La neve cadeva lenta sul suolo. Il tempo sembrava essersi fermato repentino, mentre gli alberi erano mossi dal vento freddo d'inverno. La neve, fredda e candida riempiva le strade e copriva con uno strato di brina tutto ciò che incontrava.
Mi trovavo alla finestra ed osservavo tutta la magia dell'illusione che il tempo si fosse realmente fermato.
Avrei voluto poter portare indietro il tempo, ai momenti felici e spensierati che avevamo condiviso, ma non potevo. Non potevo perché mi sarebbero mancati troppo persino i peggiori momenti. Lui mi aveva lasciato un segno, mi aveva mostrato chi davvero fossi e non chi credevo di essere. Le mie ciglia furono presto bagnate dalle mie lacrime salate e nostalgiche mentre fuori, a qualche metro dalla mia porta, lui era in piedi ad aspettarmi. Sotto quella facciata dura sarebbe stato impossibile capire quanto fosse distrutto e devastato internamente. Solo io avevo potuto vedere come lentamente lasciava che le sue emozioni si esternassero, solo io avevo potuto vederlo mentre era ferito e solo io avevo avuto il privilegio di essere chi lo aveva spinto a piangere. Nessuno lo conosceva veramente a parte me. Lui diceva che io lo vedevo come lui era sul serio e adesso aveva molto più senso. Adesso capivo come anche lui dipendesse da me. Ero arrabbiata, ferita e svuotata dopo l'ennesimo suo sbaglio e riuscivo a pensare solo a come io fossi niente senza di lui, mi aveva preso tutto e mi aveva lasciata senza niente. Ma adesso che con la mente lucida analizzavo il tutto da un'altra prospettiva, dove lui era smarrito, potevo realmente capire quanto anche lui dipendesse da me.Anche io lo avevo svuotato.
Quando alzai lo sguardo e i suoi occhi verdi incontrarono i miei presi battiti.
Vedevo la tristezza celata nel suo sguardo spento. Lo vidi crollare e singhiozzare attraverso il vetro, davanti ai miei occhi e quando cadde in ginocchio nella neve, passandosi una mano tra i capelli, fui svegliata dal mio stato di quasi incoscienza e corsi per le scale per raggiungerlo: lui, la fonte della maggior parte dei miei problemi, ma soprattutto il mio salvatore.Uscii dalla porta più velocemente di quanto il mio cuore potesse sopportare e presi il suo volto irrigidito dal freddo tra le mani, costringendolo a guardarmi.
"Perché sei qui?" Singhiozzò. Sentire la sua voce spezzata mentre parlava con me mi fece sentire peggio che mai. Aveva avuto torto ma si era pentito ed era in ginocchio di fronte a me, piangente e non potevo sopportare di vederlo ferito.
Lo attirai più vicino a me, avvolsi le braccia intorno al suo corpo tremante e lui poggiò la festa sul mio petto piangendo contro il mio maglione."Prenderai freddo." Sussurrò con voce preoccupata. Non mi aspettavo che dicesse una cosa del genere in quel contesto. Sapevo che voleva proteggermi: a volte usava i metodi sbagliati e non pensava alle conseguenze di ciò che faceva, ma lo faceva per me.
"Non importa." Lasciai che le mie mano accarezzassero i suoi capelli ricci su cui cadevano piccoli fiocchi di neve.
"Non voglio che tu prenda freddo." Confessò e prima che potessi rendermene conto mi aveva caricato sulle sue braccia e si muoveva a grandi passi verso l'ingresso dell'appartamento. Le sue mani erano attente e prudenti mentre mi sistemava sul divano e mi copriva con una coperta.
Lo guardai passarsi una mano sulla nuca e guardarsi intorno. L'appartamento non era cambiato di una virgola da quando se n'era andato.
I suoi sguardi analizzavano tutto, dal tappeto del salotto ai nostri quadri in cucina in cerca di qualche cambiamento, ma non c'era stato.
Vederlo così gentile e premuroso, singhiozzante e fragile fece azzerare tutti i sentimenti negativi che mi trattenevano dallo stare con lui e buttarmi tra le sue braccia."Sono molto grata di averti." Pronunciai la frase con calma in modo che potesse comprenderne a fondo il significato. Scosse la testa. Nonostante tutto ciò che avevamo passato di brutto, la nostra storia era una tra le più stupende e meravigliosamente sorprendenti relazioni.
"Non devi esserlo." Mormorò. "Sono solo un fottuto errore, la tua vita sarebbe sarebbe stata migliore senza di me." Affermò e iniziò a camminare avanti ed indietro. Stava cercando di allontanarsi da me.
"Non è vero." Mi alzai e lo seguii intrecciando le nostre mani. Quel contatto dopo tutto il tempo che avevamo passato separati mi procurò i brividi. Il mio corpo necessitava lui. Sperai che il suo corpo necessitasse il mio.
"Non sai quanto sono felice che tu sia nella mia vita." Ammisi e tutto ciò che ci aveva separati, gli sbagli, gli insulti, gli imprevisti e il resto svanirono come d'incanto. Con un grande respiro cinsi la sua vita e lo abbracciai forte, come fossimo stati lontani anni luce l'uno dall'altra. Nessuno aveva intenzione di lasciare l'altro. Sentivo il suo cuore battere forte contro le mie orecchie.
"Non so che cosa ho fatto per meritarti." Sussurrò e mi attirò più vicino.
"Mi dispiace." Disse e mi lasciò. "Cazzo, mi dispiace tantissimo. Mi sto fottutamente sentendo in colpa. Ho rovinato tutto un'altra volta, come sempre ma non volevo."
Non avevamo mai parlato di questo, eravamo stati male entrambi anche se volevamo autoconvincerci che potevamo andare avanti. Si stava scusando, piangendo e implorando.
Era tutto ciò di cui avevo bisogno."Non è colpa tua." Controbattei. Si mise seduto con i gomiti poggiati sulle ginocchia e mi avvinghiai a lui, salendo sulle sue gambe.
"Non è tutto rovinato." Parlai piano e fu colto di sorpresa. Le sue pupille si dilatarono e strabuzzò gli occhi.
"Che?" Balbettò e gli sorrisi.
"Ti amo. Ma non sono sicura di cosa posso darti." Confessai e sotterrai la testa tra il suo collo mentre mi accarezzava i capelli e mi baciava la fronte.
"Non voglio prenderti niente, non stavolta, voglio darti me stesso se questo è abbastanza." Concluse.
"Mi accontenterei anche di un piccolo pezzo del tuo cuore ora come ora. Sarebbe la cosa più preziosa che avrei." Ammise e non resistetti.
Mi alzai in piedi e lo invitai a fare lo stesso.
Avvicinai piano le mie labbra alle sue e guardai i suoi profondi occhi verdi.Lui era tutto ciò che volevo e non sarebbe cambiato mai.
Le nostre labbra si scontrarono dolcemente e percepii le sue tremare un po'.
"Rilassati." Sussurrai. "Sono solo io."
Annuì.
Toccai le sue labbra piene e disegnai con le dita delle linee sul bordo della sua bocca. Mi mancava baciarlo, mi mancavano i suoi tocchi e le sue carezze. La sue labbra lambirono la mia bocca facendomi provare una felicità assurda. Il sapore alla menta della sua bocca e il misto del suo profumo, di cui mi ero innamorata, era la combinazione perfetta per quel momento.
In un attimo le sue mani divennero più sicure e scivolarono sul mio fondoschiena; mi alzò con le braccia forti e le mie gambe cinsero la sua vita. Le mie mani tirarono i suoi capelli facendolo sorridere. I nostri respiri erano irregolari mentre assaporavamo il tempo che ci eravamo persi.
"Sono troppo egoista per lasciarti andare." Gemette.
"Allora non farlo." Mugolai mentre i suoi occhi si accendevano, guidandomi nella camera da letto.
<<<N/A>>>
Salve a tutte! È la prima one shot che pubblico e spero che sia di vostro gradimento. Se ovviamente vi fa piacere votate e magari commentate se dovete dirmi qualcosa. Vi ringrazio tutti per le visite, significa tantissimo per me.
Grazie mille!
Adoro già chi legge.❤❤❤
Grazie
STAI LEGGENDO
Just a little bit of your heart (Harry Styles)
FanfictionNon si ama una persona perché è perfetta ma il contrario: la si ama proprio perché non lo è.