≪Saphira! Saphira! Dobbiamo andare, sono arrivati!≫ un uomo della mia scorta mi prende e scuote per le spalle. Mi sveglio piano, apro gli occhi lentamente come se non avessi mai dormito.
≪Eh... cosa...?≫ Mi alzo lentamente, non capisco dove sono. Un soffitto di cemento grigio, luci fredde che lampeggiano a intermittenza e acqua che filtra dalle pareti. Sento delle grida disumane lontane e uno sparo. Sono loro. Il mio sguardo diventa terrore puro, anche quello degli altri. L'uomo che mi ha svegliata inizia ad urlare. La pelle diventa liquefatta, grigia, mezza staccata lasciando intravedere ossa e fibre morte. Un occhio cade per terra. I denti marci si staccano lentamente fino a farne rimanere 6. Ha uno sguardo accusatorio.
≪Avresti dovuto ucciderlo!≫ Lo guardo impaurita mentre tutto mi ritorna in mente, quel giorno perduto ritorna a vivere dentro di me e corrodermi l'anima.
≪Ora a causa tua sono morto!≫ NO! NO! Mi metto ad urlare ma non ci riesco, mi sento intrappolata, al rallentatore. Inizio a sudare freddo.
≪Noooo! Non è colpa mia! Sei stato tu lo stupido, ora sei tu quello che pagherà!≫ mi esce tutto mentre inizio a piangere e urlare.
≪Ehi! Ehi! Tranquilla, tranquilla. Sono qui. ≫ la voce rassicurante di Loren mi raggiunge, mi avvolge e finalmente mi sveglio, stavo ancora piangendo.
≪Io l'ho visto!≫ lei mi guarda con compassione, devo avere un aspetto orribile.
≪Non è colpa tua quello che è successo, si è fatto corrompere e non c'era altro modo≫ mi sussurra.
La abbraccio forte e non voglio lasciarla andare. In questi giorni mi è stata molto di aiuto, i miei incubi sono migliorati e inizio a padroneggiare il mio potere. Lo sento mentre si agita dentro di me e brama vendetta. Le mie mani lasciano filtrare dei raggi luminosi e io li nascondo sotto le coperte. Probabilmente la mia mentore se ne sarà accorta ma lascia perdere. Lei è il verde come la vita, mentre io sono l'oro come la vittoria e la luce. Penso ai genitori che non ho mai avuto e alle signorine del laboratorio che cercavano di prendersi cura di me nonstante tutto il caos che provocavo.
≪Adesso prova a dormire, domani ti insegnerò ad evocare il tuo spirito e a domarlo≫
Ah giusto dimenticavo un piccolo particolare della storia: io mi chiamo Saphira, ho 16 anni e sono cresciuta in un laboratorio. Mi hanno spiegato che è da più di 100 anni che fanno cose come incroci tra Ninfel con poteri simili ai miei per ottenere una/o Ninfel della luce. Poi sono nata io, i miei genitori sono stati allontanati appena sono stata in grado di mangiare e camminare. Sono cresciuta sapendo esattamente cosa è successo alla mia nascita e il mio scopo come arma ecc. Non mi turbava niente finchè non ho saputo cosa avrebbero veramente fatto della mia vita: fare un figlio con il Ninfel dell'oscurità per ottenere un Ninfel supremo o una cosa così. Quello no, non mi andava a genio. Così ho provato a scappare.
Tentativo 1 → Ho rotto il mio chip per il controllo, ucciso due infermieri e fracassato una finestra, mi stavo per buttare quando mi sono accorta di una cosa: eravamo sospesi sopra alla Terra. In un deserto. Ecco, adesso fatevi un'idea. Non era quello il giorno in cui sarei morta spappolata così sono tornata da brava nella mia cella e ho riparato il chip per dimostrarmi disponibile, un grosso sbaglio. Ricordatevi una cosa se non riuscite a scappare da un laboratorio sadico: non collaborate ma uccideteli tutti finchè non collaborano. Mi hanno torturata per due giorni, adesso ero disposta ad ucciderli tutti senza farmi scupoli.
Tentativo 2 → LI HO UCCISI TUTTI! (see come no). Questa volta ho fatto una cosa tattica. Mi sono concentrata e mi sono creata un guscio di protezione (dopo aver rotto il chip). Loro sono entrati con le lancie e bum! Sorpresa! Non potete farmi niente perché fate schifo come carcerieri! Gli ho rotto le ossa una per una oppure creato un'emorraggia interna. Che allegria sadica la mia! Poi ho evocato un tappeto volante (sì sì lo so Aladdin eccetera) e no non ho fatto il karaoke ambulante insieme a qualcuno. Sono scappata e poi mi sono accorta che il mio pianeta è stato devastato da una malattia infettiva altamente pericolosa eccetera eccetera.