Capitolo 11.

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"Caspita, secondo te chi è più ricca tra le due?" domandò Oscar bevendo il suo drink
"I Williams sono la famiglia più ricca al mondo Oscar, i Brown sono quarti solo a New York" scrollai le spalle osservando una katana da tre milioni e mezzo di dollari esposta davanti a me
"Hai studiato prima di venire qui?" si accigliò ridendo appena
"Christal è una gran chiacchierona" scrollai le spalle
"Cazzo, guarda quanto vale questa collana" mi fece segno Oscar e mi indicò una collana di diamanti blu riposta in una cupola di vetro al centro della sala.
"Vale 700 mila dollari" sentimmo esclamare alle mie spalle
Io e Oscar ci voltammo e incrociai lo sguardo del signor Williams. Era vestito impeccabilmente come al suo solito, aveva un area da duro e arrabbiata.
"Salve signor Williams" lo provocai sfoderando un sorriso beffardo
"Come ti permetti di presentarti qui dopo che stai rovinando mia figlia e la nostra famiglia?" ringhiò avvicinandosi "sono sicuro che sei stato tu a mettergli tutte quelle cose in testa, lei non si era mai comportata così prima d'ora" affermò
"Beh allora lei non conosce affatto sua figlia, Josh" lo provocai senza abbassare lo sguardo per fargli capire che non avevo paura di lui

"Papà" esclamò Christal sorpresa raggiungendoci con due drink in mano
Mi raggiunse passandomene uno e le afferrai la mano libera per far intrecciare le nostre dita sotto lo sguardo arrabbiato del padre. Christal mi guardò con un sorriso sbalordito e le sorrisi sincero. Come al solito era bellissima, indossava una semplice maglia rossa con una gonna di jeans bianca che le metteva in risalto le curve, aveva i capelli sciolti mossi ed era impeccabile come sempre.
"Come stai?" domandò poi al padre
"Bene piccola. Tu come te la cavi? Ci manchi molto" sorrise sinceramente dispiaciuto
"Sto bene" annuì "Scusaci un momento" sorrise poi tranquillamente trascinandomi verso l'esterno di quella struttura

Assomigliava ad una grossa villa, ma era una struttura per esposizioni ed era di proprietà dei Brown. Vidi Oscar parlare con Laila e vidi lei ridere di gusto, non mi stupirei se tra i due nascesse qualcosa.
"Dove stiamo andando?" domandai poi concentrandomi su Christal che mi stava guidando verso il giardino privato di quel posto
Non c'era nessuno per fortuna, erano tutti dentro per l'asta che stava iniziando. Il giardino era molto carino, c'erano grossi alberi di ciliegio e delle siepi ben curate, come tutto di questo posto d'altronde
"Cosa ci facciamo qui?" mi accigliai
"Fidati, non vorresti assistere all'asta, è una vera noia" esordì forzando un sorriso
"Tutto quello che riguarda voi ricchi è una noia" sussurrai sincero, la sentii sospirare e mi guardò con uno strano sguardo
"È da ieri che lanci frecciatine, so che non ti piace il mio mondo ma devi sopportare ancora un po'. I miei stanno per cedere" esclamò severa
"E deduco che dopo ternerà tutto come prima, no? Tu andrai a studiare musica e io continuerò con la mia carriera da pugile." esclamai con un pizzico d'astio
"Qual è il tuo problema?" sbottò esasperata incrociando le braccia al petto
"Non ho alcun problema" dissi ironico appoggiandomi con la schiena ad un albero
"Sul serio Shawn? Cosa c'è che non va" si stava innervosendo
"C'è che mi sono rotto il cazzo di questo tuo stupido gioco Christal" alzai la voce incazzato guardandola dritto in quei suoi occhi bellissimi
"Di che cosa stai parlando?" domandò confusa
"Cosa siamo io e te?" domandai spiazzandola
"Io...non lo so." allargò le braccia "è questo il problema? Tranquillo, non ti starò tra i piedi se è questo quello che ti preoccupa, tutta questa farsa sta per finire" precisò spazientita
"Tu proprio non capisci" scossi la testa ridendo "Lascia stare" staccai la schiena dall'albero e feci per entrare
"Non puoi andartene quando ti è più comodo e dare tutta la colpa a me" mi gridò dietro facendomi fermare sui miei passi, ma continuai a dargli e spalle "Si Shawn, abbiamo fatto sesso. È questo il problema? Ti sei pentito o c'è dell'altro sotto? Perche si, non capisco, quindi devi essere tu a dirmelo. Mi hai detto che per te non era significato nulla" disse senza fiato
"È questo il problema cazzo" gridai voltandomi raggiungendola velocemente, si ritrovò con la schiena contro l'albero e io a pochi centimetri di distanza da lei, potevamo sentire i nostri respiri sulla pelle "Siamo come il fuoco e il ghiaccio Christal. Sei fottuto ghiaccio e non saremo mai sulla stessa lunghezza d'onda. Qualsiasi cosa sia successa lo sappiamo entrambi che non era semplice sesso, ma dobbiamo fare in modo che resti tale, altrimenti finiremo per ammazzarci a vicenda" precisai guardandola negli occhi

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