Un caldo afoso sembrò soffocare le vie aeree di Simon; le palpebre erano incollate e serrate per il lungo sonno. Mosse le dita delle mani e sentì la frescura di un lenzuolo di cotone.
Aprì gli occhi e alla luce tiepida del mattino riconobbe la sua camera: la scrivania ben ordinata alla sua sinistra e in corrispondenza dell'ampia finestra, la libreria su cui si alternavano libri e studi biblici, in cui svettava la foto di Padre Peter. L'uomo dell'immagine sorrideva in un'espressione pacifica e eterea; pochi capelli bianchi contornavano il capo e gli occhiali erano poggiati sul naso importante.
L'immagine di colui che per primo gli aveva mostrato il Regno di Dio-attuabile in una famiglia dove il padre cura ogni anima come figlia unigenita-gli trasmise un senso di pace e rilassamento; si mise seduto, strofinandosi gli occhi con tre dita, cercando di riprendere il controllo degli arti indolenziti muovendo dapprima i piedi nudi, poi roteando le caviglie, stirando le braccia verso il soffitto.
Un brusco colpo alla porta interruppe quella pratica rinvigorente.
«Un attimo!» esclamò, dando una fugace occhiata alla ricerca della sua vestaglia di cotone: aveva dormito con canottiera e bermuda da quando aveva memoria.
«Simon, sono io. Nathan.»
In un sospiro, afferrò una maglia bianca a maniche corte. «Entra pure!»
Non era strano per Simon ricevere visite nel suo studio, dove un lettino singolo posto in fondo alla stanza, con un comodino e una cassettiera, lo dotava di tutto ciò di cui aveva bisogno. Spesso si era trovato nella condizione di doversi vestire in fretta per risolvere i problemi quotidiani a cui una comunità come la sua doveva far fronte.
In quel caso, viste le condizioni del Padre della Chiesa di Filadelfia, Nathan aveva preso il comando, risolvendo dal più piccolo litigio, alle problematiche delicate, forte del suo spirito di iniziativa e dell'autorevolezza ereditata dal padre, ex commissario di polizia.
La porta si aprì con estrema lentezza, facendo apparire la testa riccioluta di Nathan che si apprestava ad entrare nella stanza di spalle. Aveva dovuto piegare la maniglia con il gomito, perché le mani erano impegnate nella stretta di un vassoio d'argento in cui oscillava una tazza fumante di latte e miele e tre fette biscottate.
A piccoli passi si era diretto verso la scrivania e, poggiando il vassoio, prese la tazza e la posò sul comodino accanto a Simon, facendo attenzione a non scottarsi.
«Come ti senti?» gli chiese, rimanendo in piedi, con le mani ai fianchi, rivolgendogli uno sguardo preoccupato.
«Confuso.» sospirò.
«Lo credo bene...» disse, muovendosi verso la poltrona posta innanzi alla scrivania per girarla verso la sua direzione e sedersi.
«Ho pensato di vedere il Padre...»
Nathan ispirò profondamente e quasi come rivivendo l'esperienza che li aveva visti coinvolti, si lasciò andare con tutto il peso nello schienale.
In quegli istanti di silenzio si udirono le voci indistinte dei giovani e dei bambini che iniziavano a riempire il cortile; arrivarono come un eco nella stanza, attraverso l'apertura dell'ampia finestra. Poi, Simon alzò lo sguardo illuminato di speranza nella direzione di Nathan. «Li hai trovati?» Pronunciò, colto da uno strano sentimento di ansietà.
L'altro si piegò in avanti, avvicinando la poltrona al letto.
«È stata dura qui, una settimana senza di te.» confessò, strofinandosi gli occhi con i palmi e i gomiti puntati sulle ginocchia.
«Ho dormito così tanto?» corrugò la fronte, Simon.
«No, ma quasi.»
«Non ricordo nulla...»
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The Name of Jesus Christ
ParanormalLa cittadina di Filadelfia sembra un borgo tranquillo, in cui la gente comune passa la giornata senza occuparsi degli strani avvenimenti che accadono da diverso tempo. Tuttavia, Simon si ritrova - suo malgrado - a combattere per la salvezza delle an...