capitolo 2 - Farfalle nello stomaco e panico -

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Capitolo 2

-Farfalle nello stomaco e panico.-

La porta si chiuse ed io automaticamente sospirai. Credo di aver trattenuto il respiro fino a quel momento.

“Non dirmi che ti sei presa una cotta per Ashton?” mi lanciò uno sguardo pieno di stupore. Alzai gli occhi al cielo e mi diressi verso il bagno.


La mattina seguente ci svegliammo tutti di buon ora ad eccezione di Mia che non credo si sarebbe svegliata prima di mezzogiorno l’avevo sentita piangere fino alle due del mattino. Non sarebbe stato facile dimenticarsi di Jake. Era stato il secondo ragazzo con cui era stata ed era innamorata di entrambi solo che il primo aveva avuto un incidente in moto e fu dichiarato morto sul colpo . Credo che non si sarebbe mai più fidata di un ragazzo, conoscendola. Scesi le scale. Il mio pigiama consisteva in un paio di pantaloncini e una maglietta scollata che lasciava intravvedere tutto. Sbadigliai prima di entrare in cucina. Trovai Luke e Ashton che cercavano di preparare il latte credo. Risi, non erano capaci. Si girarono verso di me.
“Buongiorno bella!” disse Luke venendomi a dare un bacio sulla testa.
“Facile?” chiesi ridendo per poi andarmi a sedere.
“Si, Katrin ed io ci siamo baciati! E sono più che sicuro che muore per me, quando mi vede ha gli occhi a cuoricino!” disse lui sognando ad occhi aperti
“Sei consapevole che ti stai facendo dei castelli come una ragazzina in piena crisi adolescenziale di dodici anni?”
Ashton rise alla mia affermazione. Ah .. il suono della sua risata! Una strana sensazione si impossessò del mio stomaco.
Si girò e appena incrociò il mio sguardo mi iniziò a fissare. Un  fuoco si stava impossessando delle mie guance. Ero chiara e di sicuro si sarebbe notato. Luke sghignazzò prima di tornare a preparare la colazione.
Mi schiarii la voce. “ Che lezione avete alla prima ora?” chiesi grattandomi la nuca.
“Diritto tu?” mi chiese Ashton giocando distrattamente con il suo telefono.
“Fisica” alzai le spalle prima di risalire al piano superiore dell’abitazione. Prima di entrare in camera tirai un sospiro di sollievo. Dopo una veloce doccia mi preparai e uscii di corsa da quella benedetta casa. In spalla avevo la mia borsa e nelle orecchie le cuffiette del mio mp3 con ‘ naver say  never’ dei The fray. Il college era vicino alla casa di Luke e in dieci minuti sarei arrivata se non fosse che dopo tre secondi dalla mia partenza il suono di un clacson mi fece sobbalzare. La macchina di mio cugino accostò vicino a me. Abbassò il finestrino. “Che c’è?” chiesi “Dai Sali, ci mettiamo la metà del tempo.” Annuii prima di sedere sui sedili posteriori. Aveva ragione Luke, ma non aveva considerato il traffico alle 8:00 di un lunedì mattina a Washington. Sbuffai. Dopo un paio di minuti, forse in più del doppio del dovuto ci trovammo del parcheggio della acpa college student educators.

“A dopo ragazzi!” faci un cenno ad entrambi.

Mi avviai in classe. Anche se era il mio primo anno al college, mi sapevo orientare bene. Il college di solito, per quanto riguarda il comportamento delle persone si divideva in due parti: le persone asociali, e le persone super popolari. Io mi definivo più senza vita sociale, ma a prescindere da questo non era né timida né introversa. Mi sapevo relazionare un po’ con tutti, solo che non mi piaceva andare per discoteche a bere.
Entrai in classe appena prima dell’insegnante. La fisica era un delle mie materie preferite, naturalmente dopo Filosofia. L’insegnate prese a spiegare un nuovo argomento ‘ La Legge dell'Attrazione’

“La legge dell’attrazione è una delle leggi che governano l'Universo.

Una espressione che ne sintetizza molto efficacemente il significato è "simile attrae simile".

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