Le parole non sempre raccontano una storia

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Nao si alzò lentamente dal divano, mi guardò e fui rapita dalla profondità di quello sguardo.
Avevo capito cosa voleva dirmi.
Era preoccupato e consapevole di quello che stava succedendo,voleva dirmi che mi amava e che sarebbe andato tutto bene, di nascondermi e non correre rischi.
Lo capivo perché era esattamente quello che volevo per lui, ma sapevo che non si sarebbe mai nascosto.
Lui andò in camera da letto a prendere le pistole.
La porta sbatteva e sembrava minacciare di cadere giù da un momento all'altro, i colpi rimbombavano nelle pareti facendo vibrare la casa.
Prima di andare a nascondermi passai per la cucina a prendere un coltello così che nel caso avrei potuto aiutare Nao.
Avevo paura.
Mi ero nascosta dietro al divano e tremavo.
Avevo paura di davvero troppe cose in quel momento.
Avevo imparato a combattere e in molte occasioni ero riuscita a dare una mano a Nao, ma adesso sapevo che le mie capacità sarebbero state solo un peso.
Nao era pronto.
Si nascose dietro la porta e attese che lo straniero la sfondasse.
L'attesa era terribile, ogni colpo poteva essere l'ultimo.
Non mi sarei mai dimenticata di quel suono sordo.
Dopo poco i cardini della porta cedettero dando vita ad un bagno di sangue.
Black Star entrò sparando a pieno regime.
Urlava,sbraitava e rideva.
Aveva trovato le sue prede.
Era felice il bastardo.
Nao usò la porta per proteggersi dai colpi e rispondere a sua volta.
Il rumore era assordante.
"Vattene! Non ti abbiamo fatto nulla! Lasciaci in pace!"
Nao provava a ragionare con l'aggressore, ma ovviamente era inutile, quello per risposta rideva e sghignazzava.
Un ghigno meschino gli deturpava il volto.
Non indossava la sua maschera.
Adesso capivo perché la indossava.
Era orribile. Indescrivibile.
Si divertiva, chissà da quanto tempo stava aspettando di massacrarci ed ora poteva realizzare il suo desiderio.
Nao impugnò la sua fedele 44magnum e sparò. Sparò. Sparò.
Ma nessun colpo andò a segno.
Quel bastardo schivava di tutto e nel mentre attaccava pure.
Era incredibile.
Nao gli scaricò contro il primo caricatore ma nessun colpo andò a segno.
Era agile, maledettamente scaltro.
Black Star colse il momento in cui Nao stava ricaricando l'arma per ingaggiare un combattimento corpo a corpo. Per lui era più divertente così.
Con potenza e brutalità riuscì a colpire Nao una volta al volto e la successiva al ventre, lui indietreggiò ma non si distrasse e contrattaccò.
Rispose ai due colpi subiti con un pungo alla gola e una gomitata nel punto solare.
Il nemico caracolló all'indietro frastornato, si rialzò subito e riprese la pistola.
Sparò ma Nao riuscì , seppur a stento, a schivare i colpi.
Era un combattimento frenetico ed era impossibile stabilire chi fosse in vantaggio.
Era da tanto che non vedevo 'Rock' e la cosa mi intimoriva, non l'avevo mai visto così aggressivo, rabbioso.
Sembrava una bestia feroce a caccia.
Nao prese un coltello e lo lanciò colpendo Black star alla gamba, questo perse un attimo l'equilibrio ma non permise a Nao di colpirlo nuovamente.
Anzi prese il controllo della situazione.
Si nascose dietro l'entrata della cucina e iniziò a sparare con una calibro 429.
Uno dei colpi andò a segno lacerando la carne di Nao.
Un urlo gutturale e primordiale squarciò la stanza.
Era stato colpito all'addome.
Un ondata di panico mi assalì .
Cosa potevo fare? Come potevo aiutarlo?
Il volto di Nao si stava deformando a causa del dolore ma non dava segni di cedimento.
Restava concentrato e composto cercando un' opportunità per poter attaccare.
L'avversario sogghignava soddisfatto del vantaggio che aveva appena ottenuto.
Era focalizzato su Nao.
Lentamente mi alzai e carponi cercai di avvicinarmi a Black Star.
Con una calma che non mi apparteneva gli fui dietro e lo pugnalai al fegato affondando il coltello in profondità.
Lui si girò di scatto per colpirmi il volto, mi sentì mancare ma non lasciai la presa sul coltello e lo pugnalai altre tre volte.
Non sapevo cosa stavo colpendo, ormai ero preda della rabbia e dell'adrenalina.
Lui mi guardò furente, i suoi occhi ridotti a due fessure malvagie.
Voleva uccidermi.
Tutta la sua essenza me lo comunicava.
Provò a dirmi qualcosa ma il sangue gli occupava la bocca e il corpo non gli rispose.
Le gambe gli cedettero e cadde all'indietro.
Spirò in un lago di sangue nel giro di poco. Non potevo crederci.
C'è l'avevo fatta.
Era morto.
Il nostro incubo più grande era finalmente finito.
Mi girai verso di Nao, incontrai il sui sguardo e rimasi scossa nel vedere quanto era pallido il suo volto. La testa gli girava e barcollava avanti e indietro con passo malfermo, ma si resse in piedi e con la testa che gli ciondolava languida sul petto, continuò ad avanzare incespicando.
Corsi da lui per sostenerlo ma nel momento in cui gli fui vicina cadde stremato fra le mie braccia.
Era debbole, il sudore gli imperlava la pelle ed il sangue fuoriusciva copioso.
Le lacrime iniziarono a rigarmi le guancie mentre lo osservavo sforzarsi di respirare. Nella mia mente rievocai ogni momento del tempo passato insieme.
Rabbrividendo in tutto il corpo per il freddo e la spossatezza Nao tentò di sollevarsi in piedi ma poi, con un tremito più forte , ripiombò pesantemente al suolo e precipitò in uno stato di insensibilità.
Era cosciente ma non proprio.
Mi sentiva piangere e avrebbe voluto consolarmi , asciugarmi le lacrime, ma il braccio non si alzava, troppo debole per fare qualsiasi cosa.
"Non puoi lasciarmi così! Assolutamente non puoi!
C'è l'abbiamo fatta Nao, siamo liberi! Non dobbiamo più vivere nella paura del suo arrivo, nella paura di perdere la nostra quotidianità.
Adesso siamo liberi e potremo vivere come delle persone normali!
Ti prego, ti prego Nao, se non è con te non ha senso aver riacquistato la libertà.
Voglio passare la mia vita con te.
Mi senti? Nao ti amo! Ti amo da impazzire!"
Ma lui non la sentiva, non più.

Innamorata del mio assassinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora