Capitolo 14 - LA NOTTE PIU' BUIA-

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" Tutti gli organi di controllo sono fuori fase, l'unico che sembra funzionare è la leva dell'elica trasversale di rotazione; con questa possiamo compensare inclinando la nave..." osservò Matt ripresosi di colpo dai suoi pensieri.

" E riducendo così la quantità d'acqua che vi entra, se l'alziamo del tutto" completò la frase il signor Fermi.

" Cerchiamo di spostare sempre di più il baricentro verso le zone non allagate, a poppa; signori, serve che spostiate il maggior quantitativo di peso possibile a sud" e subito il capitano mandò due marinai a spostare quante più casse e materiale trovassero per stabilizzare la zona.

" In questo modo dovremo restare statici per un po'" concluse Bass guardando Fermi, convinti almeno inizialmente della loro soluzione.

Nessuno riusciva a realizzare del tutto e a credere cosa stesse accadendo di fronte ai loro occhi; lo Smeraldia, il grandioso Smeraldia, stava miserabilmente affondando, e tutto era successo improvvisamente, da un momento all'altro, senza preavviso. E ad aggravare in modo surreale il tutto contribuiva il fatto che quell'imbarcazione avesse già effettuato almeno una ventina di traversate finite sempre nel migliore dei modi.

Carrol sapeva che quello era stato un tentativo di sabotaggio da parte di Falen, che aveva agito incurante delle conseguenze e convinto dell'immortalità della nave, lo stesso che ora era scomparso meschinamente rivelando ancora una volta la sua subdola personalità, incapace di affrontare i problemi. Probabilmente neanche lo stesso Fabrice si sarebbe mai aspettato delle simili conseguenze in seguito alla sua scellerata azione, che era stata mossa esclusivamente da intento provocatorio e da un ostinato orgoglio. Nessuno, purtroppo, poteva vantare almeno la soddisfazione di avercelo di fronte per sfogarsi una volta per tutte su di lui, e, data la situazione, nessuno dei presenti considerò nemmeno la possibilità di andarlo a cercare.

Lo stesso Capitano, tuttavia, si sentiva profondamente amareggiato e deluso; sapeva di essere stato ingenuo e, soprattutto, di non aver neanche riflettuto sulle conseguenze di un'azione che aveva eseguito a priori, senza minimamente rivelare accortezza prima di procedere.

E questo, in cuor suo, sapeva che era un errore grave e imperdonabile, oltre che rivelatorio dell'eccessiva leggerezza con cui si era comportato al timone, rivelando tanta inesperienza nonostante anni e anni di traversate.

" Signori mi spiace... non sono degno di essere capitano e nemmeno uomo dopo l'errore che ho commesso; voglio che giustamente ,quando tutto questo sarà finito, abbia da pagare le dovute conseguenze per avervi trascinato involontariamente in questo incubo..." pronunciò mestamente, togliendosi il cappello e abbassando mortificato lo sguardo.

Nessuno ebbe il coraggio di rispondere, se non Matt, che appoggiò una mano sulla spalla a Carrol e disse: " Signore, sbagliare è umano, indipendentemente da quanto sia grande questo sbaglio; la colpa alla radice non è sua, comunque sia, è di quel verme che ora è scappato. L'unica cosa che posso dirle è di non piangere ormai sul latte versato e fare il massimo per salvare la situazione prima che gli errori del passato si ripetano, forza" terminando con un' esortazione.

Poi osservò fuori dall'oblò della cabina e vide le prime scialuppe, con a bordo donne e bambini, partire dalla nave.

Guardò negli occhi Mike e Andrew, e li raggiunse:

" Andrà tutto bene, vedrete" per cercare di rincuorare i loro volti pallidi e spettrali.

"Signore, mi dica che sa quello che sta facendo la prego" sussurrò Header stringendo il braccio a Matt, impacciato come Matt non l'aveva mai visto.

" Faccio il possibile Mike; ma mantenete la calma vi prego... è soltanto una delle tante cause in tribunale no?" chiese Matt sorridendo e cercando di far restare tranquillo l'amico.

Le brevi pagine del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora