La mia versione dei ricordi

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LA MIA VERSIONE DEI RICORDI

Sono passati cinque mesi dal Natale di Cosimo.

Nonostante la redenzione del padre e la compatibilità del midollo, purtroppo il piccolo no ce l'ha fatta.

Cecchini è triste, com'è normale che sia, visto l'intenso legame che si era creato tra loro nei mesi precedenti. Tutti stanno cercando di aiutarlo e tirargli su il morale, perché la vita va avanti, ma di certo nessuno può insegnarlo a Cecchini meglio di se stesso, che ha già perso una figlia.

Per quanto riguarda gli altri, le cose vanno bene.

Sofia e Seba vivono la loro storia adolescenziale tra alti e bassi, come tutti i ragazzini, e a sorbirseli sono soprattutto Rita e Don Matteo, che quotidianamente si ritrovano a dover fare i conti con l'umore altalenante di Sofia.

Per quel che concerne Anna e Marco... beh, loro più di tutti si stanno godendo finalmente il loro amore, dopo mesi passato a negarlo prima a se stessi e poi agli altri, nonostante l'evidenza ormai nota a tutti.

Anna's pov

Sono in caserma, in questa fredda notte di gennaio, intenta a lavorare su scartoffie da protocollare entro la fine della settimana.

Questi dannati fogli sembrano moltiplicarsi sulla scrivania invece che diminuire, un po' perché a Spoleto continuano a succederne di tutti i colori, un po' perché non faccio più le ore piccole in ufficio come prima.

Ultimamente, non appena scocca l'ora della fine del mio turno, soprattutto quello che mi lascia la serata libera, mi precipito fuori dalla caserma come un fulmine.

No, non sono né completamente impazzita, né la vecchia Anna è stata rapita dagli alieni e sostituita con una meno dedita al lavoro... è solo che, adesso, ogni scusa è buona per godermi la vita privata che avevo trascurato finora.

Diciamo che ho intrapreso quel percorso di cambiamento in cui si perdono delle cose e se ne prendono altre.

E per altre intendo una persona in particolare: Marco.

Certo, lavoriamo tutti i giorni insieme, ma non c'è paragone tra la caserma e il passare del tempo da sola con lui a fare tutte quelle cose che una coppia solitamente fa.

Decisamente meglio così.

Purtroppo, però, stasera non è una di quelle in cui sono libera. Turno di notte, che ogni tanto tocca anche a me perché anche gli altri hanno diritto a farsi una vita fuori da queste mura, ci mancherebbe.

Quindi eccomi qui, da sola nel mio ufficio, il piano della caserma vuoto, sulla scrivania davanti a me una montagna di fogli.

Mi insulto da sola.

Proprio io, precisa all'eccesso, che mi trovo davanti tutto questo caos. Non ci posso credere, di aver lasciato accumulare tutto questo lavoro arretrato, nonostante le festività siano già passate da un po'.

Quasi riesco a vedermi comparire Cecchini o Marco che mi prendono in giro perché io ero la prima a lamentarmi se uno di loro lasciava i fascicoli in disordine.

Eh... sono passata anche io al lato oscuro.

Il peggio è che non so nemmeno da che parte cominciare, non sono abituata a tutta questa confusione.

Ma, per mia fortuna, non ci sono più i principi di una volta, quelli azzurri che ti portano al castello in groppa ad un cavallo bianco.

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