli, va bene che sono stato via per un po'. Ma è un mio compito e qualcuno le sentirà su.
Esco dalla porta sul retro, non perdo tempo e muto la mia forma. Inizio a camminare e sento qualcosa tirami la rampa, mi giro e sbuffo notando che ho i boxer incastrati in una zampa, con un gesto li strappo e inizio a correre cercando o gemelli e Sam.
È da mezz'ora che giro e niente, nessun odore e mi sto veramente arrabbiando. Sento dei rumori provenire da dietro un cespuglio, mi avvicino con cautela cercando di non farmi sentire, di colpo vengo investito da due corpi non tanto forti che mi bloccano e ridacchiano soddisfatti
-beccato!- afferma il lupachiotto più chiaro e l'altro come risposta ulula soddisfatto. Ah i gemelli
-dai spostatevi!- affermo- cercando di restare serio e di non cedere, loro mi guardano e poi si affrettano a spostarsi da sopra di me
-scusa Alan- si mettono seduti e ben composto mentre mi guardano, riesco a scorgere le loro code che continuano a scodinzolare e a muovere le foglie secche
-che stavate facendo?- chiedo a loro mentre prendo a girare intorno a loro, ora il loro odore si sente ed è anche forte
-ti stavamo pedinando, da quando sei entrato nel bosco- annuiscono convinti e all'improvviso il lupo con il pelo più scuro colpisce suo fratello e questo da il via a una lotta amichevole. I soliti
-Mh, sapete dov'è Samantha?- sussurro, ma è come se non ci fossi e loro continuano la lotta, all'improvviso mi sento come fissato e sott'occhio. Mi giro ed eccola, maestosa come sempre. Accucciata sopra un cumulo d'erba che mi fissa, mi avvicino a lei
-Samantha, avresti dovuto chiedermelo- mi guarda tendo il muso appoggiato sulle zampe, il mio cuore ha fremito. No, Alan devi resistere, sii l'Alpha giusto
-dormivi- si alza stirandosi e sbadigliando, mi si avvicina e inizia a strusciarsi contro di me
-facendo così non migliori la situazione, fai parte di un branco e io detto le regole- stringo i denti quando sento il suo muso vicino all'orecchio
-non stavo facendo niente di male- si allontana portando una scia di profumo con se, mi guarda con la coda dell'occhio e poi di scatto inizia a correre. Io la prendo come una gara, inizio a correre andandole dietro
-non mi piace quando scappi o ti allontani troppo, poi non posso più sentire il tuo profumo- dico sapendo che lei può sentirmi
-il mio odore lo senti solo tu- la vedo saltare sopra un tronco ricoperto di muschio per poi fermarsi e girarsi a guardarmi, il rallento fino a restarle difronte
-perché ormai mi appartiene- sussurro, lei mie guarda negli occhi e di colpo non sento più il suo odore.
-se ne sei convinto- si piega inclinando il capo e ritorna nella sua forma umana. È come la prima volta che la vidi, capelli corvini ondulati fino ai fianchi, carnagione chiara e occhi grigi. I capelli le ricoprono la parte davanti e nuda del corpo, si avvicina lentamente e quando è proprio di fronte a me si abbassa iniziando ad accarezzarmi
-forse sei tu che appartieni a me- allontana la mano e va via mentre io rimango fermo e senza parole. Quanti ricordi e sono così vivi.

AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora