La bionda corse verso la porta velocemente e si catapultò oltre essa. Scese i pochi scalini e ci guardò stando immobile. Sembrava quasi spaventata, ma lo eravamo tutte. Ognuna di noi aveva paura che quello fosse un sogno "e se mi svegliassi adesso?". Quella era l'unica cosa che riuscivamo a pensare. Irene, che aveva sulla fronte un cerchio rosso dovuto alla caduta, smise di stritolarmi il braccio per punirmi per averla fatta spaventare e si mise a fissare Sara con gli occhi sgranati e uno sguardo leggermente inquietante. Marianna era immobile con la testa piegata di lato e un sopracciglio alzato.
"Perché si è fatta gialla?" la blu mi guardò confusa per poi riportare lo sguardo sulla nostra amica. Era davvero seria?! Dopo anni che non la vedevamo il suo problema erano i capelli con le punte gialle?! Non sarebbe mai cambiata, di sicuro.
"Sei seria Mari?" Ora anche Sara la guardava sconvolta, ma divertita.
Irene fu la prima ad andarle incontro. Con una piccola corretta la raggiunse e si buttò addosso a lei "Ci sei mancata tanto..." sentii un piccolo singhiozzo ma che però non veniva da davanti a me, ma di fianco. Girai la testa e vidi Marianna con una mano sulla bocca e gli occhi lucidi.
"Dai Mari..." sorrisi e le feci segno di raggiungere le altre.In quel momento preferii lasciarle salutarsi senza di me. Dopotutto ero sempre stata quella un po' più intrusa: avendo tutte e tre la stessa età ed erano spesso in classe assieme per alcune materie, le aule erano vicine e questo dava loro la possibilità di vedersi di più. Poi c'ero io che avevo la mia aula due piano sopra la loro e ogni giorno mi facevo le rampe di scale solo per andare a trovarle. La cosa mi dava abbastanza fastidio a volte, ma quando finalmente le raggiungevo nulla aveva più importanza. Le risate che ci facevamo durante la ricreazione e le semplici chiacchierate di certo ne valevano la pena. Ricordo ancora i cinque minuti che precedevano il suono della campanella passati a fissare l'orologio cercando di far affrettare le lancette e poi la corsa giù per le scale per aver più tempo a disposizione da passare con loro, perché quei dieci minuti non bastavano mai.
Come tre anni prima sapevo che avrei fatto di tutto per tornare tutte assieme, avrei sceso tutte le rampe di scale possibili se quello voleva dire stare di nuovo con loro. Questa volta però mi avevano portato ad un aereo diretto dall'altra parte del mondo, in un paese di cui nemmeno conoscevo il nome, cultura o lingua. Devo ammetterlo, non avevamo mai fatto cose normali, e se il voler loro bene mi obbligava a fare questo, ne saresti stata più che felice.Ora che le due più giovani si erano allontanate un po' toccava a me. Mi avvicinai piano e arrivata davanti a lei mi abbassai un po' per abbracciarla. Al contrario della piccola Irene io dovevo sempre abbassarmi un po' se volevo abbracciare bene qualcuno. Senza aspettare oltre mi mise le braccia al collo tirandomi un po' giù e stringendomi forte. A quel punto cedetti. Appoggiai il viso sulla sua spalla e calde lacrime scesero lungo le mie guance e veloce cercai di asciugarle per non farmi vedere dalle altre.
"Provaci e ti sparo" mi diede un piccolo colpetto sulla schiena Sara seguito dalla sua risata. Mi staccai sorridendo e subito Marianna mi venne incontro con un fazzoletto abbastanza impanicata
"Non ci provare che si rovina il tru-" sbuffo appena noto la situazione critica sotto ai miei occhi e mise via il fazzoletto, sostituendolo con una salvietta struccante. La presi ringraziandola e la passi sugli occhi.
"Ma bro! Quante cose tieni lì dentro!" Sara si avvicinò alla borsa della ragazza e scoppio a ridere "voglio sapere perché giri con un cavatappi in borsa" tirò fuori l'oggetto guardandolo. Marianna apri la bocca sicura e le spiego semplicemente
"perché non conosco questo posto e non so se ne hanno uno in ogni bar- IRENE!" Tutte ci girammo verso la piccola Irene che stava girando attorno al povero ragazzo che era rimasto a fissarci per tutto il tempo.
