- CAPITOLO 1 -

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Il sole batte forte sulle teste delle persone che, anche con quel caldo, hanno deciso di recarsi in spiaggia per godersi un po' di meritato riposo: chi con la famiglia, chi con amici. E ci sono anche delle persone che si sono recate lì accompagnate da persone che non sopportano solo perché qualcuno li ha costretti ad andare. Ed è proprio in una spiaggia che inizia la nostra storia.

Non mi piace il mare. In realtà è una bugia. A me piace il mare. La verità è che non riesco a godermi questa vista meravigliosa su questo mare. Se solo fossi da solo ma, ahimè, non è altro che un sogno. – Ehi, che cosa stai facendo ancora sotto l'ombrellone? – – Eh? –  è l'unica cosa che riesco a dire ma, in quel momento, comincio a ricordare. La voce è quella di una ragazza che sembra essere comparsa magicamente dal nulla. Il suo corpo è cosparso di bollicine che riflettono la luce del sole. 
– Cosa fai ancora lì Hideki! Vieni con me, dai! Ti porto in un bel posto! – dice lei, cercando di farmi alzare dall'asciugamano. – Cosa c'è, vuoi portami in acqua, per caso? – – Eh?–  – Ho notato che sul tuo corpo sono presenti delle goccioline d'acqua che da poco hanno iniziato ad asciugarsi: non credo che tu abbia fatto una corsa lungo tutta la spiaggia ma credo che tu sia stata in mare per tutto il tempo che io sono rimasto steso qui all'ombra. È probabile che tutto ciò che ho dedotto sia vero dato che stai arrossendo e, se ti conosco bene, so che lo fai quando ti vergogni oppure quando sai che ho ragione. Akane resta ferma lì vicino a me, vagamente indispettita. Come supponevo, avevo ragione. – Okay, hai vinto. Volevo farlo con le buone ma non mi lasci altra scelta: mi spiace! – E così mi prende per mano e, una volta vicini alla riva del mare, mi spinge e cado in acqua con un sacco di patate.

– Allora, com'era l'acqua? – mi chiede Akane ma io non la sto ascoltando. Almeno non in parte. Stiamo ritornando alla casa che i miei genitori hanno affittato in questa località balneare. All'inizio sarebbero dovuti venire anche loro ma, alla fine, hanno deciso di disertare e così, per non farmi sentire solo (anche se non lo sarei stato) hanno chiamato i genitori di Akane e hanno spiegato loro la situazione: i suoi genitori vivono separati anche se sono ancora sposati. Sua madre ha accettato subito mentre suo padre si rifiutava di lasciarla andare da solo in viaggio con un “maniaco dei misteri” (come lui stesso mi ha definito, a quanto pare) ma Akane è intervenuta nel dibattito affermando che per lei non era un problema (e neanche per me) dato che la scuola era chiusa per una settimana e potevamo rimanere lì per circa 3-4 giorni. Ed eccomi qui, infine. – Ehi mi stai ascoltando?! – mi urla lei nelle orecchie. – Ah! Mi hai quasi stonato, lo sai? Comunque sì: ti stavo ascoltando. Stavo pensando a me mi sono ritrovato in questa situazione. Mettiamo da parte il fatto che IO non avevo intenzione di buttarmi in mare e tu mi hai costretto... – Lei si ferma e si gira verso di me: – Ah sì allora perché hai deciso di venire?! –
– Perché i miei mi hanno costretto! –
– Potevi anche rifiutarti, no?! –
– No, non potevo. Mia madre ha tanto insistito! –
– Ah è così? Rimani ancora attaccato alla tua mamma? –
– Aspetta un momento: mi stai insultando? Mi stai dando del mammone? –
– Sì! E allora? –
– E allora ti ricordo che sono già tre anni che vivo da solo mentre i miei risiedono negli Stati Uniti! – Lei arrossisce e si gira dall'altra parte: i sensi di colpa cominciano ad arrivare. L'unica cosa che riesco a pensare è che devo chiederle scusa. – Ehi hai ragione. Mi sono accanito con un po' troppa... – ma mi interrompo quando sento che mormora qualcosa sottovoce. – Cosa hai detto? Non riesco a sentirti se rimani voltata dall'altra parte... –
Lei si gira e noto che è ancora rossa e anche i suoi occhi hanno la stessa tonalità: è probabile che stesse piangendo e io non mi sono accorto di niente. – Ho detto... – le parole si capiscono poco tra i singhiozzi –  che ho fatto di tutto per venire qui con te e goderci questa vacanza tranquillamente e pacificamente al riparo di qualsiasi problema... – Finita la frase si volta dall'altra parte. Un vago pensiero mi attraversa la mente: forse prova qualcosa per me così come me? Lei comincia a incamminarsi da sola ma si ferma quando le dico – Aspetta Akane io... – ma non trovo le parole. Lei si gira ed esclama – Ahahha! Ti sto prendendo in giro! Ti sembra il caso che me la prenda per così poco! Ahahha!! – In quel momento il mio cuore si frantuma in mille pezzi: me l'ha fatta. Di nuovo.

– Cos'hai? Sei arrabbiato? – mi canzona lei. Sento ribollire una rabbia pazzesca nel mio corpo ma che scompare quando dice, in tono gentile – In realtà sono felice di essere qui con te... – e le sue guance diventano di un rosa pallido. Stoo per dirle qualcosa quando sentiamo un urlo.  – AHHHHH! –
– Cosa è successo?! – esclamo e mi precipito verso la direzione dalla quale proviene l'urlo. – Dove vai?! Aspettami, vengo con te! – esclama Akane e inizia a seguirmi mentre mi allontano.

Un ragazzo detectiveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora