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Stava andando tutto bene.
Ormai erano tre mesi che si frequentavano.
Essendo la sua prima esperienza da "fidanzato", aveva ancora molto da imparare.
Una sera si ritrovò a coprire il turno con un collega, in quanto il biondo era convalescente a casa per l'influenza.
Il collega era abbastanza discreto, parlando solo dello stretto necessario: una noia mortale.
Aveva provato a chiamare Bakugou in pausa, ma non aveva risposto, deducendo che si poteva essersi assopito.
Si rimproverò: era normale, visto che non stava bene!
Si scoprì curioso nell'ascoltare due ragazze che parlavano ad un tavolo.
"Non mi dire!" esordì una. "Dopo tutti questi mesi non lo avete ancora fatto?" domandò poi all'amica.
L'altra si limitò a scuotere imbarazzata la testa, mentre la prima scoppiò a ridere alla reazione.
"Fatto... cosa?" si domandò, andando al tavolo dietro il loro per ascoltare meglio, con la scusa di pulirlo e di occuparsi dei bicchieri vuoti.
"La prossima settimana è San Valentino. Perché non organizzi una bella cenetta romantica? Così creerai l'atmosfera giusta! Indossa pure qualcosa di carino."
"Ma è imbarazzante. Cioè, sì, vorrei unirmi a lui nel più profondo, ma siamo entrambi timidi e non è semplice come pensi."
La seconda sembrava cercare un qualsiasi modo per salvarsi.
Più le ascoltava, meno capiva.
Cos'avrebbero dovuto fare per unirsi più nel profondo?
"Se ne sei così innamorata, scopartelo non dovrebbe essere un problema."
Al rosso scivolò un bicchiere dalle mani, facendolo rovinosamente cadere in terra e interrompendo il dialogo tra le due.
Mortificato e imbarazzato allo stesso tempo, si scusò e prese a pulire.
Lui non aveva dei bei ricordi di quell'atto.
Però Bakugou non era un tipo timido.
Che aspettasse un suo segnale?
Che aspettasse lui per non forzare le cose?
Spesso si era ritrovato ad immaginare cose poco caste su di loro, ma dal pensarlo al farlo c'era un abisso.
Se il biondo lo amava, da come aveva capito, anche se a modo suo, allora non gli avrebbe fatto rivivere quei momenti di paura, giusto?
Bakugou stava aspettando nuovamente che fosse lui fargli capire che potevano unirsi più nel profondo?
Aveva una settimana per organizzare ogni cosa.
Il giorno seguente si mise nuovamente al computer per cercare indizi.
Abbigliamento, menù e consigli per creare l'atmosfera giusta.
Un momento.
Il biondo quali tendenze aveva?
Al di là di un bacio non si erano spinti, quindi non sapeva se era un tipo "soft" o meno.
Scosse la testa: dal carattere che si ritrovava, non era sicuramente un tipo dolce.
Si ritrovò a dovergli anche mentire: non poteva recarsi in uno di quei negozi specializzati con il biondo appresso, quindi usò la scusa del "Devo aiutare mia mamma con il trasloco.".
Effettivamente un paio di giorni prima della fatidica data, sua mamma sarebbe tornata a casa, perché ormai non aveva più bisogno di lei, a detta sua.
Il negozio che aveva più recensioni positive si presentava dall'altra parte della città.
Titubante, entrò.
Una ragazza con un corpetto di pelle nero e lunghi capelli corvini lo accolse sorridendo mentre spegneva la sigaretta.
"Posso aiutarti?"
Deglutì.
"Vorrei qualcosa per San Valentino." mormorò rosso quanto i capelli.
La corvina scoppiò a ridere.
"Scommetto che stai sotto."
Okay, era palesemente in soggezione, ma così si andava fin troppo a girare il coltello nella piaga.
"Allora, parlami di... lui. È decisamente un lui. Che tipo è? Uno tenero, uno di quelli che ti riempiono di attenzioni?"
Rifletté un secondo prima di rispondere.
"Se lo vedi, gli staresti alla larga perché è l'emblema del classico bullo: scontroso, arrogante, ammazzerebbe chiunque con lo sguardo e non solo. Però, con me, a modo suo è anche dolce. Ovviamente non si risparmia dal dirmi che ho dei Capelli di Merda o che sono idiota, ma ha fatto tanto per me. Senza di lui, forse, non sarei nemmeno qui."
La risata della ragazza lo prese nuovamente in contropiede.
Si divertiva così tanto a metterlo in ridicolo?
"Ho quello che fa per voi. Seguimi."
Gli fece indossare ogni sorta: lui era sempre più dell'idea di volersene uscire dal negozio, l'altra era sempre più esaltata.
"Queste le agganci così: hai un bel fisico, quindi mettono bene in risalto i tuoi muscoli da Dio greco."
Osservava quelle cinghie che gli aveva agganciato addosso: era sempre meglio di un completino da scolaretta o da gatto.
"Poi ti servirà questo."
Un lubrificante?
"A cosa serve?" domandò ingenuamente passando il tubetto fra le mani.
La ragazza gli batté una mano sulla spalla.
"Io lo userei: non sia mai che non riuscissi a camminare il giorno dopo." rispose ridendo, nuovamente.
Ascoltò il consiglio e decise che una volta a casa avrebbe cercato qualche tutorial su come usarlo.
"Questi te li regalo." annunciò lei, inserendo una scatola di preservativi alla menta nel sacchetto.
"Usarli o meno, è vostra scelta. Dipende da quanto volete profonda la vostra intimità."
Quell'ultima frase lo fece riflettere durante il ritorno.
Aveva iniziato a desiderare di diventare un tutt'uno con l'altro, ma il biondo avrebbe mai accettato di riempirlo dopo che molti lo avevano fatto?
Trascorse la serata a guardare video istruttivi per l'utilizzo di quel lubrificante.
L'aveva sempre immaginato, ma quella sera, forse per quello che avrebbe fatto la notte successiva, si sentiva strano.
Mentre guardava l'ennesimo video, si portò una mano sul cavallo del pantalone, prendendo a massaggiare lentamente la propria erezione sulla stoffa.
Il calore al basso ventre si fece più acceso, quando la sua mente sostituì i due ragazzi sullo schermo a loro.
Si ritrovò con gli occhi socchiusi a sospirare mentre immaginava il biondo su di sé, che gli passava le mani sui capezzoli, scendendo poi nell'intimo ed afferrargli il membro con decisione.
Era la prima volta che si sentiva in quello stato.
La mano aveva abbassato l'elastico del boxer e stava percorrendo sempre più rapidamente la lunghezza della propria asta.
Si abbandonò totalmente sulla sedia alla scrivania, portando indietro la testa con gli occhi chiusi, mentre i propri gemiti si univano a quelli del ragazzo nel video.
Voleva essere toccato da lui, sentirlo muoversi bisognoso in lui con spinte decise, sentire il suo respiro caldo sulla propria pelle.
Il movimento della mano accelerò come se fosse mossa da qualcun altro, portandogli uno strano senso di vertigine e ad inarcare la schiena, mentre con un suono che non credeva proprio, si riversò nella mano.
Rimise insieme i pezzi solo dopo che il respiro si regolarizzò.
In passato lo aveva fatto, prima dell'incidente, ma non era stato così coinvolgente.
Era pronto a superare ogni cosa adesso.
Bakugou non avrebbe più atteso un suo segnale: lo avrebbe ricevuto la sera seguente.

Sunshine [Bakushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora