Prologo

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Mi chiamo Barthel Hofern, e sono il nuovo Direttore del Laboratorio di Bioingegneria e Robotica e Biomicrosistemi della Ruperto Carola, la migliore università di tutta la Germania. Ma non è per questo merito che, negli ultimi tempi, sono famoso in questa scuola: la mia reputazione di playboy mi precede. La gente pensa che io sia una cattiva persona, un insensibile e spietato figlio di puttana. Io, che in questi anni ho cercato di rimanere nell’ombra per via della spada di Damocle che mi pende sulla testa, pronta a farmela saltare da un momento all’altro, mi sento risucchiato in un vortice di confusione del quale non conosco l’origine. Per tutto questo devo solo ringraziare il mio amatissimo cuginetto Markus che per nascondere i suoi disastri ha ben pensato di coinvolgermi, ovviamente a mia insaputa. Spacciarsi per me non è stato difficile visto che, da quando sono entrato a far parte della sua famiglia, ho trascorso le giornate tra la mia stanza, la scuola e la biblioteca. Nessuno mi conosce realmente, in pochissimi sanno che faccia ho e scoprire cosa stava combinando Markus è stato facile. Mi è bastato imbattermi in una ragazza a cui ha spezzato il cuore, che raccontava come “il puttaniere” Barth Hofern l’avesse usata e poi scaricata senza pietà. Peccato che la ragazza in questione non fosse una qualunque, ma Marie, la figlia della Sig.ra Shunter, la bibliotecaria, la donna che mi ha sempre trattato come un figlio da quando ho messo piede in questa università. Vederla venirmi incontro con uno sguardo assassino e insultarmi come se fossi il peggior animale al mondo, senza darmi alcuna possibilità di replica, mi ha fatto capire che quel cretino di Markus l'aveva combinata grossa. Sapevo che stava frequentando Marie, e lo avevo avvertito che lei non era come le sciacquette che si faceva di solito, sperando che mi desse ascolto. Invece ha trascinato nella merda anche me, che tengo alla Sig.ra Shunter come fosse mia madre. L’idea di essere odiato da lei non mi dava pace, così ho convinto Marie a incontrarci per capire cosa era realmente successo e scoprire in che casino mi aveva coinvolto quel cretino di Markus. Inutile dire che è stato facile far cantare anche lui, una volta messo all’angolo con la minaccia di rifargli i connotati. La sua confessione però mi ha sconvolto: «Hai idea Barth, di quanto sia difficile trovare una vergine e farsela senza impegno?», che unita al suo ghigno soddisfatto, ha mandato a farsi benedire tutti i buoni propositi di non spaccargli la faccia. Il mio pugno aveva già impattato la sua guancia sinistra prima che me ne rendessi conto. E solo quando il sangue ha iniziato a schizzare dal labbro mi sono pentito del gesto e non sono andato oltre.  Lui non ha idea del mio passato, dello schifo che è stata la mia vita e di come, atteggiamenti simili possano cambiare tutto in un secondo. Assecondare certi istinti può essere degenerante, pericoloso per se stessi e per gli altri. Io lo so, perché è proprio per questo che vivo in un inferno creato ad hoc per me. Proprio per questo provo ribrezzo per me stesso per l’unica volta in cui ho causato volutamente del male a una donna. Ma credo che Markus abbia un serio problema: la sua totale assenza di vergogna e pentimento, pur sapendo di aver fatto soffrire una ragazza, è un campanello d'allarme che non voglio ignorare. Devo trovare il modo di aiutarlo prima che possa fare qualche cazzata irrimediabile e trovarsi in guai seri.
Non posso e non voglio iniziare una guerra con lui. La sua famiglia mi ha accolto come se fossi davvero sangue del loro sangue, mi hanno amato dal primo istante e Markus mi ha sempre trattato come un fratello. Averlo accanto mi fa bene, mi fa sentire quasi normale, e so che anche per lui è così. A volte vorrei tanto raccontargli tutta la verità che sono costretto a nascondere, così da fargli vedere le cose in modo diverso, da fargli capire quanto sbagli a comportarsi così. Ma devo portare avanti questa farsa se voglio continuare a vivere. Devo pensare a come fargli capire quanto sia sbagliato ciò che fa, mostrargli la via da seguire. Perché io devo mantenere in piedi questo circo se voglio che le persone che amo stiano bene anche senza di me. Devo restare intrappolato in questa vita, restare accanto a lui e continuare a nascondermi se voglio evitare che le fiamme dell'inferno avvolgano tutti coloro che sono importanti per me. Combatto la mia lotta da solo, in silenzio, come un animale in gabbia che non ha via d'uscita. Solo che questa gabbia me la sono costruita con le mie mani, su misura, perché gli errori e le scelte sbagliate si pagano. A volte anche col sangue.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 19, 2020 ⏰

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