7 marzo 2016 (16 anni, 9 mesi)

8 0 0
                                    

Saggio breve: Vittime o carnefici?

Il bullismo è uno dei fenomeni più studiati in questi ultimi anni: si cercano le cause, le modalità in cui avviene e i giusti metodi per fermarlo o scoraggiarlo. Mentre fino a una quarantina di anni fa queste situazioni problematiche erano ignorate o addirittura ritenute idonee a "fortificare il carattere", oggi fortunatamente quest'idea non è più presente nella maggior parte delle istituzioni.
Le cause del bullismo sono da ricercare principalmente all'interno delle famiglie: i "bulli" ormai cominciano la loro opera intorno ai 7-8 anni e sono sia maschi che femmine. I bambini sono influenzati sia dalle aspettative genitoriali ("Tu sei più forte, tu sei più bella...") sia dai programmi televisivi violenti e immorali che, insieme alla pubblicità, i piccoli despoti guardano in quantità non adeguate alla loro età. Anche la società propone dei modelli inadeguati: non esistono fate o principesse brutte e grasse e in nessun cartone l'eroe si fa sconfiggere dal cattivo o si mette a piangere.
Per quanto riguarda le modalità, esse possono essere raggruppate sotto la definizione di diretto e indiretto. Il primo tipo (violenza fisica e/o verbale) è privilegiato dai maschi: li aiuta a sentirsi forti e vincenti; probabilmente questo è il loro unico modo per ottenere considerazione da amici e familiari. Il secondo tipo (pettegolezzi, maldicenze e cyberbullismo) è preferito dalle femmine perché considerato meno invasivo e più "femminile": in realtà, questo sottile gioco di tortura psicologica è paragonabile (se non peggiore) al metodo diretto, poiché le vittime il più delle volte non capiscono da dove arriva "l'attacco" e non sanno con chi confidarsi per paura di scatenare altri episodi del genere.*
Sul fenomeno del cyberbullismo è bene soffermarsi, poiché è incredibilmente diffuso ed è tipico dei nativi digitali. Come tutte le forme di bullismo indirette, non ha sintomi visibili (almeno finché la vittima non cade in depressione o sviluppa problemi alimentari e autolesionismi di ogni genere) perciò è bene abituare sin da piccoli i bambini a riferire ogni insulto, minaccia o presa in giro dei coetanei e soprattutto a non prestare attenzione a nessuna di esse. Il cyberbullismo presenta diverse caratteristiche peculiari: "Questa forma di devianza [...] si avvantaggia dell'anonimato consentito dall'uso delle tecnologie. [...] Il cyberbullismo non riceve il feedback immediato della vittima e in tal modo si favorisce la minimizzazione degli effetti del proprio comportamento, si riducono i sensi di colpa e non si attivano risposte empatiche verso la vittima."** Per questo è considerato il più pericoloso fra tutti i tipi di bullismo.
Come fermarlo? Molti esperti hanno concordato su una strategia di base: coinvolgere tutta la scuola e mettere bene in chiaro, ad alunni e insegnanti, che il bullismo non è apprezzato.***
Uno dei metodi più efficaci consiste nel togliere al bullo la fonte del proprio potere: il pubblico. Se esso comincerà a pensare che fare i prepotenti con i più deboli non è "figo", ma anzi un atteggiamento da rifiutare e denigrare, egli non avrà più una base solida su cui appoggiarsi e interromperà la sua azione. In diverse scuole, per i più recidivi, si è pensato a misure più drastiche come l'espulsione o l'obbligo di volontariato con persone disabili. ****
Giusto qualche settimana fa, in occasione del primo anniversario della Giornata Mondiale Contro il Bullismo e il Cyberbullismo, nelle scuole medie di molte regioni italiane è partito un progetto per sensibilizzare i ragazzi in merito a questo tema, con la visione di film, lettura di testimonianze e discussioni in classe.

* F. Alberani, "Il bullismo si elimina con una scuola competitiva", "Corriere della Sera", 4 dicembre 2006
** G. Aleandri, "Giovani senza paura", Armando Editore, 2008
*** Z. Farmella, A. Ricci (a cura di), "Bullismo e dintorni", Franco Angeli, 2011
**** S. Tiracchi, "Tra protagonismo mediale e violenza digitale: il cyberbullismo", in M. A. Gallina (a cura di), "Dentro il bullismo", Franco Angeli, 2009

Appunti

- Ho sostituito "non adeguati" con "inadeguati" e "metodo" con "tipo" per evitare ripetizioni. Noto che le ripetizioni sono un altro dei miei punti deboli.
- Ho corretto un uso improprio della d eufonica, che mi piace tanto usare ma che non so mai bene quando piazzare.
- Un sinonimo che ho imparato di recente per "nativi digitali" è "Generazione Z"
- La mia linea di pensiero è molto pregiudiziale e posso rendermene conto solo ora che sono maturata.

Parole nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora