Incontro del destino

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Cosa devo mettermi? Carla pensa, pensa, pensa. Avrai già un'aria triste e persa, almeno fatti bella.
I miei pensieri vengono fermati dal mio telefono che squilla, controllo la schermata.
Wow! È Daniele. Allora si ricorda di me.
"Pronto?"
"Ehi Clara, scusami, ti disturbo?"
"Nono, niente affatto, dimmi tutto" cerco di non fargli capire che sono triste, almeno lui lo tengo fuori dai miei problemi.
"Sì.. beh.. io ti volevo chiedere... Ti va di vederci oggi pomeriggio?"
"Oh... Beh oggi pomeriggio ho già un impegno ma ci sono stasera, puoi venire a casa mia o possiamo uscire, o facciamo colazione insieme domani, insomma scegli pure tu."
"Allora ci vediamo stasera, ma a casa mia."
"A casa tua, ricevuto, beh fammi sapere a che ora ok? Così avviso mio padre per fargli sapere se ceno a casa o no."
"Va bene, allora a dopo, Clara."
Noto che prima di dire il mio nome ha preso una pausa, vabbè non importa.

Quindi cosa diavolo mi metto? Trovato!
Scelgo i miei jeans preferiti, quelli neri che mi stanno come se me li avessero cuciti addosso, gli unici considerando che la maggior parte o sono larghi o lunghi, o entrambe le cose. Poi scelgo il maglioncino bianco traforato sulle spalle, è bellissimo.
Infine scelgo di completare il mio outfit con gli stivali al ginocchio, perfetti.
Tanto non dovrò camminarci molto, conoscendo Victoria mi chiederà di andare al bar e sprecherò il mio outfit così.
Vado in bagno per truccarmi, un po' di mascara e blush basteranno.
I miei capelli...  Beh, nulla può salvarli, così decido di dargli giusto una spazzolata.

"Luna!"
"Che c'è?"
Ma tu guarda come mi parla. "Luna sto uscendo!" urlo incamminandomi verso la sua camera.
"E quindi?" Fa lei guardandomi scocciata.
"Beh... Nulla volevo solo avvisarti, scusami, tolgo il disturbo." Così faccio per andarmene.
"Ehi esci ora tesoro?" Mi chiede mio padre.
"Sì" gli dò un bacio sulla guancia.
"Ah papà, stasera mi vedo con Daniele, a quanto pare è risorto, ti faccio sapere se ceno da lui o a casa perché ancora non mi ha detto niente."
"Va bene, stai attenta però." Mi dà un bacio sulla testa e mi sorride.
"Ciao papy."
Così esco di casa e vado verso la piazza per incontrare Victoria.

"Ehi tesoro!" Urla Victoria da lontano.
Oh mamma, ma perché deve farmi vergognare? Noto che due ragazzi poco distanti da me si voltano a guardare, che figuraccia, faccio finta di non averci fatto caso e le sorrido, senza urlare però.
Appena la raggiungo l'abbraccio.
"Quanto tempo!" La stringo forte tanto che lei si lamenta.
"Clara, non riesco a respirare."
"Scusami, scusami, è solo che mi sei mancata."
"Anche tu."
"Sai... In realtà è ricomparso anche Daniele, lo vedo stasera volevo invitarlo ma devo parlarti di una questione delicata e sappiamo quanto sia poco sensibile."
Lei assume un'aria nervosa.
"Ehi, tutto bene?" Le chiedo.
"Sì sì, beh, sì hai ragione, è meglio se siamo solo noi due."
"Allora dove pensavi di andare oggi pomeriggio?"
"Al bar." Mi dice sorridendo fiera della sua scelta.
"Ma va... Come mai? Non lo avrei mai detto" le rispondo ironicamente.
"Scema" fa lei spingendomi avanti la testa, "dai andiamo."

