Capitolo 3

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Eravamo quasi arrivati quando Jay mi chiese

"cosa non ti convince?"

"no nulla solo che la reazione dell'allenatrice quando abbiamo detto di Emily e Cora non so mi è sembrata strana" dissi

"non tutti reagiscono allo stesso modo" mi rispose Jay

Scrollai le spalle e lasciai perdere il discorso, quella ragazza non mi convinceva.

Dopo circa 10 minuti arrivammo a casa della giovane ragazza, Erin  e Antonio ci aspettavano dentro mentre Atwater Burgess  Adam e Alvin erano dai Clark alla fine dell'isolato.

Io e Erin  iniziammo a cercare qualsiasi indizio nella camera di Cora, era una stanza non troppo grande e ogni minuto che passava mi domandavo perché due ragazzine di 16 anni siano state uccise e cosi distanti da casa.

I miei pensieri furono interrotti dalla domanda di Erin  che ovviamente mi aspettavo da quando ero arrivata

"allora con Jay che hai intenzione di fare" mi  chiese

" non ti ci mettere anche te per favore"

"Bea io non capisco perché continui a comportarti cosi, ti piace si vede eppure non vuoi uscirci spiegami perché"

"Erin  lo sai non voglio mischiare lavoro e vita sentimentale" dissi guardandola

"Bea ti voglio bene ma smettila con questa cazzata, buttati, provaci e poi proprio tu parli di separare lavoro e sentimenti ti ricordo che sei la figlia del capo" disse lei

Tornai a frugare nell''armadio di Cora e tornarono i miei pensieri

"Bea.." mi chiamò

Mi girai e la raggiunsi vicino alla finestra, aveva una scatola di scarpe tra le mani ma dentro non c'era quello che credevo, al suo interno erano riposti un piccolo quaderno, un cellulare e una busta con dei soldi.

"cosa ci faceva Cora con questa roba?" chiesi

"facciamo analizzare il tutto" disse  chiudendo la scatola.

Tornammo al distretto dove erano già rientrati tutti e Kim fece vedere cosa avevano trovato nella stanza di Emily, la stessa scatola contenente gli stessi oggetti che avevamo trovato nella stanza di Cora.

"i tecnici stanno analizzando  i due telefoni e sulle due agende ci sono scritti solo orari e due numeri di telefono, stiamo facendo analizzare anche quelli" disse Ruzek

"sull'agenda di Cora ce un nome o un soprannome" disse Antonio alzandosi dalla scrivania e andando a scrivere un qualcosa alla lavagna   TESCHIO

"okay, parlate con i vostri informatori voglio sapere chi ha fatto questo a due povere ragazze, non può essere stato un pivello ad ucciderle" disse Hank prima di entrare nel suo ufficio.

Fissai la lavagna per qualche secondo poi tornai alla mia scrivania, non facevo altro che pensare alla loro allenatrice e a come non mi convinceva per nulla il modo in cui aveva reagito, alzai la testa dallo schermo del computer e  trovai Jay con lo sguardo fisso su di me, aveva intuito i miei pensieri cosi mi fece cenno con la testa di seguirlo nella stanza del caffe.

"stai ripensando alla loro allenatrice vero" mi chiese

"non so Jay non mi convince"

"prova a fere qualche ricerca su di lei magari hai ragione o magari ti convinci del tutto che non centra assolutamente nulla con tutto ciò" disse Jay

Aveva ragione potevo provare ad un caso sarebbe stata solo una mia sensazione sbagliata.

Cosi sorrisi a Jay e tornai alla mia scrivania. Le ore passavano e ancora non sapevamo nulla.

Erano più delle 20 quando lasciai l'ufficio. La giornata non era stata delle migliori ma ero pronta per tornare a casa, finalmente dopo una tre settimane potevo rientrare nel mio appartamento dopo i lavori che erano necessari  fare in cucina.

"finalmente siamo a casa" dissi non appena chiusi la porta dell'appartamento .

" Bea vieni a vedere è bellissima" disse Erin dalla cucina

Vidi la cucina era venuta veramente bene, il proprietario dell'appartamento aveva fatto un ottimo lavoro e aveva fatto aggiungere una piccola isola che separava il piano cottura dalla zona soggiorno.

Mi era mancata la nostra piccola casetta. La mia indipendenza anche se adoravo stare in casa con mio  padre.

Non solo colleghi                                                   CHICAGO PD❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora