Capitolo 16

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<Chantal...mi senti?>
La guardai apprensivo, era così bella.
Sembrava dormisse semplicemente, le accarezzai la mano, percorsi con i polpastrelli il braccio e arrivai alla guancia.
Sospirai, perchè a noi? Avevamo appena stabilito un equilibrio, potevamo essere felici.

<Chantal...svegliati...ti prego, abbiamo un futuro da vivere insieme, sei riuscita senza accorgertene a farmi aprire gli occhi, ho imparato a vivere grazie a te>
Sussultai quando la porta della camera si aprì, mi voltai verso l'infermiera appena entrata.
<Mi dispiace, deve uscire, dobbiamo fare una visita di controllo>
Lasciai lentamente la mano di Chantal e mi alzai.

Uscii e raggiunsi Emily, era seduta su una sedia del corridoio.
<Ti accompagno da Otty, non puoi stare qui tutto il giorno, hai bisogno di riposare>
<No> sussurrò <non me ne vado, non la lascio da sola>
<Emily...tornerai tra qualche ora, se dovesse svegliarsi ti chiamerò subito, però ti prego, vai a dormire un po'>
<Ivan?> la guardai
<Si?>
<Non posso perdere anche lei, non posso>
La strinsi in un abbraccio, quella ragazzina, una Chantal in miniatura, ne aveva passate tante per la sua giovane età.

<Non la perderai, te lo prometto>
Ci rimaneva solo la speranza.

Otty arrivò un'oretta dopo, avevo insistito di andare io da lei ma giustamente voleva vedere Chantal.
Arrivò trafelata <Come sta?>
<Nessuna novità> borbottai
La guardai entrare nella camera.
Mi alzai per andare alla ricerca di Emily, la trovai alle macchinette.

<È arrivata Otty>
Mi accorsi di avere una voce spenta, piatta, stavo perdendo le forze per reagire.
<Prendo la giacca> mi superò tornando nel corridoio.
Salutai mia nonna e la sorella di Chantal, ero finalmente riuscito a convincerla, aveva bisogno di riposare un poco.

Era ormai passata una settimana pensai, nessun segno di miglioramento.
Entrai in bagno, avevo bisogno di rinfrescarmi.
Una fitta alla testa mi contrasse la mandibola, non mi ero ancora ripreso del tutto.
Il dottore mi aveva rassicurato "È normale, tra qualche giorno sarai guarito completamente...sei stato molto fortunato"

Strinsi le palpebre, perchè lei e non io?
Aveva perso i genitori, si era rialzata ed era ripartita.
Ammiravo la sua forza, quella di Emily, il modo in cui erano riuscite a ristabilire un equilibrio nonostante la vita le avesse messe a dura prova.
Chiusi il rubinetto e tornai nel corridoio.

<Chantal...torna da me, torna da tua sorella...Emily...non ce la può fare senza di te...io non ce la posso fare senza di te.>
La fissai, era immobile, ogni notte sognavo che si svegliasse, anelavo un suo piccolo movimento.
Ripensai ai miei genitori, quando gli avevo raccontato di Chantal avevano arricciato il naso, mio padre era profondamente contrariato.
Qualche giorno prima, nel letto d'ospedale, avevo capito che niente li avrebbe fatti cambiare, erano fatti così.

Ero immerso nei miei pensieri quando sentii una lieve pressione alla mano.
Sgranai gli occhi e li catapultai sul viso di Chantal.
Un mugugnio le uscì dalla bocca, le strinsi ancora di più la mano e i suoi occhi poco a poco si aprirono.
<Chantal...> sussurrai

Avevo aspettato quel momento con tutto me stesso ma...non ero pronto alle parole che pronunciò poco dopo.
I suoi occhi si scontrarono lentamente con i miei, un velo di dubbio sul viso.
<Chi sei?> un sussurro in quella stanza d'ospedale.
Un sussurro che mi fece cadere in un baratro profondo.

SPAZIO PICNIC ⭐️

Non dirò niente...ma non ricopritemi d'insulti :P
Vi aspetto al prossimo aggiornamento

In un battito d'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora