Vendetta.

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"Ti prego, non farmi male" Buio totale, e nessuna risposta.
E' stordito, ha le gambe tremanti, e una benda che gli copre gli occhi. Il contatto diretto con il pavimento gli fa capire di essere scalzo.
Non ci sono rumori riconoscibili che possono aiutarlo a orientarsi e ad avere informazioni più utili. Un corpo a lui sconosciuto preme alle sue spalle, per non farlo crollare.
Lo sconosciuto gli respira sul collo, e un braccio gli avvolge il ventre, precudendogli ogni fuga.
Sente un profumo morboso di eccitazione. Come osa stargli così addosso?
E' così umiliante quello che sta accadendo. Ha la nausea, ma non deve svenire.

Succede tutto in pochi attimi, intorno alle nove di sera, mentre ritorna dal lavoro. Sta camminando in una -apparentemente- zona tranquilla residenziale poco distante dal suo quartiere, con la voglia matta di farsi una doccia e togliersi la malinconia che in quei giorni lo circondavano. Un auto lo affianca a passo d'uomo e uno sconosciuto gli apre la portiera; Lo afferra da dietro tappandogli la bocca. Il ragazzo si dimena furiosamente, sbanda sui suoi lacci delle scarpe, e l'aggressore ne approfitta per infilare qualcosa in bocca: Un fazzoletto appallottolato che gli lascia un sapore amaro sulla lingua.
Scivola a terra come una marionetta senza fili, il suo rapitore ha avuto vita facile.

Si sente come un leone ferito che cerca una via di fuga tra le sbarre della gabbia.
"Prova ad urlare e ne pagherai le conseguenze" Lo avverte con tono fermo.
La voce non gli era nuova. Lo conosceva? Smette di protestare per paura di una reazione violenta. Rimane fermo, rigido, in piedi, chiudendo gli occhi per estraniarsi dalla situazione.
"Non so cosa tu pretendi da me, non sono una persona ricca, ho una carta di credito nel portafoglio, prendilo e lasciami libero" Trattare, nella sua situazione, era l'unica cosa da fare.
"Non voglio i tuoi soldi" Ribatte.
"Non ho niente da darti" Sembra quasi una supplica.
Tienilo a bada, controlla la paura, respira lentamente, combatti.
E' nel mezzo di quei pensieri cupi che lo spinge sul pavimento, schiacciandolo a terra con un ginocchio; gli trattiene una mano dietro la schiena e approfitta del suo tentativo di ribellione per bloccargli anche la seconda mano.
"Chi sei? Mi fai male" Si lamenta.
"Non fare l'innocente Harry, lo sai chi sono"
Non può arrivare a tanto, oppure si? Un collega gli aveva detto che era capace di tutto.
"Perché sono qui?"
"Non hai ancora capito? Voglio che mi appartieni."
Deglutisce, un brivido gelido corre lungo la spina dorsale.
"Non puoi farmi questo, è crudele"
"Quante volte sei stato crudele nei miei confronti?" Gli chiede.
"Non so chi sei, ma se sei chi penso io non saresti capace di farmi del male" Sente il sapore salato delle lacrime scorrere lungo le guance e scivolare fino alle labbra.
"Sarà più divertente farlo mentre ti ribelli. Tranquillo, te lo farò piacere"
"La tua violenza non può piacermi!"
"Smettila di lamentarti. Inginocchiati!" Afferandogli le braccia lo costringe a inginocchiarsi. Harry sente il suono di una lampo e avverte un contatto strano e umido sulle labbra.
"Assaggialo, volevo fartelo assaggiare il primo giorno che ti ho incontrato" Il ragazzo scuote la testa, ma lui insiste, forzandogli le labbra senza ritegno.
"Hai una bocca calda, bella. Come? ti piacevano i maschi, forti e virili? Sono abbastanza virile per te, adesso?"
L'ultima frase, gli da conferma definitiva dell'aggressore: Louis.
Affonda le dita nelle ciocche castane, accarezzandolo dalla nuca fino alla sommità del capo. Prosegue nel tentativo mormorando frasi a voce strozzata, incitandolo a leccare e succhiare, a prenderlo dolcemente e poi più forte.
"Sì, amore mio, così. Vai. Senti cosa mi fai?"
Si separa da lui inginocchiandosi, lo bacia con forza, aprendogli le labbra come aveva fatto con il suo sesso.
"Non baciarmi!" Si oppone risentito.
Lo riempie di baci violenti e dolci insieme che gli scaldano le guance. Ha un modo di accarezzargli l'interno del palato e la punta della lingua con la sua.. ci sa fare.
"Dio quanto sei bello, così sporco di me. Sei bello. Perché non mi credi quando te lo dico? Perché non ti lasci baciare?" Arrossisce di più, associando il volto del ragazzo che l'ha ossessionato per sette buoni mesi.
Innervosito dal suo silenzio, il liscio si rialza, riprendendo a muoversi entrando sempre più in profondità, stando ben attento a non arrivargli alla gola..
"Mi fai diventare matto! Come possono uscire tante sciocchezze da una bocca così? Dovresti usarla per motivi più piacevoli, tipo questo. Da oggi ti chiamerò labbra di velluto" Geme mentre raggiunge l'orgasmo, lo trattiene con crudeltà, per costringerlo ad ingoiare.
"Adesso dimmi se non è bello succhiare!"
"Ti prego, non farmi del male" La voce è roca, e non è colpa del rapporto orale. Lo vuole umiliare? E' questo il suo scopo? E perché?
Ha brividi lungo la schiena e non sa ancora se è colpa del narcotico o della sua antica debolezza per lui.
Louis è capace di tutto.

Vendetta ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora