Bianco.
Non vedevo la neve a Venezia da anni ormai. Eppure dal cielo scuro, grigio come i pavimenti delle strette calli in pietra, ora scendono lentamente piccoli fiocchi, che riflettono la luce come se fosse propria. Si posano leggiadri sul terreno e coprono ogni cosa, a segnare un nuovo inizio, come se il loro scopo fosse quello di nascondere i peccati commessi. E strano a dirsi, per una volta, non sono peccati mortali consumati nell'ombra dagli uomini, esseri oppressi dalla crudeltà del tempo e fragili come fili d'erba strappati dal vento. Sono le colpe della terra, della natura spietata del mondo che ha deciso, forse stanca dei continui abusi, di rivoltarsi al genere umano. Non mi ero mai chiesta prima di quel momento se esistesse Dio. Era una domanda che per me non aveva valore perché credevo ingenuamente che tutto ciò che accadeva attorno a me fosse solo una conseguenza delle mie azioni, fatta eccezione per qualche ineluttabile evento dettato dal caso. Eppure... ora sento il bisogno di credere che ci sia qualcuno che abbia prefissato tutto, che possa meritare tutta la rabbia che cresce, di giorno in giorno, in ognuno di noi. È come fare parte di un sadico gioco malato di qualche libro fantascientifico. Deve per forza esserci qualcuno che intrecci i fili di trama su questo enorme telaio; che detti le regole di questa partita a cui, di certo, non abbiamo deciso di partecipare. E spero per lui che almeno si diverta, a guardarci penare in questo labirinto di scelte sofferte, prese senza pensare, subendone le conseguenze. La vita non è mai stata facile, per nessuno di noi. Ma avevamo raggiunto un livello di evoluzione tale da rendere i veri problemi il perdere un lavoro o il non trovare i soldi per dare la possibilità ai propri figli di studiare. Ma ora siamo tornati a doverci guadagnare il cibo a discapito degli altri, combattendo per ucciderci a vicenda in una lotta disumana per la sopravvivenza. Sono sempre stata dell'opinione che la natura umana fosse malvagia quindi non posso affermare con certezza il fatto che non si tratti di una sottospecie di punizione divina; ma tutto questo... è peggiore di qualsiasi morte. Da quando quel virus si è evoluto, siamo stati costretti a vivere soggiogati dalla paura di perdere il nostro io, di vederci sfuggire la nostra anima dalle mani e di rimanere un contenitore vuoto come tutti quelli che camminano senza meta nei campielli e tra le calli. Eppure vedo continuamente gente che la propria identità l'ha già persa da molto tempo: convinti di essere finalmente liberi commettono crimini indicibili e, solo perché senza regole, vivono come selvaggi. Ma come posso giudicarli? Io che son la prima a non riuscire a vedere il mio riflesso nell'acqua fredda della laguna; io che della mia vita ne ho fatto solo tante maschere. Non riesco più a capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Il peso degli errori che ho fatto mi annebbia la mente. In questo caos di mondo non riesco più a capire il mio ruolo... Chi sono? Sarebbe inutile chiederlo a qualcun altro perché ognuno mi vedrebbe, con i propri occhi, in modo diverso. Ciascuno giudica in base alle azioni che ti ha visto compiere ma solo tu sai tutto ciò che hai fatto fino ad ora. Che strani pensieri.
Se solo potessi tornare in quella biblioteca a Castello, nell'ex convento medievale, mi porterei via più libri possibile, anche se nello zaino dovesse finire lo spazio. Mi manca così tanto l'odore della carta, la sensazione delle dita sulla copertina rilegata, la vista delle parole scritte con l'inchiostro nero sulle pagine ingiallite. Mi manca la mia vita: La mia famiglia, le mie amiche, la mia cagnolina. Mi basterebbe solo rivedere per una volta il sorriso di mio padre... Che cosa stupida.
È inutile pensare a ciò che non si può avere e piangersi addosso. Ora l'unica cosa che mi rimane è questa piccola agenda. L'unica cosa che posso fare per svagarmi un po' e raccontare tutto quello che mi passa per la testa a questi pezzi di carta straccia dal momento che ho avuto la fortuna di aver trovato una vecchia bic in una casa abbandonata. Curioso non è vero? Seduta sul tetto di una casa, al freddo, con le gambe penzolanti nel vuoto, mentre la neve mi bagna le pagine. Sento il gelo scorrermi nelle vene, mi sembra di non riuscire a provare più alcuna emozione. Vorrei solo vedere tra tutto quel bianco un bambino, che gioca senza pensieri ne paure; l'innocenza di un essere puro che non merita in alcun modo di nascere in un mondo così crudele. Se solo tutto questo non fosse accaduto... se solo ci fosse ancora qualcuno in cerca di quel vaccino...