Capitolo 30

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Chiuse gli occhi con tanta delicatezza fin quando non si addormentó del tutto.
Rimasi accanto a lei a guardarla dormire.
Sembrava che appena trovavamo un po' di pace qualcun altro avrebbe avuto l'occasione di farla male.
Mi dispiaceva per Williams ma non avevo scelta, era l'unico modo per tenere Anastasia lontano da lei... Infondo lei non ha mai fatto del male a nessuno e in realtà non avevo ancora capito perché tutti la avevano puntata.

Passarono circa quattro ore da quando lei dormiva, poi vedevo che si muoveva.
Aprì gli occhi.

"Amore"  mi disse ancora piena di sonno.

"piccola, come ti senti?"

"sto bene, più o meno" sorrise dolcemente e quel suo piccolo sorriso mi fece illuminare gli occhi.
Non resistetti alla tentazione di lasciarle un bacio su quelle morbide labbra e guardandola negli occhi mi ci avvicinai molto delicato, con il mio indice seguii la forma della sua bocca e poi lasciai un bacio.

"ne voglio un altro" mi disse.

Mi avvicinai ancora una volta ev quando le mie labbra toccarono ancora le sue, le mise le sue braccia intorno al mio collo, il bacio era sempre più profondo lei poi mise le sue mani sul mio viso e io continuai a baciarla quasi a perdere il controllo.
Me ne resi conto e indietreggiai leggermente.

"mi sei mancato, lo sai?"

"anche tu piccola"

"vieni qui, questo letto anche se è piccolo sembra troppo grande per me."

Non me lo feci ripetere due volte, prima la sorrisi.
Poi mi tolsi le scarpe e mi stesi li accanto a lei, si mise sul mio petto.

"com'è li?"

"li dove amore?"

"in prigione come ci si sta?"

"ti trattano come se non valessi nulla, ogni sera litigavano sempre e quello che si prendevano a schiaffi venivano uccisi"

"e tu..? Sei ferito? Come sei uscito?"

"io sto bene, non sono ferito, e per uscire ho pagato."

"e adesso sei qui con me... E non mi lascerai mai più?"

"Mai più."

Arrivó poi la dottoressa a portarle da mangiare e con il suo permesso glie lo imboccai io.
Sembrava una bimba, e nonostante era nelle pessime condizioni rideva.
Finí di mangiare e si alzó dal letto.

"Amore, la ferita.." dissi preoccupato.
Ma lei non se ne fregó continuava a sorridere avvicinandosi alla finestra e guardando fuori.

"infondo se forse siamo arrivati qui un motivo ci sarà, no?"

"in che senso?"

"beh... Adesso nessuno ci darà più fastidio, quindi potremmo sposarci, avere un bambino."

"si ma prima devi guarire, anche io sono impaziente di sposarti e averti come moglie, ma devi guarire piccola."

"si lo so, ma stavolta sarà tutto diverso, sento già l'emozione di quel giorno, quando tu mi sposerai"

Mentre diceva questo iniziava a sorridere e a piangere di gioia.
E sembrava tutto così ironico...
Ero il suo peggior nemico e lei la mia più grande ossessione.
Un ossessione che poi è diventato amore.
Un amore immenso.
Andai vicino a lei e l'abbracciai e la strinsi forte per poi baciarla.

Dopo 7 mesi uscì dall'ospedale e andammo via da Londra.
Lei non voleva vedere la mamma ci aveva ripensato su.
Prendemmo l'ennesimo aereo e andammo in Germania dove lei volle.

Arrivammo poi in un'agenzia per vendita delle case e ci prendemmo una bella villetta a Berlino.
Appena entrammo esplorammo la casa e da vicino era molto più bella.
All'inizio c'era un giardino immenso tipo come la CasaBianca con delle statue ai lati del cancello.
Al centro c'era una piscina quadrata che all'inizio era bassa e più si andava avanti e più era profonda.
All'interno, la saletta era abbastanza larga con delle piante ai lati,sembravano Narcisi.
Avanti la saletta c'erano delle scale che  Portavano al piano superiore e ai lati inveve c'erano due corridoi con due saloni abbastanza grandi, poi c'era ancora un altra scala che portava giù e c'era una piscina ad idromassaggio.
Al piano superiore c'era ancora un'altra corridoio lunghissimo con un tappeto rosso a terra e sul tetto c'erano luci.
Le stanze erano tutte grandi, sembrava un sogno.
Forse la nostra casa era anche più grande del palazzo reali di Londra.
Dopo aver "esplorato" la casa andai da Selestia che stava già poltrendo sul divano di pelle avanti al camino.

"Amore, ti piace qui?" dissi avvicinandomi a lei.

"è molto accogliente, ed è enorme"

"si lo è, ma adesso, tocca a noi.. No?"

Sorrise, e io la presi in braccio e mi diressi al piano di sotto dove c'era la piscina a idromassaggio.
La poggiai delicatamente, e iniziai a baciarla.
Le tolsi la maglia e poi il pantalone rimanendola in biancheria.
Lei mi tolse anche a me tutto e poi Entrammo lì.
Iniziai a baciarla dolce, senza fretta e senza ansia che qualcuno potesse prendermela.

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