Capitolo 5 -UN BATTITO DI CUORE-

18 2 0
                                    


La cena si svolse meglio di quanto Matt potesse immaginare; le portate erano semplici ma abbastanza buone, e, nel complesso, ne uscì soddisfatto. Certo, il tutto era inconfrontabile rispetto al menù e all'eleganza che imperava nel salone destinato alla prima classe, che dalla finestra si riusciva a scorgere al piano di sopra, ma, comunque, non ci si poteva lamentare di niente; anzi quell'ambiente compensava il suo essere meno formale con l'essere molto più caloroso e confortabile.

A rallegrare il tutto ci pensavano boccali di birra carichi fino all'orlo e lo stesso Andrew che con la sua loquacità irrefrenabile proponeva continuamente argomenti di discorso e canti di gruppo che venivano puntualmente poi intonati da tutta la folla dei presenti.

Al tavolo, oltre a Matt, Andrew e Mike, c'erano altri 4 ragazzi simpatici e di buon cuore; la compagnia era assolutamente fantastica, e Matt ben presto si accorse di avere pensieri ed opinioni in comune con quella gente.

Attorno a lui erano seduti, nei vari tavoli, principalmente operai, costruttori, proletari e gente semplice appartenente al popolino più umile, ma anche contadini, artisti e musicisti che vivevano alla giornata senza pensare al futuro. Eppure i loro volti apparivano soddisfatti, densi di gioia e emozione, sempre pronti a compiere atti di generosità.

Girando lo sguardo, Matt vide che nel tavolo di fianco un bambino stava piangendo, lamentandosi di qualcosa con sua madre, che invano cercava di farlo stare calmo, nonostante lei stessa appariva visibilmente rassegnata e sofferente.

In quel momento uno dei camerieri arrivò al tavolo in questione, ed iniziò a conversare fittamente con la madre, mentre il bambino sembrava non avere intenzione di smettere di piangere.

Incuriosito e turbato da questa scena, Matt si avvicinò al piccolo, sporgendosi dalla sedia e gli chiese: " Ciao campione, va tutto bene? Cosa sta succedendo?"

Il bambino guardò Matt con gli occhi gonfi di lacrime e la faccia triste: " no, la mamma mi ha detto che questi signori brutti non ci vogliono su questa nave e quindi non ci danno da mangiare... e io ho fame" mugugnò il piccolo.

" Tieni, se vuoi finisci pure il mio piatto" rispose premurosamente Matt allungando la sua portata al bambino, che la accettò volentieri.

Tuttavia, la madre, dopo il dialogo col cameriere, sembrò essere ancora più preoccupata e divenne pallida tutto ad un tratto.

" Che succede signora?" chiese Matt non riuscendo più a trattenersi, e alzandosi di fronte agli occhi dei 5 amici radunati al suo tavolo.

La signora iniziò a singhiozzare: " Non abbiamo soldi... non possiamo permetterci questo viaggio"

" Ma come è possibile?"

" Ci siamo imbucati di nascosto mentre la nave era in partenza, sperando che nessuno ci scoprisse... ma non siamo ladri, signore, si fidi; voglio solo poter regalare un futuro a mio figlio in America" continuò piangendo; poi si ricompose per un attimo e finì il discorso: " vede, i camerieri e gli ufficiali di bordo sono stati comprensibili, e volevano a tutti i costi aiutarmi; tuttavia il proprietario della nave, che è in prima classe, ha detto categoricamente che non potevano farlo: quindi non abbiamo più una camera, non possiamo mangiare se non di nascosto e circolare liberamente su questa nave... e ci ha anche detto che ci farà pagare le conseguenze una volta che arriveremo a New York" terminò scoppiando a piangere nuovamente.

Matt rimase in silenzio, turbato da quella storia toccante. Quella donna non si meritava del male, e sicuramente era una crudeltà agire in quel modo sconsiderato tale da proibirle tutto su quella nave. Avrebbe voluto tanto aiutarla, ma non poteva farlo, e soprattutto non avrebbe potuto farlo in quel momento,  di fronte agli occhi di tutti i presenti.

Le brevi pagine del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora