8.3 Buio nel cuore

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-Avanti dimmi il tuo piano.-

Chiedo a Jacob che mi guarda confuso e mi risponde:

-Come fai a sapere che ne ho uno?-

-Si vede dalla tua espressione che hai un idea in testa.-

-Ah scusami non sono più abituato ad avere un volto o delle emozioni. Invece, perché prima stavi piangendo?-

Mi sento leggermente in imbarazzo.

-Mi hai sentita?-

-No, però i tuoi occhi sono molto rossi e ti è colato un po' il mascara.-

Subito mi pulisco intorno alle ciglia.

-Un momento di sconforto... ritornando a te, dai spiega!-

-Allora vedi noi non possiamo rimanere a lungo nel vostro mondo, solo la durata dei vostri sogni. Una volta ho letto un libro in cui c'è scritto che chi può vivere nel surreale, cioè persone come te, possono riuscire ad attraversare un varco per tornarci, insieme a qualcuno che proviene da lì.-

- Perfetto! Come si fa?-

- Questa è la parte complicata, immagino che Erika ti abbia insegnato a trasfigurarti.-

-Intendi la cosa per spostarsi nel castello?-

-L'ha chiamata così?-

Fa una sonora risata e poi riprende:

-Comunque quella, in pratica devi riuscire a farla senza chiudere le palpebre, sarà come se tu stessi vivendo un sogno ad occhi aperti.-

- Mmm ok ci posso provare.-

-C'è un lato negativo però, non so in che condizioni sarai nel mondo onirico e....-

-Non importa.-

Lo interrompo.

-Dobbiamo salvare Erika e i miei cari... Ah! Anche il resto delle persone, non le ho dimenticate.-

-Ok ahah certo. Ora dammi le mani, guarda fisso nei miei occhi e concentrati sulla biblioteca del palazzo.-

Mi stringe le mani, poi guardo dritta nei suoi stupendi occhi blu i quali hanno pure dei riflessi verdi; mi sento leggermente a disagio nel fissare questo ragazzo che pare avere la mia età e che poco tempo fa era un ombra, tuttavia devo calmarmi, restare attenta.

All'improvviso non vedo più le sue pupille, ci sono migliaia di immagini tutte riguardanti il castello; ascolto una miriade di voci che si mescolano in un crescendo di confusione, quasi non ce la faccio più, inizio a gridare:

-No, no, no basta smettetela!-

Poi percepisco qualcuno che mi scuote.

-Val ci sei! Sei arrivata, stai tranquilla.-

È Jacob che mi sta parlando, siamo nella biblioteca, o meglio quello che ne rimane, ci sono molti libri sparsi sul pavimento sul cui i frammenti di vetro si mischiano con la sabbia scura.

-Dov'è Erika?-

Gli domando.

-Penso sia nell'armeria, in riunione con i cavalieri. Riesci a muoverti?-

Non comprendo la sua domanda finché non cerco di camminare. Le mie gambe sono pesanti come blocchi di cemento, inoltre quando faccio un passo tutto trema, in più una fitta mi attraversa la testa.

-Ok fa niente usa la trasfigurazione, ci ritroviamo là.-

È infatti così, giunti nella stanza entrambi chiamiamo Erika e le raccontiamo la verità su Sir Levantes. Lei rimane pietrificata, poi ricordo che credeva che il fratello fosse morto, perciò gli lascio un momento e a fatica faccio un passo indietro.

Entrambi hanno le lacrime agli occhi.

- Ero convinta che fossi morto, che ti avesse ucciso... perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciato sola?-

-Omifaso, mi ha minacciato. Era deciso ad eliminarmi, però mi sono rifugiato nelle tenebre e non so per quale motivo adesso sono tornato normale.-

Si stringono in un abbraccio e subito dopo lui le fa leggere la lettera che mi aveva fatto trovare.

-Che verme Omifaso... non posso credere di aver dubitato di te. Come mai non mi hai avvisato, dato un segno...-

Veniamo interrotti da Sir Levantes che entra nella sala e mi guarda con un viso stupito.

-Cosa ci fa Val qui?-

-Hai finito di compiere il tuo sporco lavoro?-

Replico, in seguito la principessa aggiunge:

-Non sei sorpreso di vedere Jacob?-

Non risponde.

- Il principe e la mia amica, mi hanno detto alcune cose su di te.-

-Immagino che Jacob mi abbia colto con le mani nel sacco.-

- Non provi neanche a difenderti?-

Gli dico. Subito dopo prende un pugnale e avvicinandosi a me lo conficca nella schiena sapendo che non potevo spostarmi. Non sento molto dolore, però non posso fare a meno di cadere a terra; i reali corrono in mio soccorso ed Erika mi pone la testa sulle sue gambe, il sangue macchia il suo ampio vestito argentato, mentre Sir Levantes continua il suo discorso:

-Ah Jacob, sei riuscito a tornare normale grazie a Val, curandola le hai trasferito l'oscurità che avevi nel cuore, dunque ora che l' ho ferita, non proverà dolore mentre morirà.-

-No ti sbagli sono stata io a curarla!-

Il traditore rise con un'aria di superiorità.

-Tu non sei capace di fare nulla. Neanche di accorgerti che ti hanno ingannato... che ironia ho tanto cercato di eliminare Val e poi chi doveva proteggerla fa un lavoro meglio del mio. Devo andare a controllare i prigionieri, sebbene ormai siano inutili, vista la tua futura dipartita.-

Le sue parole mi spezzano il cuore e sulla mia pelle scivolano le gocce salate dagli occhi dei miei alleati, non ho la forza per arrabbiarmi, sono così stanca.

-Val ti prego perdonami, ti ho ucciso.-

Dice Jacob in un pianto furioso che cerca di nascondere.

-Val non lasciarci, ti prego!-

Supplica Erika.

-Dovete salvarli per me, fermate Omifaso e Sir Levantes, anche per me.-

Chiedo con un filo di voce. La principessa fissa un punto nella stanza, non riesco a vedere dove poiché la mia vista si è annebbiata. Ad un certo punto lei esclama:

-Un momento...-

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