capitolo 46

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Suonai il campanello tremando, ero troppo preoccupato di ciò che i ragazzi mi avrebbero detto o di ciò che avrei dovuto dire a Gaia.
Mi aprirono senza nemmeno rispondere al citofono per chiedere chi fosse.
Salii le scale con la valigia in una mano, in quel momento avrei voluto solo girarmi e scappare, ma non potevo essere così codardo così continuai.
Arrivai davanti alla porta che era socchiusa, sospirai e spinsi la porta.
Con voce tremolante dissi
L:Ragazzi, sono io
T:Lo sappiamo, non preoccuparti
Era ovviamente ironico e ciò non mi fece presagire nulla di buono.
L:Dovremmo parlare
G:Ah si? E di cosa? Forse del fatto che hai preso e te ne sei andato alle Maldive senza avvisare?
L:Si, ma vi prego di ascoltarmi
D:Ti conosco da anni e non mi sarei mai e poi mai aspettato una cosa simile da parte tua.
L:Lo so e mi dispiace
G:Per non parlare di Gaia
L:Lo so
T:Avresti dovuto vederla, non era nemmeno arrabbiata, era tanto ma tanto delusa.
L:Immagino
D:Non si meritava questo trattamento da parte tua
L:Lo so, Diego, lo so
G:Perché lo hai fatto?
L:Era da un paio di giorni che mi sentivo soffocare da tutto questo, avevo bisogno di allontanarmi da tutto ciò nonostante andasse tutto bene, non so spiegarlo ma vi giuro che non ce la facevo più
T:Vallo tu a dire a Gaia
L:Le parlerò
G:Divertente
L:Perché?
D:Ha detto che non ti vuole più parlare, nemmeno vedere, le devi stare lontano
L:Ma non posso starle lontano, è la mia ragazza
D:Non più
L:Già
T:Lele, stalle lontano, seriamente, voglio ad entrambi tanto bene ma così non puoi farlo altro che male
L:Mi manca, però
D:Ragazzi ci sono dei problemi
Disse Diego fissando lo schermo del suo telefonino
T:Che succede?
D:Gaia sta arrivando, sarà qui tra massimo mezz'ora
T:Merda
L:Gaia?
D:Si genio, Gaia
L:La posso vedere?
G:No Lele, tu ora prendi e vai a stare in un hotel per questa notte
T:No Gian dai, è anche casa sua
L:Appunto
D:e poi non possiamo nasconderlo da lei per sempre
G:E allora che facciamo?
D:Semplice, lui si chiuderà in camera sua e non uscirà per nulla al mondo. Diciamo che è da quando è arrivato che sta nelle sue e che non ci parla.
Tutti accordarono, me compreso, era meglio così, non volevo peggiorare le cose
Come detto prima, presi e mi rifugiai in camera quando il campanello di casa nostra suonò.
G:Ciao Gaietta
T:Nanaaaaa
D:Pulce
G:Ciao ragazzi
Un tuffo al cuore, la sua voce

FATE || Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora