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"Eren Jaeger verrà condannato a morte domani stesso! La sua vera natura da gigante è un rischio per tutti noi. La corte ha deciso!" esclama il giudice battendo col martello per richiamare l'ordine.
"non può farlo! Può essere una risorsa per noi!" esclama Hanji tentando un modo per convincere il giudice a cambiare sentenza. Ma ormai ha preso la sua decisione e lascia la stanza nel più totale caos, ma prima ordina ai soldati di preparare il necessario per domani.
Hanji si risiede delusa e triste di non essere riuscita a concludere nulla, ma soprattutto di dover lasciar morire quel ragazzino. Erwin tenta di consolarla ma non ci riusce. Levi non dice nulla, esce solo dalla stanza.
Eren non dice nulla, si rende conto che la sua fine è vicina.
"è colpa dei Giganti, prima mia madre e ora me" pensa tra sé e sé il moro con lo sguardo basso sul tavolo. Non riesce nemmeno ad arrabbiarsi come suo solito, ha perso quel sentimento, ormai è inutile arrabbiarsi, il suo destino è segnato.
Armin è accanto a lui:ha perso le parole, il fiato, la lucidità. Il suo cuore sta per spezzarsi. Vorrebbe piangere, ma non lo fa, deve pensare a un modo per far cambiare idea al giudice.
"ragazzi usciamo?" chiede retorica Mikasa risvegliando i due ragazzi. Eren annuisce e si alza. Armin non la sente nemmeno e per qualche secondi rimane lì seduto, con lo sguardo basso.
"come possiamo convincere tutti che Eren non è una minaccia...ha già chiuso le breccia, potrebbe fare altro per il benessere della città. Così capiranno che può tornare utile. Forse se non avesse perso il controllo il giudice l'avrebbe pensata diversamente" inizia a fargli male la testa, si concentra nella speranza di trovare una soluzione per Eren. Ma per la prima volta non gli venne niente in mente.
"Armin?" lo richiama Eren. Armin alza lo sguardo e incrocia gli occhi verde smeraldo di Eren. Vorrebbe dirgli che troverà una soluzione, che lo salverà come ha fatto lui qualche giorno fa, buttandosi nella bocca di quel gigante. Ma non ci riesce, le parole non gli escono da bocca, intrappolate nella sua gola.
"vorrei passare l'ultimo giorno anche con te sai" spiega Eren accennando un sorriso e invitandolo ad uscire. Armin deglutisce.
"come può dire certe cose?! Come fa ad essere così tranquillo?!" pensa Armin confuso e frustrato. Quel giudice deve aver sconvolto Eren, è strano da parte sua non reagire, non ribellarsi, non dire nulla.
"Armin ti prego..." continua Eren stavolta con la voce spezzata, gli porge la mano tremante e attende che Armin la prenda e che gli stia accanto anche in questa situazione, come ha sempre fatto.
Armin si muove senza che il corpo sia connesso al cervello, come se già sapesse cosa fare. Anche perché ora non è per niente lucido. Gli prende la mano e si alza. Eren gli sorride e i due escono da quella stanza infernale tenendosi per mano.
I tre ragazzi sono in giardino. Eren è appoggiato ad un albero e si riscalda sotto i raggi del sole. Mikasa stringe la sua amata sciarpa rossa. Armin ha le gambe al petto, mentre i suoi pensieri non smettono di correre nella sua testa alla ricerca di una soluzione.
"quindi questo è un addio" mormora Eren spezzando il silenzio che si era creato dopo la sentenza del giudice. Nessuno aveva osato romperlo per paura di dover realizzare che fosse tutto reale.
"non lo so" risponde Mikasa, anche lei ha il cuore spezzato e per la prima volta non sa cosa fare. È un problema senza soluzioni, una situazione senza via di fuga.
"non è buffo? Io odio i Giganti eppure sono uno di loro" dice Eren accennando un sorriso. Mikasa non ci trova nulla di divertente.
"non sei un Gigante Eren, sei solo un essere umano capace di diventarlo" precisa Armin che ha ripreso un po' di lucidità. Eren annuisce dandogli ragione.
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condanna a morte//eremin
Fanfictiondove Eren viene condannato a morte. - Quadro "Death", di Maximilian Pirner.