Non sono una mamma di pancia, sono una mamma di cuore.Quando ho stretto mio figlio fra le braccia, non aveva pochi minuti, ma qualche mese.
Non ho sentito il suo primo pianto e probabilmente non ho visto il suo primo sorriso.
Ma conosco il suo pianto fra quelli di altri cento bambini e quando ha sorriso la prima volta a me, io so che mi ha riconosciuto.Non ha ascoltato il mio cuore battere dall'interno o il rimbombo della mia voce nel torace.
Ma ha sentito il battito del mio cuore a mille, quando l'ho stretto a me per la gioia dei suoi primi passi o la paura della sua prima caduta.
E si è addormentato mille volte con il suono della mia voce quando la sera gli ho raccontato storie e letto libri.Non ha il mio sangue, i miei occhi o la forma del mio naso.
Ma alza le mani al cielo quando si arrabbia, esattamente come faccio io e pronuncia la 'erre' proprio come me.Gli ho insegnato le cose che hanno insegnato a me e che spero insegnerà ai suoi figli.
Non sarebbe più mio figlio di così, neanche se lo avessi cullato nel ventre per nove mesi, proprio come l'ho cullato sulla pancia quelle notti in cui il mal d'orecchio non lo faceva dormire.
Non potrebbe mai non essere mio figlio, perché i nostri cuori battono insieme e ciò che lega il mio sguardo al suo è un filo infrangibile, senza possibilità di rottura.
Non sarà mai meno degli altri figli.
Perché ho fatto la scelta più grande, quella che le mamme di pancia neanche si rendono conto di fare, ma che a noi mamme di cuore improvvisamente ribalta tutto.
Sarò la tua mamma?
Sì, sarò la tua mamma. E sarai mio figlio.Per sempre.
***la storia è frutto di fantasia