"Irene! Basta importunare le persone!"
"Ma è basso!" Il ragazzo sembrò capirla in non so quale modo, forse per lo stupore negli occhi della ragazza e subito guardò Sara iniziando a parlare in coreano. La ragazza ridacchio e annui piano, penso per dargli ragione e ci guardò
"Allora vi presento..." si girò di nuovo verso il ragazzo che le fece un cenno affermativo "vi presento Lee Jihoon, mio amico e anche lui idol dell'agenzia e membro dei-" venne interrotta da Marianna
"No aspetta, Lee che? Non rientra nelle mie conoscenze questo Lee. Io ne conosco tre di cui uno morto"
A quelle parole Irene scattò sull'attenti "Sara ti prego domandagli di fare un calcio volante!"
"Ma siete sceme o cosa!?" Rise "non è imparentato con Bruce, è semplicemente il suo cognome" si avvicinò al ragazzo che ora era il più confuso di tutte e gli spiegò velocemente cosa era successo. La ascoltò attentamente annuendo e poi sospirò mettendosi una mano sulla fronte.
"Okay, reputa le vostre battute di pessimo gusto" ci informò la bionda ridendo.
"Ma non erano battute! Io e Mari lo pensavamo davvero!" Si difese la riccia.
"Va bene va bene, lasciamo stare" si girò di nuovo verso questo Jihoon e poi annuì
"Ragazze, venite dentro. Troviamo noi il modo di farvi entrare con qualche pass" ci sorrise e poi tornò dentro lo stabile.
"Siete sicure ragazze?" Le guardai ma Irene era già dietro ai due.
"Beh... non possiamo abbandonarle!" Sorrise Marianna, felice finalmente di poter fare qualcosa tutte assieme.
Sospirai sorridendo e chiusi la porta dietro di me.Raggiunsi subito il gruppetto alla reception dove la ragazza appena ci vide sorride e prese subito alcuni cartellini. Sara li prese sorridendo.
"Okay, questi sono quelli che diamo tirocinanti, ma per qualche ora andranno bene. Nei giorni prossimi vedremo che fare" si avvicinò e ad ognuna ne mise uno al collo.
"Adoro questo colore, rosa anti stupro" ironizzò Marianna riferendosi al rosa sgargiante del cartellino.
"Lo so, è fantastico vero?" Sorrise e seguì il ragazzo verso la porta che dava al corridoio in vetro.
"Ora parlate piano finché non troviamo una stanza libera" ci fece passare tutte e riprese a camminare velocemente dietro a Jihoon. Intanto lui, davanti a tutte, si affacciava ad ogni porta lentamente per capire chi ci fosse dentro. Arrivati alla fine del corridoio sospiro e si girò parlando a Sara.
"Okay ragazze, dobbiamo andare su perché qui stano tutti lavorando. Poi ha detto che gli dovete un favore per quello che sta facendo". Annuii sorridendo. Dopotutto aveva ragione. Siamo state noi ad apparire a caso dal nulla rischiando di rompere un vetro con la testa di Irene.
Le scale erano deserte come il corridoio. Al secondo piano era tutto smile, con porte a destra e a sinistra. Questa volta il ragazzo sembrava più sicuro. Si fermo davanti ad una porta e prese un respiro profondo e aprì la porta. Parlò a Sara e poi entrò.
"Qui possiamo stare, è libero" ci fece segno di entrare e chiudere la porta.
Chiusi bene e poi raggiunsi tutte al tavolo centrale che c'era. Era molto grande e ci potevano benissimo stare una quindicina di persone. In un angolo c'era un distributore automatico. Ci sedemmo ad un'estremità del tavolo e tutte, contemporaneamente ci girammo verso Jihoon. Ci guardò male rimanendo fermo e parlò ancora in coreano.
"Dice che non va via perché non si fida di voi soprattutto di quella bassa" a quella parole Irene arrossì per la rabbia mentre il ragazzo se la rideva sotto i baffi, aveva avuto la sua piccola vendetta.
"Va bene, può rimanere. Tanto non capisce" ridacchio Marianna sistemandosi sulla sedia girevole.
Sorrisi mentre Irene stendeva le gambe sopra le mie sempre guardando male il ragazzo e Sara si appoggiò al tavolo
"Beh... spiegatemi cosa ci fare in Corea" sorride e ci guardò, aspettandosi già una storia assurda.