Epilogo

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Epilogo

Una villa nei pressi di Arcachon, nel grazioso villaggio di Le Moulleau, i cui pini scendono fino alle rive del golfo.

Véronique è seduta in giardino. Otto giorni di riposo e di gioia hanno ridato freschezza al suo bel viso e assopito i brutti ricordi. Guarda sorridendo suo figlio, che, in piedi un po' più lontano, ascolta e interroga don Luis Perenna. Guarda anche Stéphane e i loro occhi dolcemente s'incontrano.

Si capisce che c'è tra loro, per l'affetto che entrambi nutrono nei confronti di François, un legame che li unisce da vicino e trae forza dai loro pensieri segreti e dai loro sentimenti confusi. Nemmeno una volta Stéphane ha ricordato le dichiarazioni che ha fatto nella cella delle Lande Nere. Ma Véronique non le ha dimenticate e la profonda riconoscenza che prova per chi ha allevato suo figlio è mista a un'emozione speciale e a un turbamento di cui assapora il fascino, a sua insaputa.

Oggi don Luis, che la sera stessa in cui il Tappo di cristallo li ha condotti tutti alla villa di Le Moulleau prendeva il treno per Parigi, è arrivato all'improvviso all'ora di pranzo, in compagnia di Patrice Belval e, da un'ora che sono in giardino, accomodati su sedie a dondolo, il ragazzo, con il volto roseo di eccitazione, non smette di fare domande al suo salvatore.

«E allora, che ha fatto?... Ma come faceva a sapere?... E chi l'ha messa sulla buona strada?...».

«Mio caro», osserva Véronique, «non temi d'importunare don Luis?»

«No, signora», risponde don Luis, che si alza, si avvicina a Véronique e le parla in modo che il ragazzo non senta, «no, François non m'importuna e, anzi, ci tengo a rispondere alle sue domande. Ma confesso che m'imbarazza un po' e temo qualche gaffe da parte mia. Vediamo, che cosa sa esattamente di tutto il dramma?»

«Quello che ne so io stessa, eccetto, beninteso, il nome di Vorski».

«Ma il ruolo di Vorski, lo conosce?»

«Sì, ma con qualche limitazione. Vorski è un prigioniero evaso, che ha raccolto le leggende di Sarek e, per impadronirsi della Pietra di Dio, ha messo in esecuzione la profezia che la concerneva, profezia di cui ho nascosto alcuni versi a François».

«E il ruolo di Elfride? Il suo odio nei suoi confronti? Le minacce che le ha fatto?»

«Parole di follia, di cui io stessa, ho detto a François, non capisco il senso».

Don Luis sorride.

«La spiegazione è un po' sommaria», dice, «e ho idea che François capisca benissimo che alcune parti del dramma devono rimanere e rimarranno nell'ombra per lui. L'essenziale, vero? Il fatto che ignori che Vorski fosse suo padre».

«Lo ignora e non lo saprà mai».

«E perciò – è qui che volevo arrivare – che nome porterà?»

«Che intende dire?»

«Sì, di chi si crederà figlio? Perché, lo sa anche lei, la realtà legale si presenta così. François Vorski è morto in un naufragio, come suo nonno, quattordici anni fa. E Vorski è morto, l'anno scorso, assassinato da un compagno. Legalmente non esistono più né l'uno, né l'altro, e allora?...».

Véronique scrollò la testa sorridendo.

«E allora, non lo so. La situazione, infatti, mi sembra inestricabile. Ma tutto si aggiusterà».

«Perché?»

«Perché lei è qui».

Lui sorrise a sua volta.

«Non ho più neppure il beneficio degli atti che compio e delle misure che prendo. Tutto si aggiusta a priori. A che pro darsi da fare?»

«Non ho ragione?»

L'isola delle trenta bare  (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora