Cap. 3

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Passarono diversi mesi e cico decise di distaccarsi sempre di più da strecatto,pensava fosse la soluzione migliore,anche se lo faceva soffrire.
Stre non capiva questo distacco e decise di parlare con cico,ma non riuscì a fargli dire molte parole,l'unica cosa che disse cico fu : è meglio per tutti e due. Questa semplice frase,detta così velocemente,quasi di sfuggita era riuscita a rompere un'amicizia,stre non capiva,o forse non voleva capire,si era affezionato a cico più di chiunque altro,è proprio per questo,per non farlo stare male,lo assecondó, e i due diventarono perfetti estrane,come se la loro amicizia fosse solo come un sogno passeggero,che era destinato a scomparire...
Passó del tempo,ormai cico era al secondo anno e si era fatto degli amici,se si potevano definire così.
Un giorno cico stava col suo gruppo, si stava annoiando e si mise sul telefono. Quel maledetto telefono era come una cassaforte,c'era di tutto,tra cui le lettere che cico scriveva a stre,lettere che non ha mai inviato,infondo lui era ancora innamorato perso di stre,e non riusciva a toglierselo dalla testa..
Quel giorno un suo "amico" gli tolse il telefono dalle mani,in modo giocoso,quasi come se voleva che smettesse che cico stessa la telefono,il giovane ragazzo innamorato chiese invano il suo telefono,ma non gli venne restituito finché questo ragazzo che aveva il suo telefono vide quelle lettere, quelle  stupidissime lettere che cico aveva scritto con tutto se stesso...il suo compagno appena le lesse cominció a ridere,fece una foto e cominció a far girare il telefono a tutti gli altri compagni
Cico si sentiva svenire,il suo segreto,il segreto che nessuno sapeva era stato scoperto a causa di quelle lettere,non sapeva che fare,cominció a sentire battutine su di lui,si chiude in se stesso mentre le lacrime gli solcavano il viso che tutti guardavano con disprezzo,su cui ridevano di lui...cico era ormai con le spalle al muro, e le mani che gli coprivano il volto scavato dall'acqua che usciva dai suoi occhi...decise di prendere tutto e andare a casa,ma non fu così facile,appena cercó di prendere il telefono il più grande del gruppo,colui che lo aveva in mano, non lo fece andare via,cominció a tirarlo,come fosse una palla,come se fosse un oggetto,senza un'anima e senza sentimenti,gli altri ragazzi del gruppo assecondarono il ragazzo più grande e si misero a cerchio spingendolo ripetutamente,come se fosse un gioco...non ricevette solo spinte,prese schiaffi,pugni e calci, cico si sentiva morire,non diceva niente aveva gli occhi chiusi e si lasciava andare,ormai non riusciva più a fare niente,era come addormentato,era passivo...
Cico riuscì solo dopo altri dieci minuti a tornare a casa,corse da quel posto come se dietro avesse un mucchio di mostri che lo rincorreva,e infondo era così,non riusciva a capire perché trattare così un ragazzo che aveva solo idee diverse,era gay e allora? Che problema c'era...non riusciva a capire,ma l'unica cosa che aveva nella mente era le risatine e le battutine che si era sentito dire: Guarda chi abbiamo qui,una femminuccia,ma allora sei frocio,gay di m***a,che checca,finocchio, ma quindi ti piace il c***o eh,ma vai a farti curare malato!...
E altri tanti insulti,che gli frugavano nella testa,che non riusciva a dimenticare...
Arrivó a casa stremato,con la faccia e il corpo pieno di lividi,aveva consumato tutte le lacrime che aveva in corpo,non riusciva più a piangere,sentiva solo dolore,sia psicologico che fisico... era distrutto,voleva scomparire dalla faccia della terra...
Cercó di entrare a casa senza farsi vedere dalla madre che era rimasta sola,visto che il padre era al lavoro..
Ma non ci riuscì e appena la madre lo vide ridotto in quel modo lasció cadete a terra i panni che aveva lavato e corse verso di lui con le lacrime agli occhi
Cico cascó in ginocchio sul pavimento,era distrutto ricominció a piangere,la madre lo strinse a sè e lui fece lo stesso...quella scena rimase impressa nel cuore di tutti e due..
Finito l'abbraccio la madre preoccupata chiese a cico cosa era successo...ormai non poteva mentire, e tanto nulla poteva andare peggio, e così disse tutto alla madre
Lei ricominció a piangere e mise sul suo volto un'espressione di disprezzo...ma non per il figlio,ma per il gruppo di ragazzi che lo avevano ridotto così,non gli interessava com'era suo figlio,lo amava, e niente gli poteva far cambiare idea...
Cico si sentì un grande peso togliersi da dosso,era riuscito a parlare con qualcuno del suo segreto...continuarono a parlare e dopo un po' la madre aiuto cico a sistemarsi,ma non fu facile,da ogni parte che toccava sentiva un mugolio di dolore da parte del figlio,la distruggeva vederlo così,quindi fece tutto il possibile per farlo stare bene visto che cico non voleva che lei andasse a parlare con nessuno dell'accaduto,perché aveva paura che sennò potessero arrivare a fare peggio,quindi la madre in quel momento diede retta al figlio e cercó di medicarlo..
Arrivó sera,e quando cico pensò che l'incubo si fosse concluso per quel giorno,appena aprì Instagram vide una foto,gli venne un nodo alla gola,era la sua lettera,la lettere scritta per strecatto,quel ragazzo l'aveva postata e aveva taggato praticamente tutta la scuola, e anche il suo amato..tutti adesso sapevano di lui,sentì di nuovo le sensazioni di quel pomeriggio, e si sentì peggio leggendo i commenti..era di nuovo distrutto dentro..non sapeva come affrontare la cosa,ormai era impotente,non poteva più fare nulla,era inutile anche provare a sistemare la cosa. Non capiva,perché proprio lui,cosa aveva fatto di male,perché si meritava tutto questo,non aveva mai fatto un torto a nessuno e non riusciva a spiegarsi tutto questo odio contro di lui...non riusciva a capire perché le persone la trovavano una cosa divertente,cosa c'era da ridere in un ragazzo deriso da tutti,cosa c'è da ridere in un ragazzo pieno di lividi procurati a causa del suo modo di essere...forse nella società che viveva era meglio fingersi qualcun altro,forse era questo che doveva fare,doveva nascondere il suo essere,non doveva far vedere che fosse gay,era l'unico modo per essere accettati...però gli sembrava tutto così monotono e noioso,erano tutti uguali,nessuno riusciva a pensare per se,si doveva perforza seguire quello più grande perché ritenuto "figo" dagli altri...Cico pensò alla fine di tutto di essere lui l'ERRORE, di essere lui a SBAGLIARE...forse era così,in quel momento la sua vista si fece d'un tratto appannata,stava di nuovo piangendo,piange
va a dirotto,voleva farla finita,così prese una lama e cominció a tagliarsi,pensando che forse procurandosi del male da solo lo avrebbe fatto distrarre dalla situazione...che stupida intuizione,niente poteva fargli dimenticare..
Alla fine si addormentó con i polsi sanguinanti nel suo letto,con ancora delle lacrime che gli erano rimaste sulle guancie..
Si sveglió poi la mattina dolorante,riusciva a muoversi a stento,non andò a scuola per riguardarsi..in quel giorno sperava che tutto fosse finito,ma quello era solo l'inizio del suo incubo...

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