Capitolo 11

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Liam parcheggiò nel vialetto di casa sua. Scese e andò ad aprire lo sportello a Christine. Lei scese sorridendo e lui fece intrecciare le loro mani. Andarono verso la porta e lui l’aprì. Entrò seguito da lei, che si guardava intorno. L’ingresso dava su un soggiorno molto ampio e luminoso. I colori predominanti erano grigio, bianco e nero. Il divano di pelle grigia era in mezzo alla stanza, davanti alla grande tv. Sulla sinistra c’era un piccolo corridoio che portava alla cucina. Infondo alla stanza c’era il bagno e di fianco, le scale che portavano al piano superiore. Era una casa nuova, moderna. Sulle pareti c’erano alcuni dipinti e Christine si avvicinò a guardarli. Lui rimase fermo sulla porta mentre la  guardava passare la mano sul vetro della cornice. Era così presa a guardare i colori e la tecnica con qui era stato fatto quel dipinto, che non si accorse che lui si era avvicinato. L’avvicinò a sé, appoggiando il petto alla sua schiena e le mise le mani sui fianchi. Appoggiò il viso sulla sua spalla e con la coda dell’occhio vide che sorrise. Iniziò a lasciarle dei baci che partivano dalla linea della mascella e terminavano alla base del collo. Sentì la sua pelle rabbrividire sotto il suo tocco.

«E’ interessante come è steso il colore» disse continuando ad osservare il quadro. Lui ridacchiò annuendo, continuando a lasciarle dei baci.

Christine stava cercando con tutta sé stessa di resistere. Cercava di concentrarsi sul quadro, ma le riusciva difficile con Liam che continuava a baciarle il collo. Il suo corpo reagiva automaticamente facendola rabbrividire. Le spostò i capelli sulla spalla sinistra e abbassò la felpa in modo da scoprirle la spalla destra. Iniziò a lasciarle alcuni baci anche lì e il respiro le divenne più pesante. Cercò di prendere dei lunghi respiri per calmarsi, ma non contarono a niente quando lui infilò le mani sotto la sua felpa, mettendo a contatto la sua pancia calda con le mani fredde. Iniziò a farle piccoli cerchi mentre succhiava insistentemente un pezzo di pelle sulla spalla. A quel punto lei si girò, trovandosi davanti la bellezza fatta a persona. Liam aveva le labbra rosse e le guancie rosee, i suoi occhi esprimevano malizia e la sua bocca era tirata in un bellissimo sorriso. Gli mise le mani dietro il collo, facendole giocare con i suoi capelli. Lui avvicinò il viso facendo incontrare le loro labbra. La lingua del castano si insinuò nella sua bocca, incontrando la sua. Le mani di Liam, che erano ancora sotto la felpa, cominciarono a scorrere sulla sua schiena. Prese poi l’orlo e gliela tolse, appoggiandola al divano dietro di sé. Aveva uno di quei reggiseni normalissimi, a tinta unita, senza niente di più ma a lui piaceva così tanto. Lei non aveva bisogno di quelle cose sfarzose, perché stava benissimo anche così.  Indietreggiò fino a stendersi sul divano. Lei era sopra di lui e il castano si beò di quella visione. Christine aveva le gambe ai lati del bacino di Liam e i suoi lunghi capelli erano dappertutto. Fece scendere la sua mano destra verso il basso, fino ad arrivare all’orlo dei jeans. Giocò un po’ con il bottone, indecisa sul da farsi. Non voleva che pensasse che si sentisse obbligata, perché non lo era, ma voleva dimostrargli che poteva venire da lei per qualunque bisogno, e non andare dalla prima che passava. Alla fine si decise e slacciò il bottone. Abbassò la  cerniera e tirò un po’ giù i jeans. Iniziò a passare con un dito sulla linea dell’elastico. Stava per infilare la mano nei boxer, quando Liam gliela fermò.

«Lo sai che non sei obbligata vero?» lei sorrise.

