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La voce metallica mi fa svegliare.

Stazione di Bologna.

Scendo dal treno e seguo la massa di gente. Prima o poi imparerò ad orientarmi in questo labirinto di stazione.
Mi dirigo verso l'unico bar della zona che conosco per far colazione. Ho un bisogno estremo di caffè, visto che il mio treno è partito alle 6:30.
È la terza volta che vengo a Bologna, ma è la prima volta da sola. Non so nemmeno perché sono qui. Volevo per un attimo staccare dai mille pensieri che ogni giorno mi tormentano e ho scelto una città a caso, ma che amo.
Mentre cammino mi sembra quasi di riconoscere la città grazie ai vlog di Nelson e in un attimo mi trovo sotto i portici.
Apro instagram e dopo aver fatto una foto decido di metterla come storia nella mia pagina dedicata a Pietro Posani, geolocalizzandomi a Bologna.

Pietro è un musicista. Un chitarrista per la precisione e ha sostituito Luca nel tour con i rovere quando quest'ultimo non poteva suonare. Non ho mai avuto la fortuna di averlo conosciuto, ma nonostante tutto lui mi ha aiutato tanto in quel periodo buio, anche se indirettamente.
Anche se lui non lo sa.

Girando per il centro mi è venuta fame, ormai è ora di pranzo e decido che per oggi un panino del Mc Donald's posso concedermelo.
Mentre mi sto gustando il mio pranzo mi accorgo di una notifica su Instagram.
Pietro Posani ha risposto alla tua storia.

-Che ci fai a Bologna?

-In realtà non lo so, ho deciso per un po' di scappare dalla routine

-Hai da fare?

-No, sto pranzando ma non ho in programma nulla.

-Beh che ne dici se tra un'ora ci vediamo ai Giardini Margherita? Almeno finalmente conosco chi c'è dietro alla mia Fanpage.

Controllo velocemente maps e da qui ci metto una ventina di minuti a piedi, per cui confermo la mia presenza a Pietro e continuo il mio pranzo.
Ma lo stomaco ovviamente mi si è chiuso per l'agitazione.
Non me lo aspettavo. Certo, ci ho parlato altre volte, segue la pagina ed è veramente gentile, ma non credevo di incontrarlo. Soprattutto così.
Di mangiare non se ne parla, così decido di incamminarmi verso il luogo dell'incontro.
Lungo la strada un negozio di musica cattura la mia attenzione e visto che ho tempo decido di entrare. Curiosando noto un portaplettro a forma di chitarra. A Pietro piacerà sicuramente.

Arrivando verso i giardini noto da lontano un ragazzo con i capelli ricci e la chitarra a spalla.
<<Pietro>> provo a chiamarlo, anche se non sono sicura sia lui.
Appena si gira un sorriso si forma sul suo volto.
<<Chiara?>> mi chiede lui.
<<Si, ma come fai a sapere il mio nome?>> gli chiedo.
<<In delle storie che hai condiviso una ragazza lo usa.>>
<<Si giusto, mi dimentico sempre che ormai mi segui e vedi tutto.>> gli rispondo imbarazzata.
<<Tranquilla, però ora fatti abbracciare almeno, non ti ho mai ringraziata per quello che fai.>>
Non ci penso due volte e mi lascio abbracciare, con non poca difficoltà visto che ha ancora la chitarra a spalle.
Ci accomodiamo su una panchina e iniziamo a chiacchierare. Man mano parliamo mi sciolgo, sento la tensione scivolare via e mi sento sempre più a mio agio, mentre le ore passano velocemente.
<<Perché hai la chitarra?>> gli chiedo ad un certo punto.
<<Ero in studio. Per quello non ho visto subito la storia.>> mi risponde con un sorriso che mi arriva dritto al cuore.
<<Mi suoni qualcosa?>> gli chiedo speranzosa.
Mentre apre la custodia della chitarra mi ricordo del regalo che ho nello zaino.
<<Aspetta.>> gli dico appoggiando una mano sulla sua per fermarlo.
In un attimo tutto si ferma. Una scarica elettrica è partita dalle nostre mani. Nessuno dei due si muove o solleva lo sguardo.
Ritiro la mano imbarazzata e gli porgo il pacchetto, cercando di nascondere il rossore sulle mie guance.
<<Perché questo regalo?>> mi chiede.
<<Per dirti grazie.>>
<<In realtà anche io ho un regalo per te.>> mi dice lui. <<So che c'è una cosa che ti piacerebbe avere. Ed indagando ho anche scoperto perché. Però devi chiudere gli occhi.>>
Chiudo gli occhi e sento le sue mani sfiorarmi il collo, provocandomi dei brividi.
Mi fa aprire gli occhi e mi porto una mano al collo. Mi ha regalato una collana a forma di plettro, la cosa che desideravo di più.
<<Quel plettro è quello che ho usato nel tour con i rovere.>> mi dice mentre apre il mio pacchetto e le sue labbra si curvano in un sorriso.
<<Ma è bellissimo.>>
Sembra un bambino a Natale mentre sistema i suoi plettri.
<<Ma come hai fatto a farmi questo regalo visto che non sapevi ci saremmo visti?>> mi chiede curioso.
<<Un negozio di musica sulla strada. Tu piuttosto? Non mi sembra un regalo fatto al volo.>>
<<In realtà ce l'avevo nella custodia della chitarra da un po', da quando ho letto che volevi il plettro. Volevo ringraziarti per la pagina e per quello che fai per me e visto che non sapevo se e quando ti avrei conosciuta lo tenevo con me.>>
D'istinto lo abbraccio. E stavolta sento che anche lui sta tremando. Ci stacchiamo rossi in viso e imbarazzati.
<<Guarda.>> mi dice lui indicando dietro gli alberi di fronte a noi.
Il cielo si sta tingendo di rosso. Il sole sta tramontando ed è bellissimo.
Mi appoggio allo schienale della panchina per vederlo meglio e lui fa lo stesso.
Le nostre mani sono vicine, si sfiorano. Mette una mano sulla mia e gliela stringo.
Mi giro verso di lui che mi sta osservando.
I nostri sguardi vagano dalle labbra agli occhi, sappiamo entrambi che è quel momento.
La mano che ha libera si appoggia sul mio viso, mi sfiora la guancia.
Siamo sempre più vicini.
<<Resti qui stanotte?>> mi chiede a pochi millimetri dalle mie labbra.
<<Si.>> riesco a rispondere prima di avere le sue labbra sulle mie, mentre il cielo si scurisce e il sole lascia il suo posto alla luna.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2020 ⏰

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Giardini Margherita || Pietro Posani osDove le storie prendono vita. Scoprilo ora