Un mese dopo…
«Come fai? Non saresti felice nel porre fine a tutte le tue sofferenze?» Nila guardò negli occhi la ragazza. Il suo volto pallido era un pugno allo stomaco per chiunque, il suo sorriso solare invece era capace di far tremare chiunque, il suo sguardo fanciullesco rendeva Nila vulnerabile. Per queste persone esisteva Dio, sicuramente non per coloro che come lei avevano rinnegato qualsiasi buona opera. Lei aveva sempre privilegiato l'agonia più che la serenità. Non capiva nemmeno perché fosse stata in grado di entrare nella vita di Choi Myung-hee. Non meritava un simile premio. La presenza di quella ragazza nella sua vita era un dono, ma contemporaneamente una grande sofferenza.
«Sono umana Nila. Per quanto tutto questo mi procuri sofferenza, non riesco a lasciare la vita e la speranza. Lo faccio per i miei genitori e per l'amore della mia vita»
Nila non comprendeva. Giorno dopo giorno le condizioni della ragazza rimanevano le stesse, i medici avevano dei dubbi su una possibile guarigione perché il suo organismo non rispondeva in modo efficiente alla terapia. Nila era addirittura arrivata a pensare che Myung-hee non fosse stata informata a causa del suo perenne sorriso. Come poteva agire in quel modo, quando il suo corpo non era più in grado di lottare? Nila, talvolta, non aveva nemmeno il coraggio di guardarla in volto per la sofferenza che le procurava. Non la conosceva da sempre, come il suo fidanzato, tuttavia il legame che avevano stretto aveva un ché di ultraterreno. Il loro legame univa due visioni del mondo completamente opposte, due anime che forse non avrebbero mai potuto sfiorarsi se non fosse accaduto ciò che doveva avvenire.
«Namjoon-ah dov'è finito? Mi manca il suo bel sorriso»
Nila sussultò. Namjoon. Anche a lei mancava tremendamente la presenza del ragazzo, suo confidente ed angelo dalle ali macchiate. La sua partenza era stata facile da accettare, sebbene Nila avesse sempre creduto il contrario, forse era stata capace di non crollare per via del sorriso felice di Namjoon e la presenza divina di Myung-hee.
«È ritornato nella sua città, ad Ilsan. L'hanno ricoverato lì, dal momento che è migliorato molto in questi mesi» Fu difficile parlare di Namjoon come se egli fosse stato solo una breve comparsa nel suo spettacolo. Nila non voleva certamente che il suo amico rimanesse solo un ricordo sfumato, desiderava con tutta sé stessa che diventasse parte integrante della sua esistenza. Non voleva perderlo e lo stesso valeva per Myung-hee. Probabilmente la sua malattia la portava ad attaccarsi in modo viscerale a coloro che considerava suoi simili, eppure Myung-hee non lo era; ella era il suo contrario. Dunque perché Nila non aveva fatto altro che avvicinarsi a Myung-hee?
«Hai pianto? Non ti devi vergognare di averlo fatto, penso che questo te l'abbia detto pur il tuo dottore»
«Non ho versato una sola lacrima. Suppongo che sia a causa della mia anormalità. La mia mente non è collegata al cuore Myung-hee» Sconsolata, Nila non comprendeva davvero per quale motivo la sua mente avesse così tanti problemi. Era nata anormale oppure lo era diventata? Secondo il suo medico la sua condizione psichiatrica era frutto della sua infanzia e dell'ambiente in cui aveva sempre vissuto. Nila, a differenza di Namjoon, non vedeva nessuna uscita da quel tunnel buio. Non credeva in sé stessa, a differenza di tutti coloro che la circondavano.
«Tu non sei anormale Nila — le disse Myung-hee afferrando la sua mano — hai solo bisogno di tempo, le tue ferite sono profonde. Il percorso sarà lungo, tortuoso, ma io credo in te come fanno anche i tuoi amici di cui mi parli. Entro la fine di quest'estate saremo guarite entrambe, vedrai che sarà così, è una piccola promessa. Sarà bello uscire insieme Nila per Hongdae»
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𝐃𝐀𝐍𝐙𝐀𝐌𝐈 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 || 𝑃𝑎𝑟𝑘 𝐽𝑖𝑚𝑖𝑛
FanfictionIɴ ᴄᴜɪ ᴜɴᴀ ʀᴀɢᴀᴢᴢᴀ ɴᴏɴ ʀɪᴇsᴄᴇ ᴀ ғᴀʀᴇ ᴍᴇɴᴏ ᴅɪ ɪɴᴠɪᴅɪᴀʀᴇ ᴜɴᴏ ᴅᴇɪ ʙᴀʟʟᴇʀɪɴɪ ᴘɪᴜ̀ ᴘʀᴏᴍᴇᴛᴛᴇɴᴛɪ ᴅᴇʟʟᴀ sᴜᴀ sᴛᴇssᴀ ᴀᴄᴄᴀᴅᴇᴍɪᴀ. Uɴᴀ sᴛᴏʀɪᴀ sᴜʟʟᴇ ɴᴏᴛᴇ ᴅɪ Tᴄʜᴀɪᴋᴏᴠsᴋʏ ᴇ ᴅɪ "Bʟᴀᴄᴋ Oʀ Wʜɪᴛᴇ" Het-Slash Smut ©gukkie_bts