22hrs

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smut

Minho era seduto sul davanzale della finestra semi chiusa, i capelli scuri scarmigliati dalla leggera brezza che gli baciava le palpebre stanche e che gli s'insinuava anche sotto la larga maglietta di cotone, gli occhi vuoti e mille pensieri nella testa, inalava il fumo dalla sigaretta accesa che manteneva tra le dita affusolate; veniva illuminato flebilmente dalla luce lunare che filtrava dalle persiane, creando suggestivi giochi di luce in quella stanza da letto troppo buia.

Alla sua sinistra Jisung dormiva: il respiro regolare, la fronte leggermente imperlata di sudore, dei semplici boxer e una maglietta bianca a maniche corte a coprirne il busto.

Cupi pensieri aleggiavano nell'aria che Minho respirava, affollavano la sua mente: la paura di non riuscire a sopportare il peso della vita e quella di non essere in grado di soddisfare le aspettative di qualcun'altro (nonostante lui avesse solo Jisung); temeva la sensazione di star venendo lentamente trascinato negli abissi, ogni sforzo era vano.

Il biondo si mosse nel letto e ciò distrasse Minho dai suoi pensieri angoscianti, la sigaretta quasi del tutto consumata pendeva ora dalle sottili e rosse labbra; volse il capo in direzione dell'altro. Rimase col fiato sospeso, aveva il privilegio di poter osservare una tale bellezza nel cuore della notte, quando si svegliava di soprassalto in preda a qualche incubo; la visione del biondo bastava a calmarlo, ma era così spaventato dall'esserne dipendente, che aveva iniziato a fumare. A crearsi una vera dipendenza che lo stava effettivamente uccidendo.

Spostò lo sguardo su tutta la figura del ragazzo dormiente, dalle gambe lunghe e magre coperte dal lenzuolo, al busto tonico che si intravedeva dalla sottile maglietta leggermente alzata, al bel collo già marchiato con rabbia e infine al viso quieto e rilassato; le labbra rosee dalle quali segretamente dipendeva (più del fumo) in modo disperato erano schiuse e le ciglia accarezzavano gli zigomi.

Soffermandosi poi sul collo, avvertì l'irrefrenabile necessità di marchiarlo nuovamente e, nonostante l'altro stesse dormendo, assecondò i suoi bisogni e gli si avvicinò piano, poggiando prima la sigaretta ormai spenta nell'elegante posacenere in vetro posto sul davanzale accanto a lui.

Lasciando vacante il posto vicino alla finestra, salì piano sul letto posizionandosi sopra l'altro; aveva poggiato una mano al lato della testa di Jisung, mentre l'altra vagava tra sue le ciocche bionde.

Si sporse piano osservando languidamente le invitanti labbra del minore; poggiò poi con lentezza la sua bocca esigente sull'esile collo del ragazzo dormiente, iniziando a morderne e a leccarne la soffice pelle, lussuriosamente inebriato dallo stimolante profumo emanato dal ragazzo.

A quell'improvviso contatto, doloroso ma eccitante, Jisung si svegliò di soprassalto e guardò esterrefatto l'altro, che mordeva avidamente ogni punto, ignaro del fatto che il minore fosse ora sveglio.
Jisung prese piano qualche ciocca scura del suo amante e iniziò a tirarla, gemendo sottovoce dal piacere.

Il moro staccò piano le proprie labbra dal collo del minore e guardò i nuovi marchi rossastri che aveva lasciato sulla pelle. Alzò poi lo sguardo e incontrò quello languido dell'altro; il minore osservò ansimando il viso del più grande, imprimendone nella propria mente ogni particolare: dagli occhi scuri e profondi adornati da lunghe e folte ciglia alle labbra piccole e rosse che lo avevano piacevolmente destato dal suo sonno.

Jisung notò anche che, prima del suo risveglio, la paura aveva per un poco preso il sopravvento sul cuore pavido del moro, lasciando poi il posto alla lussuria.
Deciso a donargli il suo corpo, si sporse piano verso di lui e congiunse con foga le loro labbra, travolgendo di passione il moro.
Minho gemette sorpreso nel bacio e schiuse la propria bocca lasciando che la lingua di Jisung lambisse la sua, quasi con rabbia, avvertendo lo stesso prorompente desiderio di divenire un tutt'uno con lui, di sentirsi a vicenda fin nel midollo.

Il biondo fece leva sui gomiti e invertì velocemente le loro posizioni, bloccando sotto di sè il moro e osservandolo con occhi ardenti di desiderio; scese poi di poco e piegò la testa di lato, iniziando a mordere la mascella dell'altro, spostandosi poi sulle clavicole esposte dal tessuto della maglietta e lasciandoci umidi baci. Ricevendo sommessi versi d'approvazione, gnignò nel dargli un bacio sulle labbra.

L'altro gli sfilò velocemente la maglietta e fece lo stesso con sè stesso, invertendo le posizioni ancora una volta, udendo uno sbuffo da parte del biondo.

《Credevi davvero di potermi fottere?》gnignò Minho con uno strano luccichio negli occhi.
《Mi rifarò..》rispose l'altro, una punta d'imbarazzo nella voce.

Minho gli tolse poi i boxer rivelando la sua erezione dolorante e ghignando si spogliò del tutto, con lentezza disarmante. Quell'attesa stava facendo innervosire il minore che sempre più bisognoso aveva allungato una mano verso il proprio membro; 《Se proverai a toccarti prima che lo possa fare io, non ti lascerò venire stasera》minacciò rocamente il moro, bloccandogli il polso sul cuscino.

Jisung cercò di lamentarsi ma si sentì mancare il respiro a causa del maggiore che senza preavviso nè preparazione, era entrato in lui con una sola spinta, arso dal desiderio, le mani poggiate saldamente ai lati della testa del biondo.
Minho s'iniziò a muovere piano ottenendo lamenti smorzati che diventarono in poco tempo dei gemiti di piacere e delle preghiere.

《P-più..veloce..ti p-prego》iniziò a piagnucolare Jisung, sempre più desideroso di sentire l'altro donargli piacere, e amore.
Non era mai solo sesso per loro, era qualcosa di più ambito, qualcosa di più astratto che aveva il proprio culmine nell'atto sessuale; ma non era mai solo sesso.

Il moro lo assecondò aumentando notevolmente la velocità delle spinte, producendo un rumore sordo; Jisung ansimava pesantemente e Minho gemeva in modo quasi incontrollato, sempre più eccitato dalla visione del bel ragazzo sottomesso a lui che piagnucolava in modo incoerente, la mente annebbiata dal piacere. Toccò poi il membro pulsante dell'altro, iniziando a massaggiarne la punta e passando velocemente la mano su tutta la lunghezza.

Il maggiore avvolse poi l'altra mano intorno al collo dell'altro, chiedendo poi di avvisarlo qualora avesse iniziato a far male.
Jisung annuì e dopo diverse spinte sentì un  particolare punto delicato venir colpito con forza. Mentre gridava il nome dell'amante, avvertì il familiare e piacevole calore concentrarsi nel bassoventre: s'irrigidì dopo poco, venendo travolto dall'orgasmo. Minho spinse di più e più velocemente sentendosi anche lui vicino al culmine, la mano che si stringeva intorno al collo del biondo, lasciando dei segni violacei.

Prese poi a baciarlo rudemente, smorzandone i gemiti e lasciandolo ansimare sulle sue labbra schiuse e bollenti; il suo viso ora si contorceva dal piacere, e venendo dentro il minore continuò a muoversi velocemente per amplificare l'effetto dell'orgasmo.

Uscì poi da lui e lo abbracciò forte, leccando via le piccole lacrime di dolore misto a piacere che avevano iniziato a scorrere sulle guance paffute del biondo.
Era una caratteristica di Jisung e Minho l'amava.
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Minho era seduto sul davanzale della finestra semi chiusa, i capelli scuri scarmigliati dall'aver appena fatto l'amore, il viso rilassato e il cuore più leggero, inalava il fumo dalla sigaretta accesa che manteneva tra le dita affusolate.

Alla sua sinistra Jisung dormiva: il respiro ora regolare, il viso calmo e un solo lenzuolo a coprirgli il corpo nudo.





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22hrs | MINSUNGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora