Capitolo 3

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Draco camminava velocemente per il lungo corridoio diretto verso il suo dormitorio immerso completamente fra i propri pensieri quando andò a sbattere contro una persona alta, robusta, con una barba lunga e bianca.

Quella persona era proprio Albus Silente, il preside della scuola.

"Professore. Mi scusi!"

"Non preoccuparti Draco!" Silente appoggiò le mani sulle sue spalle. "Ti stavo appunto cercando. Avrei bisogno di parlarti." Disse con un sorriso.

"Riguardo a cosa?" Alzando un sopracciglio con grande scetticismo.

"Riguardo Alan. Credo che tu, che voi dobbiate parlarvi e chiarirvi una volta per tutte." Disse con un sorriso smagliante.

"Senta professore non voglio essere scortese con lei, però la domanda sorge spontanea: perché si immischia? Queste sono cose che non la riguardano!"

"È vero, non mi riguardano personalmente, ma penso di essere comunque in diritto di chiederti di provarci. Tuo padre lo vorrebbe Draco."

Lo Slytherin alzò lo sguardo trasformandolo in puro ghiaccio. Di quell'espressione il mago comunque non si preoccupò e nemmeno si scompose molto.

"I voleri di mio padre non contano più niente per me! Lui è morto il giorno in cui ha tradito me e mia madre!" Disse con rabbia.

Una lacrima amara scese dalla sua guancia e Silente rimase sconvolto: quelle parole così dure, così cattive proprio non se le aspettava da quel ragazzo così dolce e buono come il pane.

Lo Slytherin doveva proprio avere avuto una fiducia completa nel padre che nel momento in cui era venuta meno lo aveva destabilizzato completamente e lo aveva portato a reagire in quel modo, senza pensare minimamente alle terribili conseguenze.

"Lasci stare professor Silente!" Disse una voce sconosciuta, ma chiara. Alan era lì difronte a loro e Draco assunse la sua espressione più seria: non voleva affatto mostrargli le proprie debolezze.

"Credo che sia arrivato il momento di lasciarvi da soli. Avete bisogno di parlarvi e chiarirvi!"

Draco lo guardò male, mentre Alan invece fissava suo fratello con serietà.

"Draco io penso che dovremmo chiarire questa dannata situazione! Non credi?"

Il biondo si appoggiò ad un muro, con un piede indietro e le braccia conserte.

"Alan so di essere stato molto severo con te e pure stronzo. In effetti non c'entri assolutamente niente con questa storia. Ma che cosa ti aspetti da me?" Chiese con voce calma e sofferta. "Io per il momento non ci riesco a lasciare andare la mia rabbia, il mio odio nei confronti di nostro padre. Ha tradito mia madre con la tua e..."

Alan si avvicinò. "Draco io non ti sto chiedendo di perdonare Lucius."

Parrish fissò negli occhi suo fratello e ne rimase colpito. Anche se le iridi erano di colore diverso, nei suoi occhi ci si specchiava completamente.

"Ti sto chiedendo di provare ad accettarmi, di provare ad essere fratelli e volerci bene, come è giusto che sia." Disse piano, come se avesse paura che l'altro urlasse da un momento all'altro.

Draco lo guardò un'ultima volta e all'improvviso fece un gesto inaspettato: lo abbracciò forte a se stesso ed iniziò a sfogare la sua angoscia piangendo a dirotto.

Alan ne rimase molto sorpreso, ma non si mosse di un solo passo: non avrebbe rinunciato a quel contatto per niente al mondo.

Quella vicinanza valeva più di mille parole e mille scuse. Dopo tantissimo tempo Alan si sentiva finalmente in pace con se stesso e con il mondo intero.

I due ragazzi dopo poco si staccarono e Draco si asciugò le lacrime. "Scusami, non dovevo."

Alan sorrise. "Ehi, stai tranquillo va tutto bene: non devi trattenerti con me."

Draco annuì con foga e poi fece un leggero sorriso: poco dopo allungò una mano.

"Proviamoci."

Alan gli sorrise sempre di più e gli strinse la mano. "D'accordo. Grazie, Draco!"

Il Malfoy maggiore sorrise e Alan lo abbracciò ancora.

Nel frattempo Harry si era appartato in un angolo assolutamente nascosto ad osservare la scena tra i due fratelli Malfoy preso dalla super curiosità e dalla voglia di conoscere meglio quel biondo dal carattere duro e ribelle fuori, ma dolce e tenero dentro.

Alan intanto se ne era andato, avendo concordato di rivedersi e Draco se ne stava tornando nella sua camera quando sentì un rumore che poi si tramutò in un tonfo.

Harry appunto era scivolato per terra e stava leggermente imprecando contro il termosifone.

Draco dal canto suo si voltò verso quella direzione e rimase allibito nel vedere proprio Potter li.

"Potter! Che cosa ci fai qui?"

Harry si alzò in piedi e si ritrovò Draco a due centimetri di distanza.

"Io sono scivolato contro il termosifone."

"E questo l'ho visto! Ma perché eri qui?"

"Io ehm..." Draco si avvicinò sempre di più ed Harry abbassò lo sguardo, non riuscendo a sostenere quello sguardo intenso.

Il giovane Grifondoro stava per raccontare una frottola assurda, quando Draco cambiò completamente discorso.

"Potter meno male ti ho trovato... avrei bisogno di chiederti un grosso favore."

Il battito cardiaco del moro cessò.

"Un favore? Tu a me?"

"Lo so che è assurdo, ma ho bisogno del tuo aiuto!" Disse con uno sguardo implorante.

"Di che si tratta?!" Sospirò.

Harry non aveva assolutamente idea di che cosa lo stava per attendere.

"Il mio più grande problema è Pansy Parkinson! Non riesco a liberarmene, anche se le ho detto chiaramente più volte di non avere nessuna speranza con me."

"Eh e quindi?" Harry non riusciva a capire che cosa voleva quel biondone da lui.

"Quindi Harry volevo chiederti se potevi aiutarmi facendo finta di stare con me!"

Harry sgranò gli occhi. "COSA?!"

"E dai che hai capito! Vorrei che tu facessi finta di stare con me, così lei finalmente mi lascia in pace pensando che sia gay e alla fine di tutto ognuno torna per la propria strada!" Disse sorridendo deliziato.

E se Harry provasse qualcosa?

Un momento: ma perché lui era felice di questo particolare?! Oddio!

"Tu sei pazzo! Completamente!"

"E dai Harry ti prego!"

Iniziò a fare gli occhi dolci.

"Lo so che non siamo mai stati amici, ma ti prego, non voltarmi le spalle. Ti prego!"

Harry lo guardò ancora come se fosse un alieno, ma poi parlò: "E cosa dovrei fare?!"

Draco sorrise.

"Quando c'è lei dovremmo tipo baciarci, tenerci per mano, cose del genere e poi quando lei non è presente, comportarci normalmente, come sempre insomma!" Sempre sorridendo.

Harry ci pensò su qualche minuto con la voglia pari a zero di accontentarlo, ma visto che infondo era finzione, decise di accettare.

"D'accordo. Se proprio insisti, lo farò!"

"Grande! Ok, allora più tardi ti mando un gufo per avvertirti sulle prossime mosse!"

Harry annuì leggermente e Draco gli fece l'occhiolino.

"A dopo, Harry!"

"A dopo Draco."

Da quel momento una domanda fissa iniziò a torturare il moro: aveva fatto bene ad accettare?!

Merlino santissimo!

Drarry ~ Da rivali ad amanti - Parte prima Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora