Capitolo 24

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"E non sa che sei qui?"

"No James, non lo sa, ma dobbiamo salvarla, le faranno molto molto male, so tutto e ho visto tutto"

"cosa esattamente Williams?"

"sai... Sesso, droga... Faranno di lei un giocattolo."

"no..." piansi ancora.
"come sapevano che eravamo qui?"

"nella tua macchina ha messo un microfono, James"

"devo salvarla"

"no James... DOBBIAMO."

"Mi aiuterai?"

"sei come un fratello per me, quindi si. Lo farò, la polizia è con noi"

"la polizia?!"

"ho usato dei trucchetti e li ho convinti che tu sei una vittima"

"sei un angelo Williams."

"ci vorrà tempo James... È sai? La polizia ha sempre cercato Gregory e Jordan."

"è fantastico Will... Quanto tempo?"

"dovrà soffrire per qualche settimana, ma sono sicuro che ci riuscirà, lei è forte."

Sorrisi a quelle parole, e in effetti era vero, lei era forte.
Era debole e fragile, ma sapeva cavarsela.
L' avrei rivista, l'avrei riabbracciata e me la sarei finalmente sposata.
Non nego, provavo abbastanza ansia.

" è incinta Williams... "

" lo so, mi dispiace tanto..."

Ricominciai a piangere e più che altro era rabbia mischiata con il dolore.
Pensavo a lei e all'orrore che le avrebbero causato.
Pensavo solo a lei.

"Williams, devo riaverla"

"Andiamo, organizziamoci."

Entrammo nella sua macchina e ci dirigemmo verso casa.

Selestia.

Mi risvegliai in una baracca sperduta in mezzo al bosco e mi avevano legato su quel letto.
Notai la mia pancia e ero dinuovo magra, mi avevano portato via il mio secondo figlio.
Avevano ucciso il mio secondo bambino.
Una cosa ne ero certa, non volevo più bambini, la mia paura  era più grande di quanto potessi immaginare, capivo perfettamente perché James non lo voleva, mi era chiaro.
Lui non lo voleva per paura di questo e ogni volta che lui me lo diceva io ero sempre  incazzata a morte.
Non potevo muovermi ero su quel letto, ero sola, faceva freddo ed ero affamata.

Passarono circa due ore e entrò Jordan.

"ciao Biancaneve, vuoi sapere una cosa? Non è mai stata mia intenzione farti tutto questo.
Ma mi hai spezzato il cuore che mi hai spinto oltre ogni limite e sai qual è la cosa più bella? È che nessuno mai ti verrà a salvare."

Tremai a quelle parole e non risposi.
Non avevo le forze per rispondere.

Uscì.
È io ero su quel letto, con le mani legate avanti.
Mi spinsi le gambe verso il petto e pensavo a James.
Perché ci metteva così tanto per venire da me?
Non sono mai riuscita ad accettare il fatto di averlo lontano,odiavo di stargli lontano.
Mi sentivo in trappola, mi sentivo senza speranze.
Ma dovevo riuscire a vivere per lui.
Sapevo che avrebbe fatto l'impossibile.

Dopo 10 minuti Jordan rientrò e aveva in mano una zuppa calda.

"Mangia!" mi mise il piatto avanti ma io girai il viso.

"ti ho detto di mangiare!!!" mi sollevò per il collo sbattendomi contro al muro.

"no, è veleno, mi farai morire"
Gli urlai appena, piangendo.

"no, non è veleno, ti farà bene." mi butto a terra come fossi un animale.

"allora se non è come dico io mangia tu il primo cucchiaio." lo guardai negli occhi mentre ero a terra.
Le mie lacrime mi bagnavano il viso.

SI avvicinò a me, mi prese per i capelli e mi mise a sedere.
Mi slegó e io mi massaggiai i polsi per i nodi troppo stretti.

" prova a fare una mossa sbagliata e muori." mi puntò la pistola contro.
"adesso, prendi il piatto e mangia."

Avevo paura, tanta paura, non ebbi scelta, mi avvicinai al comodino dove aveva appoggiato il piatto.
Presi il cucchiaio e con le mani che tremavano iniziai a mangiare.

"brava così" mi puntò la pistola dietro la testa.
"continua Biancaneve, continua"

In quel momento chiudevo gli occhi stringendoli e piangevo.
La mia mano prendeva il cucchiaio e tremava.
Finii di mangiare.

"Finalmente hai finito, sai Biancaneve? Ci sono molte cose che dovresti iniziare a fare qui, come tipo pulire, e ogni volta che lascerai anche solo un angolo sporco userò la violenza.
Ogni volta che non farai ciò che ti dico io tu la pagherai cara.
Sarai il mio giocattolo.
Non è buffo? " rise " una volta ci amavamo e ti proteggevo mentre adesso provo odio e voglio che tu sia il mio giochino personale. "

Non riuscivo a crederci... Rimasi ferma, senza rivolgere ne sguardo e ne parola ma semplicemente abbassai la testa e continuavo a piangere.

Venne verso di me e io indietreggiai.
Le mie spalle toccarono il muro e io girai il volto e strinsi gli occhi.

Mi prese le braccia e me le alzò, stringendomi i polsi.
Una mano faceva peso sui miei polsi e l'altra scendeva dalle labbra al collo.
Dal collo alla mia scollatura.
Dalla mia scollatura al mio stomaco.
Dal mio stomaco a li.

Strinsi gli occhi per non guardare.
Mi buttó a terra.

"PUTTANA!" mi sputó addosso.
Io non facevo altro che piangere.
Volevo che fosse un incubo, solo un incubo nient'altro.

Ero stesa lì terra e Jordan continuava a darmi calci sulle mie gambe.
Se ne andò e io rimasi lì senza forze.
Fu la mezz'ora più lunga di tutta la mia vita.
Non mi mossi restai lì terra con le gambe al petto e con gli occhi aperti a fissare il vuoto.
Ripensavo a tutti i momenti belli, tutti gli sguardi di James, i suoi sorrisi.
Ogni cosa che mi faceva sorridere nonostante tutto.
Ma un vuoto, una malinconia, una paura si presero tutta me.
Il mio cuore andò in panico e potevo sentire il mio battito per tutta la stanza, vidi le mie lacrime che bagnavano il pavimento.
Non me ne ero accorta che stavo piangendo.
Ero occupata al dolore che avevo dentro.

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