Cap.1

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<Allora, devo tenerti d'occhio, eh? Tranquilla, sei come in una botte di ferro con me.>

Ride, e io avvampo come non mai. Sento il sangue che pompa velocemente nelle vene fino ad arrivare al cervello, che non connette più. Scoppio in una risatina nervosa. Continua a guardarmi, intanto, io, mi sento mancare il fiato. È come se avessi un pesante masso sulla trachea. L'aria non esce, e non oso immaginare la sfumatura di rosso che ho assunto. Mi allontano, decidendo di tornare in casa, bere qualcosa e scomparire sotto alle lenzuola pensando a quelle parole. Cammino velocemente fino a che mi nascondo dietro al muro, ma sento una pressione su un braccio, che mi tira quasi violentemente.

<Dove pensi di andare?>

Sorride maliziosamente, quasi con un ghigno. I suoi occhi sono infuocati, ardenti, incollati sui miei, sul mio corpo. Prima che me ne accorga, mi spinge contro il muro, mi bacia con forza, fino a togliermi il fiato. La sua lingua gioca con la mia, la sua bocca lavora insieme alla mia, facendomi vivere una magia che vorrei non finisse mai. Resto senza pensieri, senza parole.
L'ho sempre trovato attraente, da quando lo guardavo da lontano alle festicciole paesane, fino ad ora, quando, con la sua ragazza, beveva birra e fumava Malboro. Ma ora, questo uomo bellissimo mi ha baciata, mi ha desiderata, non importa quanto sia alto il tasso d'alcol che ha nel suo corpo, ora, non mi importa. Infilo le mani nei suoi capelli, premendo la sua nuca contro la mia, rendendo il bacio più appassionato. Si stacca, mi guarda.

<Mattia.>

Mi porge la mano, la afferro e la stringo.

<Come se non lo sapessi. Alice.> rimbecco.

<Piccola, lo so benissimo.> dice sorridendo.

Bellissimo. Vorrei solo dirgli che è bellissimo, che i suoi occhi grandi sono più belli di un tramonto visto sulle coste della California. Vorrei poter ammettere di essere attratta da lui da quando l'ho visto, quel tardo pomeriggio in quel bar, da quando mi sono buttata nel vuoto, nel mio destino, ad occhi chiusi, mentre sognavo intensamente il suo, il nostro amore.
Bellissimo, è davvero bellissimo.

Sorrido, avvampando, persa nei miei pensieri, persa in lui, completamente.
In questo momento pendo dalle sue labbra, potrei fare tutto ciò che desidera, perché mi sento talmente sicura tra le sue braccia, che potrei abbandonarmi a tutto.
Sorride, mostrando denti perfettamente allineati e labbra carnose, che ne delineano la forma.

<Vieni.>

Mi stringe la mano, cominciando a camminare in una stradina in salita, sempre più velocemente, fino a nasconderci dietro ad un altro muro di una palazzina qualunque.

Mi prende il viso, mi tocca, mi accarezza, e avvicinandosi lentamente mi bacia, di nuovo, con più dolcezza di prima, infilandomi la lingua tra i denti, e io, istintivamente chiudo gli occhi, e mi lascio trasportare dai sentimenti, stringendogli i capelli bruni e assaporando la sua lingua mista ad il suo sapore buonissimo, misto tra D&G e lavoro, sudore, forza, e tanta, tanta passione. Ora si stacca, mi guarda, e io sono sempre più confusa.

<Perché?>
Domando.

I suoi occhi si stringono, la sua espressione cambia radicalmente.

<Perché? Ti voglio, volevo farlo da tempo.>

Prende tempo, mantenendo il suo pube contro il mio basso ventre, spingendo, facendomi sentire la sua erezione.

<È questo l'effetto che mi fai.>

Sghignazza, maliziosamente. Dio, quanto lo vorrei. Lo vorrei, solo per me, adesso, sempre.

<E Elena?>

<Elena, è al lavoro. Oh, dai, non preoccuparti.>
Riesco quasi a resistere al suo sguardo; sembra quasi un cucciolo, un cucciolo di 25 anni. Oh, cazzo, non posso.
Non posso assecondare un ubriaco, cazzo. Cazzo, cazzo cazzo.

<Emh, forse è meglio se..>

Metto la mano contro il suo stomaco, allontanandolo con delicatezza, nonostante io sia totalmente riluttante.

<No, non andartene.>

Mi prende il polso che sostiene la mano contro la sua pancia, e non posso fare a meno di notare un briciolo di paura nel suo sguardo totalmente fuori controllo, paura che io possa magari lasciarlo solo, lì. Cerca di baciarmi, ancora, è quello che riesce ad ottenere è solo un leggero bacio a stampo, dato come un addio, un addio momentaneo, ma difficile da mettere in scena.

Mi godo quel momento, un momento in cui mi tiene fermo il viso tra le sue mani calde, e riesco ad assaporare le sue labbra, finalmente dopo tanto tempo. Riesco a sentire il suo gusto, il suo sapore, ed è un sapore che amo alla follia. Mi stacco, quando lui cerca di spingersi oltre.

<Ci vediamo, Mattia>

<No, il mio numero.> farfuglia.

<Il-il tuo numero?>

<Si... Cioè, ecco>

Mi porge un bigliettino, e sento di nuovo le sue mani calde sul mio corpo, che mi provocano un brivido piacevolissimo lungo la spina dorsale.

Sorrido, come una povera cretina. Una povera cretina che è appena stata baciata da un uomo -se si può dire così- di cui era sempre stata attratta. Gli sorrido, stringo il bigliettino fra le dita, e velocemente imbocco la scorciatoia che avevamo percorso prima, al buio, senza nessuno che la calpestasse, solo io, i miei pensieri, e i miei casini.
Oh, è stato fottutamente fantastico, stupendo.

"Non farti troppi film, Alice. Era ubriaco."

Già, era ubriaco. Ma se gli ubriachi dicono sempre la verità, allora vuol dire che gli sono sempre interessata? No. No, non può essere. O forse sì?
Arrivo a casa in poco tempo, apro la porta del condominio dorata, salgo le scale ed entro nel mio piccolo appartamento, che condivido con mio padre.
I miei genitori si sono separati da un anno ormai, e io ho deciso di vivere con mio padre, così abbiamo preso una piccola abitazione qui, nel cuore del paesino di montagna: lui non è mai a casa da quando conosce la sua attuale "fidanzata", quindi condivido questo appartamento con me stessa, è molto spesso, dormo qui con la mia migliore amica Sara.

"Oh giusto, Sara!"

Devo chiamarla subito e raccontarle tutto.
Compongo il numero e parte la chiamata.

<Pronto?> sento la sua voce squillante dall'altra parte del telefono.

<Ehm, Sara... Devo raccontarti di Mattia, insomma, io e lui..>

<TU E LUI COSA?!> Urla, e sono costretta ad allontanare il cellulare dall'orecchio per non assordarmi.

<Ci siamo baciati e mi ha lasciato il suo numero.> Dico tutto d'un fiato.

Sento solo il suo respiro spezzato, e riesco ad immaginare la sua espressione in questo momento.

<CHE COSA?!>

Scoppio a ridere.
<Beh, già, non ci credo ancora neanche io e... E non c'è nient'altro da dire, a parte che era ubriaco e che.. Che è stato bellissimo.>

<Oh, Alice, cazzo! Sto saltando di gioia, ormai! Cazzo, cazzo! Sono contentissima per te! Domani, si, domani voglio vederti!>

Sorrido, ansiosa di rivederla dopo una settimana.
<Si, certo. Vieni qui alle quattro, okay?>

<Certo. Oh, amore, sono così felice per te. Buonanotte, ti voglio bene.>

<Ti voglio bene anche io, e buonanotte. Anche se non riuscirò a dormire molto. Oh, dovrei scrivergli?>

<ASSOLUTAMENTE SI!>
Sta quasi per urlare, di nuovo.

<Va bene, va bene.. A domani.>

<Ciao!>

Chiudo la chiamata e mi metto il pigiama velocemente, mi infilo sotto le coperte e salvo il suo numero sul telefono: -Mattia❤️-

A: Mattia❤️

Ciao, sono Alice.
Beh, questo è il mio numero.. Buonanotte.-

Spengo il telefono e mi accoccolo sotto le lenzuola profumate, cercando di dormire ancora con la lampada accesa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 18, 2014 ⏰

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