-Poco più tardi al bar-
"Aspetta, aspetta, calma" mi dice Victoria gesticolando con le mani. "Quindi tuo padre ha sempre saputo dov'era tua madre?"
"Beh non so se l'ha sempre saputo ma mi ha sempre nascosto il vero motivo per cui se n'è andata."
"E sarebbe?" Mi guarda interrogativa.
Prendo un lungo respiro per mantenere la calma. "Voleva inseguire le sue passioni, o meglio... Mio padre vedeva che soffriva e l'ha lasciata andare...." Rispondo con tono incredulo ma pacato.
Victoria mi fissa per un po' pensierosa.
Poi attacca con il suo solito gesticolare.
"È assurdo!" Fa portandosi un dito sulla tempia come per sostenersi la testa.
"Già! A me lo dici? Pensavo che se ne fosse andata per stare con un altro, avrebbe avuto più senso. Ma questo..."
"No davvero... Non ci credo."
"Non dirlo a me amica mia... Non dirlo a me."
In quel momento vedo passare il cameriere. "Mi scusi?"
Si avvicina subito. "Prego, mi dica."
"Sì ehm.... Possiamo avere due pina colada pestata?"
Noto che si trattiene dal ridere.
Così lo guardo con aria da rimprovero.
"Oh, è seria..."
"Super seria, allora possiamo averli o no?"
"A quest'ora?" Chiede lui guardando Victoria in cerca di aiuto o di una conferma, ma lei si limita a guardalo impassibile.
"Sì, a quest'ora, glie lo sto chiedendo, si può avere o no? Insomma!"
"Sì sì certo, di solito non li facciamo ma va bene, glie li porto subito" risponde quasi spaventato.
"Grazie." Accenno un piccolo sorriso di vittoria e lo vedo allontanarsi.
"Puahahahaah, mi hai fatta morire, ma allora sei davvero seria" Victoria scoppia a ridere.
"Certo che sono seria! Che domande!"
"Ma Clara, ahah, sono le cinque del pomeriggio! Non pensi che sia presto?  E poi se vuoi berci su devi andarci giù più pesante."
"Hai ragione! Vedrai."
"Che cosa?" Victoria mi guarda preoccupata e mi tocca una mano come a volermi fermare da qualche stupidata.
"Tu non ti preoccupare" le faccio l'occhiolino poi poso il gomito sul tavolo per sostenermi la testa in attesa del nostro ordine.

"Ecco a voi i vostri cocktail."
"Grazie, ma vorremmo anche due cicchetti a testa, due alla vodka liscia e due alla fragola." Rispondo convinta della mia decisione, poi guardo Victoria che è scoppiata ancora in una risata.
"È sicura?" Mi chiede il cameriere preoccupato.
"Più che sicura e dammi anche del tu per favore, ho diciannove anni insomma, non trenta! Piacere, Clara" faccio allungando la mano.
"Ehm.." il cameriere guarda Victoria poi mi stringe la mano. "...Marco."
"Molto piacere Marco e grazie."
"Clara dai, adesso basta, poverino lo hai messo a disagio"
"Beh che c'è? Sicuramente è la cosa più emozionante che ha vissuto in questa giornaa...ta."
"E adesso che c'è?" Mi chiede Victoria ridendo.
"C'è... Cara Vicky, che è entrato il ragazzo che mi piace tantissimo!"
"Chi quello?" Mi chiede indicandomi un ragazzo paffuto e basso.
"Ma no! Quello!" Muovo la testa verso Francesco che è appena entrato.
"Però... niente male, te li scegli bene i ragazzi tu!"
"Non urlare Victoria! Potrebbe sentirci, e non l'ho scelto. L'altro giorno ci siamo scontrati!" Porto le mani sul viso e faccio la faccia innamorata.
"Ahaha Clara, ma come?"
"Beh sì... Avevo appena ricevuto la notizia di mia madre così sono uscita di casa a passeggiare e gli sono andata addosso, però lui si è presentato" mostro un sorriso a trentadue denti.
"Sei pazza, beh sono contenta per te, perché non lo saluti allora?"
"Se passa di qui..."
"Se passa di qui? Mi stai facendo bere alcolici alle cinque tu ora ti alzi e vai a salutarlo!"
Mi giro a guardarlo. "Effettivamente volevo andare a fumarmi una sigaretta." Alzo il tono della voce così magari sente Francesco.
"Perché urli? Abbassa la voce Clara" muove le mani verso il basso per farmi capire di calmarmi.
"Eh no Victoria, perché per colpa tua rischio di passare per una maniaca, se sente che sto andando a fumare almeno non mi prenderà per pazza!"
"Allora vai davvero a fumare? E mi lasci qui da sola?"
"Oh dai, farò subito, qualche tiro e torno, a tra poco baby." Le faccio l'occhiolino e lei sorride scuotendo la testa, incredula forse, della mia stupidità.

Resta disinvolta, disinvolta Clara.
Apro la borsa per prendere il pacchetto di sigarette e sento delle mani posarsi sulle spalle, alzo lo sguardo eh... Non posso crederci, è lui!
"Ehi stai attenta, stavi per venirmi ancora addosso" Francesco toglie le mani dalle mie spalle e se le porta dietro la testa ridendo imbarazzato.
"Eheh, scusami" rispondo imbarazzata. "Tutto bene?"
"Sì e tu, Clara? L'altro giorno pensavo che fossi persa nei tuoi pensieri ma vedo che a quanto pare è una costante.
Cavoli che figuraccia! "No no, è che, sì... L'altro giorno ero persa nei miei pensieri ma ora ero solo persa nella mia borsa, non trovo..." Infilo la mano nella borsa. "Eccole! Le sigarette eheh" imito una risata, le sarò sembrata così stupida.
Mi sorride, forse non così stupida in fondo.
"Bene, te ne posso svapare una?"
Non ci credo... "Certo!" Rispondo porgendogli il pacchetto per prenderne una. Mi giro verso Victoria che mi fa l'occhiolino. Poi mi dice qualcosa facendomi segno con la mano di andare, così seguo Francesco fuori.

Still stay with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora