Mi resi conto di aver perso circa due ore sotto l'acqua calda della doccia sperando che il calore facesse evaporare gli orribili pensieri che da tempo rendevano affollata e pesante la mia mente.Cosparsi il mio corpo di un bagno schiuma alla vaniglia molto forte sperando che attutisse l'odore dell'erba che avevo appena finito di fumare.Alla fine la schiuma scivolava nel piatto doccia così come le lacrime che si mescolavano con il forte getto d'acqua calda.Avrei potuto marcire lì dentro ed annegare ma decisi che non era ancora arrivato il momento.Dovevo continuare ad affrontare il mondo,dopo tutto.Mia madre me lo ripeteva spesso da piccola :"Il mondo talvolta ti sembrerà crudele e ti farà perdere la giusta via.Tu non smettere mai di cercarla,mostragli chi sei e cosa sei in grado di fare."
Ritornai in me,mi avvolsi i capelli con un asciugamano,mi misi l'accappatoio e una volta uscita dalla doccia mi soffermai a guardare la mia immagine riflessa allo specchio.Capì perché Bet mi aveva detto che ero cambiata:le occhiaie mi solcavano il viso,gli occhi dapprima verdi erano diventati quasi neri,i capelli castani avevano perso la loro naturale lucentezza e i dieci chili che avevo perso cominciavano a farsi notare.La nuova e temeraria Paige non piaceva a nessuno,tanto meno a me.
Mi avviai verso la stanza da letto e quando allo stereo sentì "Kiss me"alzai il volume e cominciai a canticchiarla.
Ironia della sorte,la nostra canzone.Quanti ricordi aveva quella canzone.Era il nostro rimedio a tutto,SEMPRE.Mi truccai,mi acconciai i capelli come piaceva a lei e misi il vestito che mi aveva regalato e che le piaceva da impazzire.Uscì da casa con un sorriso forzato stampato in faccia,doveva essere un bel giorno, lo avevo promesso a lei ma soprattutto a me stessa.Le comprai una bellissima orchidea bianca con le venature rosa.Se mai fosse stata un fiore,sarebbe stata un'orchidea.Semplice e spettacolare nello stesso momento.
Mi avviai verso quella che chiamavo "casa sua"perché pronunciare la parola "ospedale"era diventato troppo difficile e dopo le solite rampe di scale raggiunsi la sua stanza con il fiatone.Mi soffermai prima di varcare la porta,immaginando come sarebbe stato trovarla sveglia e contenta.Ma anche questa volta fu il solito pensiero del cazzo.La salutai con un bacio sulla fronte e le canticchiai la canzoncina di buon compleanno.Pure quest'anno nessuno era venuto a trovarla,nemmeno per il suo compleanno.Mio padre non si era più fatto sentire dopo che ero nata e si era rifatto una vita con una donna brasiliana,lasciando mia madre sola con due bambine di undici e sette anni.Ricordo mia madre piangere ogni notte per quello che non poteva nemmeno essere considerato un uomo.Avevo voglia di vendicarmi e prenderlo a botte,non mi importava se portava il mio stesso cognome,non potevo di certo considerarlo mio padre.
Aprì il mio regalo per lei e lo posizionai sul suo comodino,insieme a una piccola dedica :"Sbrigati a svegliarti,il mondo senza te non vale la pena di essere vissuto,buon compleanno."
Ancora una volta abbracciai il suo corpo gelido,ripensando al giorno in cui ero stata così egoista da pensare solo a me e non a lei e a mia sorella.
Avevo appena scoperto Luke baciarsi con un'altra ragazza.Volevo fargli una sorpresa,il giorno dopo dovevamo partire insieme per i Caraibi e volevo mostrargli quello che volevo visitare a tutti i costi.Ricordo che mentre si baciavano io dalla macchina cominciai ad applaudire e a gridare 《Che scena romantica!Chi é il regista?Comunque sbattitela se non l'hai già fatto, ha i soldi ed è la figlia del carabiniere》 sgommai a velocità altissima mentre dallo specchietto guardavo Luke diventare rosso di rabbia.Una volta tornata a casa mia madre mi chiese di accompagnare lei e Sarah,mia sorella,ad un mercatino dell'usato.
L'unica cosa che mi riusciva bene era non far vedere come mi sentivo dentro,almeno prima che mia madre entrasse in coma.Durante il tragitto mentre ripensavo a tutto persi il controllo della macchina,mia sorella morì sul colpo e mia madre entrò in coma.Per quanto riguarda me,beh mi ferì gravemente e lottai per sopravvivere.
Solo dopo realizzai che la colpa era solo mia.Rovinai la vita di mia sorella e quella di mia madre in un unico istante mentre io,l'artefice di tutto,ero viva.Ebbi incubi per un anno intero,nemmeno le prove che era un problema alla macchina ad aver causato l'incidente mi rasserenerò.Il mio istinto suicida si era presentato più volte.Provai con la candeggina,tagliandomi.Ma poi capì che dovevo esserci per mia mamma e dovevo vivere la vita che avevo strappato ingiustamente a mia sorella.