«Non lo faccio perché devo, lo faccio perché voglio» lui sorrise e annuì. Riavvicinò il viso al suo, ricominciando a baciarlo. Infilò la mano nei boxer sfiorando il suo punto sensibile. Liam rafforzò la presa sui suoi fianchi, sotto quel tocco così innocente ma comunque così esperto. Chris lo prese in mano e iniziò a fare movimenti regolari. Dalla bocca del castano iniziarono ad uscire degli sbuffi. Iniziò ad aumentare il ritmo e la presa sui suoi fianchi iniziò a diventare dolorosa, ma non gliene importava. D’ora in poi sarebbe stata lei e solo lei a poterlo toccare così. Sarebbe stata l’unica a fargli provare piacere, e ed era felice di questa cosa. Stava realizzando che ormai lei era sua e solo sua, e lei voleva esserlo ma non l’avrebbe ammesso a lui, magari non ancora. Iniziò a lasciargli dei baci sulla mandibola e sul collo. Si concentrò su un pezzo di pelle del collo, lasciato scoperto dalla maglia. La presa sul suo fianco sinistro aumentò sempre di più. Le scappò un gemito di dolore ma se ne fregò, Liam invece no. Se ne accorse, e infatti mollò il fianco e prese il divano. Strinse il tessuto fra le dita fino a farsi diventare le nocche bianche. Chris aumentò sempre di più il ritmo, mentre sentiva che il petto del ragazzo sotto di lei iniziava a contrarsi.

«C-Chris» sbuffò Liam ma lei lo zittì con un bacio.

«Sta zitto» aumentò ancora i movimenti, sentendo che la presa sul fianco destro iniziava a fare male come la sinistra. Liam mollò la presa dal divano e passò la mano fra i lunghi capelli, facendoci intrecciare le dita. Christine iniziò a sentire un liquido caldo sulla mano, mentre i muscoli di Liam si contraevano sempre di più. In un momento, la sua mano fu piena di quel liquido e Liam iniziò a prendere respiri profondi. Chris alzò il viso incontrando i suoi occhi. Erano leggermente lucidi e la guardavano ammaliato. Delle goccioline di sudore scendevano sulla fronte e la bocca era tirata in un sorriso. Si avvicinò lasciandole un bacio a stampo. Gli tirò su i boxer e si stese al suo fianco. Lui rise e la strinse a sé.

«Grazie» 

«Non c’è di che» disse ridendo. Lui sorrise e si allontano leggermente per guardarla negli occhi.

«Non intendevo per avermi tirato su i boxer, ma per quello che hai fatto» lei sorrise contro il suo petto. Liam vide che le sue guance diventarono un po’ rosse.

«Non me lo sarei mai aspettato» lei ridacchiò e appoggiò i gomiti sul suo petto, guardandolo negli occhi.

«Quindi ti ho sorpreso?» lui annuì.

«Si, ed è stata una sorpresa ben accetta» gli diede uno schiaffo sul petto.

«Sei un coglione» lui rise.

«Oh lo so bene» gli lasciò un bacio a stampo e si alzò da lui. Liam, in un momento, alzò il busto puntellando i gomiti sul divano. La osservò mentre prendeva la sua felpa e se la infilava.

«Dove vai?» si girò verso di lui.

«Ho fame, in questa casa esiste una cucina?» lui rise buttando indietro la testa.

«E’ la porta davanti a te» lei si voltò e iniziò a camminare verso la cucina. Liam rimase a guardarla. Quei jeans le stavano benissimo, le fasciavano le gambe magre alla perfezione e facevano risaltare il fondoschiena. Non riusciva a credere che ormai quella ragazza era sua. Le aveva promesso che non sarebbe più andato con nessun’altra, e non l’avrebbe delusa. Però non riusciva a smettere di pensare a quei movimenti esperti che aveva fatto qualche minuto prima. Voleva sapere con chi era andata per prima, ma probabilmente era meglio se non lo sapesse perché se no gli avrebbe spaccato la faccia, chiunque fosse. Scrollò la testa, cercando di non pensarci. Si alzò dal divano e si riallacciò i jeans. Si sistemò la maglia e si passò una mano fra i capelli. Si voltò, raggiungendola in cucina. Appena entrò vide che era in punta di piedi, con la mano destra che reggeva il ripiano e la sinistra che cercava di prendere un piatto. Borbottava fra sé e sé, mentre cercava di allungarsi un po’ di più.

«Andiamo» staccò un piede da terra arrivando quasi a prendere quello che le serviva.

«Forza Chris, ancora qualche centimetro» si disse. Sbuffò e tornò a toccare per terra.

«Perché devo essere così bassa?» in un momento sentì il petto del castano aderire con la sua schiena. Il suo corpo la sovrastava e vide il suo braccio prendere il piatto. Lo appoggiò sul ripiano davanti a lei ma continuò a starle vicino. Lei si girò lentamente, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso. Si guardarono negli occhi per minuti interminabili e lei si ritrovò a respirare più pesantemente.

«G-Grazie» lui sorrise.

«Non  c’è di che» disse citando la frase che aveva detto lei qualche minuto prima. Lei rise leggermente e lui continuò a guardarla. Chris sentì le gote arrossarsi.

«Perché mi fissi?»

«Perché sei bellissima» lei abbassò il viso sorridendo. Liam le mise due dita sotto il mento e le rialzò il viso. Avvicinò il suo, facendo scontrare le loro labbra in un bacio casto e veloce.

«Hai ancora fame?» lei annuì.

«Si ma è già tardi, fra mezz’ora inizio il turno al bar. Mangerò qualcosa lì» il castano si voltò a guardare l’orario sull’orologio appeso al muro. Doveva essere al pub fra un’ora.

«Okay, devi passare da casa prima?» lei scossò a testa.

«Allora andiamo» la prese per mano ed uscirono dalla cucina. Superarono il salotto e il castano aprì la porta. La fece uscire a si chiuse la porta dietro, dando un giro di chiave. Raggiunsero la macchina nel vialetto e le aprì la portiera. Lei salì sorridendo mentre Liam la guardava in ogni minimo particolare. Salì anche lui e mise in moto. Fece retromarcia e iniziò a guidare verso il bar.

«Devi fare qualcosa oggi pomeriggio?» gli chiese e vide i tratti della sua mascella indurirsi. Annuì leggermente, continuando a guardare la strada.

«Posso sapere cosa?» lui si girò verso di lei e vedendola con quello sguardo così tranquillo e innocente, non riusciva a nasconderle tutto.

«Devo andare al pub» disse restando molto sul generico. Lei annuì abbassando il viso.

«Okay capito, non sono affari miei» lui scattò girandosi verso di lei.

«Te lo vorrei dire, davvero ma non posso. E’ per la tua sicurezza, meno cose sai meglio è» lei alzò il viso guardando la strada. “E’ la stessa identica cosa che mi disse Joe” pensò continuando a guardare davanti a sé. Liam vedendola così persa, la richiamò.

«Cosa c’è?» lei fece un movimento con la mano come per dire che non era nulla di importante.

«Nulla, è che una persona di mi disse la stessa identica cosa» strinse il volante.

«Posso sapere chi?» lei scossò la testa.

«Magari un altro giorno» lo strinse ancora più forte. In pochi minuti arrivarono davanti al bar e Liam accostò vicino al marciapiede. Christine stava per aprire la portiera ma la fermò prendendole il braccio.

«Cosa c’è?» chiese girandosi verso di lui. La guardò per qualche secondo e poi si fiondò sulle sue labbra. Nonostante le avesse baciate poco tempo prima, gli mancavano già troppo. Si staccò, appoggiando la sua fronte a quella di lei.

«Ora puoi andare» lei rise e aprì la portiera, scese e lui tirò giù il finestrino. Lei si appoggiò contro la macchina.

«Qualunque cosa tu debba fare al pub, stai attento. Per favore» lui annuì guardandola negli occhi. Era veramente preoccupata per lui.

«Ci sentiamo più tardi» si allontanò dalla macchina e dopo un ultimo sguardo, Liam partì. Christine si girò verso la porta del bar. Sbirciò dai vetri per vedere chi c’era e vide Niall seduto alla cassa. Aveva la matita infilata dietro l’orecchio ma ogni tanto la tirava via e la mangiucchiava, per poi rimetterla fra i capelli biondi. Aveva l’aria pensierosa e il suo sguardo perso nel vuoto era la conferma. Chris prede un bel respiro e aprì la porta. Era pronta ad affrontarlo. 

Spazio me.
Salve salvino bella gente.
Volevo dirvi solo una cosa quindi faccio in fretta.
Ho pubblicato il primo capitolo di una ff su Ashton, si chiama Photograph. 
Mi piacerebbe se passaste a leggerla, e magari dirmi cosa ne pensate.
Bene, ora vado.

Ele x

Afire Love || Liam Payne || (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora