Di Cosa Hai Paura?

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Le voci in televisione mi fanno svegliare pian piano. Metto a fuoco quello che ho intorno e sento un vuoto allo stomaco quando riconosco che sono ancora a casa di Edoardo stesa sopra di lui mentre mi abbraccia. Ci siamo addormentati, perfetto. Cerco di alzarmi senza svegliarlo e raggiungo il telefono sul tavolo. Sono le dieci di sera e ho tre chiamate perse da mia madre e due da Alessia, più due suoi messaggi.

*Mi ha chiamata tua madre, le ho detto che sei con me, tranquilla.* ma decido lo stesso di chiamarla.

"Ma dove sei?" mi giro verso Edoardo che sta ancora dormendo.
"A casa di Edoardo, ci siamo addormentati." sussurro.
"Cosa?!"
"Zitta!"
"Oh mio dio Aurora, mi devi raccontare tutto! E adesso che farai?"
"Non lo so, devo tornare a casa."
"Scherzi vero? Devi rimanere lì!"
"Ci sentiamo dopo, ti voglio bene dai." attacco e scrivo a mia madre.

*Mammí, scusa io e Alessia ci eravamo addormentate, tutto apposto adesso stiamo mangiando👋.*
*Va bene, chi ti riaccompagna?*
*I genitori.*
*Non fare tardi.* poggio il cellulare sul tavolo di vetro e mi avvicino ad Edoardo iniziando a punzecchiarlo con un dito.

<<Svegliati.>>
<<Mhmh.>>
<<Devi accompagnarmi a casa.>> lo aggiro e mi ci siedo accanto continuando a muoverlo.
<<Tra poco.>> se di solito la sua voce è già profonda di suo, con il fatto che ora è rauca è un po' illegale.
<<No, adesso.>> si gira vero di me e pian piano apre gli occhi ma li tieni sempre socchiusi.
<<Resta qui, ti accompagno domani promesso.>> poggia la testa sulle mie gambe e lega le braccia alla vita usandomi da cuscino, e il mio cuore smette di battere.
<<Non posso restare qui Edoardo Palmieri, dai svegliati.>>
<<Resta con me, solo per stanotte. Domani ti riporto a casa.>> vorrei potergli dire di no, vorrei davvero tanto.
<<Domani mi riporti a casa.>> lo stacco dal mio corpo per raggiungere ancora una volta il cellulare e richiamare Alessia.

"Ao, mi serve un favore."
"Resti lì, vero?!"
"Devi farmi un video in cui ti registri come se ti stessi riprendendo io, e dici a mia madre che dormo da te stanotte."
"Te lo mando subito." mi attacca e dopo qualche minuto mi manda il video.

Lo salvo e lo mando a mia madre *Non torno stasera mammi, Alessia mi ha chiesto di restare qui a farle compagnia😘🤝.*
*Basta che fate le brave, salutamela!!* Che situazione. Solo Edoardo riesce a mettermi in certi casini. Io che non ho mai dormito a casa di un ragazzo devo farlo adesso con uno di sala con cui mi ci scanno ventiquattro ore su ventiquattro. Mi avvicino al bell'addormentato e decido di svegliarlo. Vado in cucina e prendo un bicchiere d'acqua dal rubinetto, torno da Edoardo e mentre gli alzo la maglietta dal collo verso l'acqua all'interno. Si alza di scatto e io mi trattengo da una grande risata.
<<Beh, ti sei svegliato.>> lo indico con il bicchiere in mano mentre i suoi due neuroni cercano di capire cosa sta succedendo.
<<Ti hanno mai detto di non svegliare can che dorme?>> vorrei prenderlo sul serio ma il modo in cui si tiene la maglietta bagnata per non farla entrare in contatto con la pelle mi fa ridere.
<<E a te hanno mai detto che chi dorme non piglia pesci?>> Edoardo sospira e si rimette in sesto, viene verso di me con calma e mi carica in spalla iniziando a salire le scale <<Non mi sembra il caso di buttarmi di sotto per uno scherzetto, non sei affatto maturo!>> ma non mi risponde <<È questo? Mi stai per uccidere? Mi rinchiuderai nello stanzino dandomi pane ed acqua per il resto della mia vita? Ti prego io ho degli amici a cui badare, ti sembra che la mia migliore amica sopravviverebbe senza me? O Tiziano? Hanno ancora bisogno di me qui.>> in realtà la grande terrazza è stata superata, tranne il bagno <<No dai, Edoardo Palmieri fermati.>> cerco di aggrapparmi in tutti i modi possibili ma entra nella doccia senza scrupoli <<Ti prego! No!>> apre l'acqua fredda e un getto mi colpisce dritto sulla schiena facendomi iniziare ad urlare.
<<Ti conviene chiedermi scusa.>>
<<Scusa! Ti prego fammi uscire da qui!>> quando mi poggia sul tappetino mi ritrovo zuppa dalla testa ai piedi ed Edoardo non è da meno <<Tu, piccolo bastardo, ti sembra un'occhio per occhio?!>> gli urlo ma in compenso ottengo solo un asciugamano in faccia <<In pieno inverno per di più!>> avvolgo i capelli fradici nell'asciugamano e maledico quando ho preso la decisione di restare qui. Il ragazzo esce dal bagno e dopo un po' torna con una tuta nera e dei calzini.
<<Prego.>> me la poggia sopra il lavandino ed esce dalla porta chiudendola.
<<Ti odio!>> urlo. Mi libero dei vestiti zuppi restano in mutande e reggiseno, infilo prima i calzini, poi il pezzo sotto e dopo il pezzo sopra <<Bene, adesso sembro un nano con i vestiti sbagliati.>> stendo i vestiti zuppi sul termosifone ed esco dal bagno ma mi fermo quando sento i cassetti che si aprono nella camera. So che non è giusto spiare una persona ma non mi arresterà nessuno per una sbirciatina. È a petto nudo chino sulla cassettiera e ne sta estraendo una felpa griglia, quando si gira verso la finestra dandomi le spalle mi si secca la gola. Oltre alle spalle immense di Edoardo sulla schiena ci sono due cicatrici che riescono a farmi girare la testa. Partono dalle scapole e arrivano ai reni come una V distanziata. Si infila la felpa e decido di andare in cucina per vedere se riesco a prepare qualcosa. Quando mi raggiunge io sto aspettando che la pasta si cucini.
<<Che fai?>>
<<Pasta, come la vuoi?>>
<<Salmone.>> dice uscendo due scatole di salmone dal frigo.
<<Salmone sia.>>
Dopo aver fatto il condimento e aver mescolato il tutto ci siamo seduti in salone a vedere Twilight.
<<Quanto è bello.>> borbotto in tutti i momenti in cui Robert Pattinson è presente.
<<Bello?>> mi giro verso Edoardo.
<<È bellissimo.>>
<<È orrendo.>>
<<Sei solo geloso.>>
<<Certo.>>
<<E poi è un vampiro!>>
<<E allora?>>
<<Questo lo fa ancora più figo.>>
<<E giustamente tu pensi che i vampiri esistano.>>
<<Io sono un vampiro.>> gli dico mostrando i miei canini appuntiti.
<<No, tu hai guardato troppi film.>> spegne la tv e l'unica cosa che tiene luce è una lampada all'angolo calda.
<<Mi stai dicendo che non vorresti essere un vampiro?>>
<<I vampiri non esistono.>>
<<E allora cosa vorresti essere?>>
<<Un angelo.>> risponde.
<<Non credo ti donino le alette bianche e la veste di seta color panna.>>
<<Ah no?>> prende i piatti e li poggia sul tavolino.
<<Casomai un demone. Un demone con le ali nere.>>
<<Pensi che i demoni abbiano le ali nere?>>
<<E che ne so, tu pensi che le sirene siano come le Principesse Sirene?>>
<<Tu hai dei problemi.>> si sdraia sul divano e io mi siedo accanto a lui.
<<Fatto sta che Pattinson è il mio amore.>>
<<Pensavo di esserlo io.>>
<<Tu?>>
<<Stai insinuando che non mi ami?>>
<<Io.. cosa?>>
<<Tranquilla il tuo segreto è al sicuro con me.>>
<<Io non ti amo!>> rido.
<<Stai mentendo sapendo di mentire.>>
<<Ma non è vero!>>
<<Ah no?>> alza un sopracciglio.
<<No!>> si alza in piedi e mi ritrovo a guardarlo dall'alto.
<<E perché ti senti in soggezione quando parli con me?>>
<<Io non mi sento in soggezione.>>
<<Neanche in questo momento?>> . Mi sento moltissimo in soggezione.
<<No.>>
<<Tu menti.>>
<<Perché lo sai tu giustamente.>>
<<Lo percepisco.>>
<<Caso mai sei tu che ami me.>> dico scherzando.
<<Oh sì, io ti amo.>>
<<Certo.>> mi porge la mano e mi fa alzare inventando passi di danza sul momento <<Non c'è la musica.>> gli faccio notare.
<<Immagina che ci sia.>> mi fa girare su me stessa e mi riprende tra le sue braccia.
<<Tu sei proprio strano.>>
<<Ti piaccio per questo.>>
<<Già.>> ma quando mi rendo conto di quello che ho detto è troppo tardi <<Cioè, non in quel senso... vabbè.>> lo guardo negli occhi e mi stacco da lui.
<<Tu sei matta.>> si stende sul divano e io rimango ancora in piedi.
<<Pensa sennò che noia.>> mi siedo accanto a lui e lo guardo.
<<Non guardarmi.>>
<<Cosa?>>
<<Non guardarmi.>>
<<Perché? Che ho fatto? Vuoi litigare? È questo? Sono in vena eh, potrei benissimo prenderti a pugni e->>
<<Perché sto morendo dalla voglia di baciarti e non mi stai aiutando.>> in questo momento nel mio stomaco non capisco se siano le farfalle o gli elefanti a prendere il controllo della situazione.
<<Tu stai fuori.>> mi guarda e si lecca le labbra, mi afferra una gamba e mi mette a cavalcioni sopra di sé. Ciaone a tutti i discorsi interni fatti fino a ieri dove maledicevo Edoardo. E ciaone anche alla mia dignità, sono completamente cascata in una trappola.
<<Puoi scendere se vuoi.>> mi indica l'altra sponda del divano e io la guardo <<Ma se non scenderai entro due minuti non risponderò alle mie azioni.>>
<<Non farlo.>> sussurro, nonostante il mio cuore stia bramando delle sue labbra la mia testa pensa sempre al peggio.
<<Di cosa hai paura?>>
<<Del dopo.>> sento come se il mio intestino si stia aggrovigliando da solo <<Potrei spezzarti il cuore.>>
<<Non te lo lascerò fare.>>
<<Non lo dici realmente.>>
<<Non lo pensi davvero.>> sono davvero pessima.
Mi prende il viso tra le mani e lascia scontrare le nostre labbra ad un bacio che più che casto non è affatto. Lascio che le sue mani si muovano come esperte sul mio corpo, afferro il suo collo e lo avvicino a me come se ne fossi dipendente. Quando si stacca da per riprendere fiato è come se si fosse portato via una parte di me. Mi accarezza il viso e mi guarda negli occhi senza smettere <<Non voglio se non ti senti pronta.>> gli afferro il viso tra le mani.
<<Ho bisogno di te.>> ammetto e in risposta ottengo un bacio dolce, ricordando le parole di Anibal: io so quando sarà il mio momento. Avvolgo le braccia al suo collo, mi afferra ai fianchi e mi fa sdraiare sulla schiena. Gli sfilo la felpa e lui la sfila a me. E va bene così, perché lo voglio quanto lui. Ho bisogno di Edoardo, e finalmente riesco ad accettarlo.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora