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"Eeeecco fatto". Sorrisi e scesi dall'auto spostando il sedile in avanti per Irene mentre Marianna saltava giù e si guardava attorno.

"Bene! Le valige! Non facciamo tardi!" Scandì la ragazza più alza andando a prendere le valige. Ne avevamo portare due a testa, ma non si sa come quelle di Irene erano le più pesanti. Sarà stato per tutto il cibo italiano da portare a Sara che aveva messo dentro?

Marianna si mise un paio di occhiali da sole e si avviò verso l'entrata dell'aeroporto con noi due al suo seguito.
Appena entrate la fermai facendo avvicinare entrambe a me.

"Okay, ora dobbiamo andare a fare il check in, diamo i bagagli e-"

"E poi mangiamo" continuò Irene sorridendo.
Sorrisi a mia volta e annuendo andammo a metterci in coda.

Mentre aspettavamo Irene mise i quatto pupazzi nella mia valigia in modo da aver più spazio nel proprio zaino. Dopo qualche minuto toccò a noi. Una alla volta caricammo le valige sul nastro e delle ragazze addette ci controllarono i biglietti.

Dopo i vari controlli andammo a far controllare i nostri zaini. Ci mettemmo di nuovo in fila e uno alla volta passarono sotto i raggi X mentre noi camminavamo di fianco al nastro.

Pochi secondi dopo il delirio: non mi ero girata nemmeno per due secondi che Marianna stava litigando con un addetto alla sicurezza che voleva buttarle il profumo comprato giusto il giorno prima. La ragazza prese la boccetta con poca delicatezza e andò in bagno. Ci rimase per 10 minuti buoni, forse di più, ma quando uscì la boccetta era dimezzata.

"Ora è in regola" disse fermamente la ragazza.
Irene era abbastanza confusa, ma tutti i suoi dubbi sparirono quando vide una signora uscire dal bagno tossendo.

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"Ma davvero hai svuotato mezza boccetta in bagno!?" La riccia era sconvolta.

"Ho semplicemente spruzzato finché non è arrivato a livello" sorrise l'altra mentre fiera riponeva al boccetta nello zaino e si rimetteva gli occhiali da sole. Quella ragazza era incredibile.

"Si ma hai quasi intossicato una donna!"

"Ma quel tipo non l'ha avuta vinta" disse senza togliersi quel sorrisetto dal volto.

Sorrisi a mia volta per la scena, nonostante dentro di me sentissi che mancava qualcosa. Senza Sara il nostro gruppetto rimaneva intatto, ma non era lo stesso. Marianna aveva smesso di proporre colori nuovi per i propri capelli da quando la nostra amica, bionda platino naturale, se ne era andata, rassegnandosi a continuare le tinte blu; Irene aveva smesso di fare esperimenti in cucina da oltre tre anni, data la mancanza della supervisione della bionda che le ricordava di non far bollire l'acqua se doveva sciogliere il cioccolato a bagnomaria; io andavo avanti. Continuavo il mio lavoro nel bar vicino alla mia casa come se non fosse successo nulla, perché se ci pensavo faceva male. Pensare di non poter più fare anche le cose più stupide, come litigare per i letti quando al liceo dormivamo assieme, faceva male. Le videochiamate da tre anni ormai non erano più con gli schermi divisi in quattro, ma in tre; non si poteva più far finta di infilzarsi a vicenda o semplicemente capire dove si stava nello schermo delle altre. O meglio, si faceva ancora, ma non era più lo stesso.

Tutti quei pensieri si fecero strada nella mia e mi bloccai in mezzo alla sala. Irene e Marianna si accorsero della mia mancanza di fianco a loro e subito la piccola corse da me e mi abbracciò forte forte.

"Dai... ora la rivedremo!"

Annuii piano e mi passai una mano sulla guancia.
"S-si, hai ragione..."

"Sei soffice~"

"Ehi Irene! Basta fare apprezzamenti sulle tette di Matilde!- Si intromise Marianna ridendo -piuttosto andiamo a mangiare qualcosina prima del volo!"

Tutte e due scoppiammo a ridere e annuimmo. Ci incamminammo verso un piccolo ristorante che faceva pizze al trancio. Mangiammo con calma e dopo accontentammo Marianna che voleva fare un giro per Duty Free dell'aeroporto. Alla fine l'unica che comprò qualcosa fui io.

Dopo aver finito il mio acquisto al negozio della Ray Ban ed aver indossato i miei nuovi fantastici occhiali che una volta tornata indietro avrei sicuramente aggiunto alla mia collezione -avevo un'ossessione per il modello Aviator- andammo verso il gate segnato sul biglietto pronte per l'ultimo controllo prima di salire. Andammo su un bus già stra pieno di gente e per poco Irene non venne lasciata giù.

Arrivammo all'aereo e salimmo su di esso. Dopo aver litigato per i posti Marianna vinse quello vicino al finestrino per fare foto, io mi misi in quello dalla parte del corridoio per almeno allungare le gambe e Irene in quello centrale per "stare vicino a tutte e due", anche se tutte sapevamo che sarebbe caduta a dormire contro il sedile della signora davanti.

Ognuna di noi si organizzò, chi con le cuffiette, chi con un libro o un fumetto, pronte a passare le 11 ore di viaggio che ci attendevano di lì a poco.

-I can't love you- SVTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora