che ne farete di me?

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Ci provai, ma accettai di andare da una specifica nutrizionista.
Aveva seguito mia zia, ed anche se costava tanto, sapevo che avrei ottenuto risultati.
Inizialmente mi preoccupai tantissimo, ma mi promise di andarci piano e di aumentare i pasti poco alla volta.
Mio padre continuava a dirmi che non ci sarei riuscito e che sarebbe stato meglio ricoverarmi piuttosto che spendere soldi inutilmente, ma a me in quel momento interessava solo sbarazzarmi di qualsiasi probabile ricovero.

Al colloquio, la nutrizionista mi chiese il peso che volessi raggiungere.
In realtà io volevo solo dimagrire, non avevo una "meta".
Volevo perdere peso fino a sentirmi fin troppo magro.
Mi piaceva la sensazione di vuoto che si creava quando non mangiavo.
Pensavo a quanto sarebbe stato bello camminare per strada e sentire le persone esclamare "guarda che magro, fa impressione."
So che sembrerà assurdo, ma volevo davvero questo.
Ma pensai bene di continuare a dimagrire con i metodi della nutrizionista e più avanti mi sarei arrangiato io... giusto per togliere il neuropsichiatra di mezzo.
Le dissi che miravo a meno di 47 kg, anche se ero più che convinto che avrebbe rifiutato, ma almeno ci provai.
Naturalmente rispose che lei si sarebbe fermata a 51 kg, perché quello era il peso giusto per me.
Accettai...cos'altro potevo fare?
Una settimana dopo arrivò la dieta, e mi disse che entro aprile avrei pesato 51kg.
C'erano 4 pasti al giorno, ma iniziai facendone solo 2.
Cominciai à seguire bene la dieta a febbraio, anche se con fatica.
Mi sentivo in colpa, come se stessi cedendo alle tentazioni.
Ma facevo sport dal lunedì al venerdì, quindi mi convinsi del fatto che avrei bruciato le kcal.
A marzo non avevo ancora perso kg e non potevo più andare avanti così.
Decisi allora di smettere definitivamente di mangiare, una volta per tutte.
Arrivai a pesare 54kg in poco tempo e mi vennero attacchi ancora più frequenti.

Mi pare fosse il 15 marzo...mi vennero forti spasmi e non riuscivo più a respirare.
Era sera, anzi notte.
La mia casa è divisa in due piani, ed io stavo in quello di su, mentre la mia famiglia cenava in quello di giù.
Presi uno slime e lo strinsi tra le mie mani, cercando di autogestirmi.
Misi le cuffie, ma non aiutavano, quindi le ritolsi praticamente subito.
Inviai un messaggio a mia madre, ancora adesso me ne pento.
Mio padre cominciò ad urlare, dicendo che ero solo una delusione e che facevo di tutto per far stare male la famiglia. Lui stesso chiamò l'ambulanza e chiese il ricovero, ma dissero che il peso minimo per un ricovero da anoressia nervosa era 47 kg.
Mi sentii grasso, tanto grasso.
Talmente tanto da non riuscire più a guardarmi allo specchio.
Non ero abbastanza magro nemmeno per essere ricoverato.
Arrivato a casa, aumentai le ore di attività fisica.
Prima ne facevo 2 al giorno, le raddoppiai.
2 ore di attività fisica e 2 ore di attività intensiva, più mezz'ora di stretching.
Mio padre per mangiare mi teneva, compreso il mento.
Appena mi lasciava andare, vomitavo tutto in bagno.
Deliravo.
D'altronde volevo solo essere magro.

I disturbi alimentari di un transgenderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora