~Nuova abitazione ~
I miei zii speravano che avrei detto di Sì a quel Signore che poteva essere mio nonno. Beh! Si sono sbagliati alla grande.
Ogni cellula del mio corpo treme.
Trema per la rabbia.
Trema per la paura.
Trema per la delusione.
Trema per la tristezza.
Non voglio stare un secondo di più in questa casa. Non mi importa se dormirò in strada. Basta che mi allontani da loro.
Aspetto che tutti si addormentano per poter lasciare questo posto.
Apro piano la porta della soffitta per vedere se era tutto spento.
Questa sera sono andati a letto presto. Di solito zia mette Casy a suonare il piano quasi fino a 00:00 di notte.
Scendo lentamente le scale per evitare di svegliare qualcuno.
Appena arrivo davanti alla porta dell'ingresso tiro un sospiro di sollievo, poggiando la mano sulla maniglia che viene fermata da un'altra mano.
Chiudo subito gli occhi pregando che non sia ne zia e ne zio. Sarebbe la fine.!
《Dove pensate di andare?》, mi domanda Lui.
Apro gli occhi e gli richiudo non credendo che fosse lui.
《Non sono cose che vi riguardano perciò lasciate il mio polso.》,esclamo nervosa.
《Non dirò niente a nessuno.》, mi promette prima di coprirmi con un cappotto nero,《Così nessuno capirà che siete una donna.》, mi spiega prima di dirigerci verso la seconda uscita della casa.
《Dove mi state portando?》, le chiedo.
《Non vi lascerò vagabondare sola di notte in strada tra mille pericoli.》.
《So badare a me stessa senza l'aiuto di nessuno.》,replico.
Non risponde, non dice niente mi fa solo salire su una carrozza. Penso che sia la sua perché il cocchiere non ha chiesto niente.
《Perché questo gesto?》, gli chiedo.
《Ve lo chiedo io a voi.》, vuole sapere.
Sicuramente penserà che sono pazza.
《I miei zii mi avrebbero fatto sposare anche senza il mio consenso. Per tutti questi anni mi hanno fatto passare l'inferno. So bene che mi merito tutto perché se non fosse per me loro sarebbero ancora vivi.》, cerco di trattenere le lacrime pronte a rigarmi il volto.
Dopo lo sfogo mi ricordo che lui diventerà presto il marito di Casy.
《Perdonatemi!》, chiedo subito scusa di aver parlato difronte a lui così dei suoi futuri suoceri.
《Per cosa? Per dire quello che pensate? O perché fatte quello che vi sentite e non quello che vi viene imposto?》, mi elenca alcune opzioni.
《Questa sono io. Nel bene e nel male.》, rispondo nell'istante in cui anche la carrozza si ferma davanti ad una villa enorme,《Di chi è questa villa?》.
《Mia. Dormirete qui dato che non volete far ritorno dai vostri zii.》, mi informa aprendo la porta e facendomi entrare.
《Grazie, ma non posso accettare. 》, mi sento in imbarazzo, lui però come se tutto fosse normale inizia ad accendere alcune candele iniziando ad illuminare il corridoio e infine il soggiorno,《Perdonatemi ma devo andare!》.
Sto per lasciarlo solo.
Sto per uscire da questa casa nuova ch'è più accogliente di quella dei miei zii.
《Dove pensate di andare? È notte fonda.》, mi blocca sulla soglia bloccandomi per il polso.
Mi giro ed incrocio il suo. Dalla prima volta che l'ho incontrato ho iniziato ad avere paura di guardarlo negli occhi. Ho paura perché mi sembra che egli possa vedere le mie ferite e le cenere in cui mi sembra di annegare.
《Non ha importanza! So cavarmela da sola.》, dico nella speranza che mi lasci il polso.
《Siete proprio cocciuta!》, esclama esasperato.
Non riesco a fermare un piccolo sorriso spuntare sulle mie labbra davanti alla sua frase.Sono sola in una casa non mia.
Cerco di dormire, ma gli incubi vincono sempre. E anche stasera mi tengono sveglia.
Sono le 06:00 di mattina quando lui varca la soglia di quella casa dandomi il buongiorno.
《Buongiorno!》, lo risaluto osservando ogni suo movimento.
《Vi ho portato la colazione. Tra in po' verranno dei domestici così non sarai sempre sola.》, mi informa con tono freddo.
《Cosa? No. Io vi ho aspettato per ringraziarvi e per dirvi che me ne vado.》.
Possa il suo sguardo su ogni cosa ma non su di me.
《Dove pensate di andare? Ditemi!》, vuole sapere e il tono che sia non mi piace per niente.
Chi pensa di essere.?!
《Questi non sono problemi vostri.》, replico nell'istante in cui entra anche Thomas con un'espressione divertita sul volto.
《Le vostra grida si sentono fino fuori.》, ci fa notare guardando prima me e poi l'amico.
Sto per dire non so cosa quando la stanza o io inizia a girare. Cerco di reggermi a qualcosa per non spaventare i due. Mi sento in un vortice di cenere che cerca di soffocarmi. Prima di chiudere del tutto gli occhi vedo il volto di Nicholas a pochi centimetri dal mio.《Allora Dottore!》, è la voce di Nicholas che parla con un Dottore. Perché c'è un Dottore?
Mi sta esplodendo la testa.
《Fattela riposare e bere molta acqua.》, consiglia il Dottore.
Cerco di alzarmi appena sento la porta chiudersi.
Pensavo fossi rimasta sola,《Dove pensate di andare?》, mi domanda Nicholas.
《Non posso rimanere qui!》, lo informo.
《Se non rimanete a letto a riposare e riprendervi vi chiudo a chiave, capito?! Avete bisogno di riposo.》, mi minaccia. Sembra quasi che voglia il mio bene. Ma in realtà è solo pietà.
Dopo il suo avvertimento mi lascia sola e io cerco di dormire e mi sembra di riuscirci. Mi sembra infatti! Le ceneri non tardano ad arrivare. Salto dal letto tremante e spaventata. Sono ai piedi del letto con le ginocchia raccolte al petto cercando di calmarmi. Nell'ultimo periodo non riesco a calmarmi come prima. Mi serve più tempo.
《Tutto bene?》, è la voce di Nicholas. Non alzo lo sguardo. Ho troppa paura che sia un incubo.
《Voi non siete qui. Io sono sola. Sola!》, dico, anche se penso che sia tutto nella mia testa.
《Non siete sola. Guardatemi!》, replica lui.
《No! Non voglio la pietà o la compassione di qualcuno. Non voglio la vostra pietà. Voi non siete qui.》, dico quasi piangendo per poi sentire il mio corpo tranquillizzarsi e io cadere nelle braccia di Morfeo.Mi sento, dopo tanti anni, riposata.
Cerco di riportare alla mente gli ultimi avvenimenti. Nella mente mi appare di volto di lui e come se avessi ricevuto una scossa mi giro alla mia sinistra. Non era un incubo. Lui era qui! Lui era reale!
Per colpa mia ha dormito per terra.
Non riesco a non guardarlo.
《Signor Nicholas!》, cerco di svegliarlo, 《Signor Nicholas!》.
Appena apre gli occhi sembra per qualche secondo smarrito, ma poi si alza di scatto e scusandosi freddamente mi lascia sola.
Non il coraggio di uscire dalla stanza.
Non ho il coraggio di incontrare il suo sguardo.
Appena se ne andrà lascerò questa casa.
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Non è Colpa Tua
RomanceOgni cosa di lei è cenere spenta. Carlotta è ricca, ma non le importa della ricchezza materiale. Per lei la ricchezza vera e propria sono la famiglia, gli amici. La vera ricchezza sono le persone. Una ragazza ribelle, una ragazza che non giudica le...