Le ore passavano, il sole era ormai alto in cielo e la pace regnava su casa Capecci. Piero e Ugo stavano arando il campo perché la primavera era ormai imminente mentre Marisa riorganizzava la cantina, le conserve di primavera sarebbero arrivate presto. Thomas salutò tutti e si diresse verso la città. Camminò per mezzora attraverso strette stradine di campagna, ascoltando gli uccelli e il vivace suono della natura. Piano piano le case iniziarono ad aumentare e la strada diventò di cemento. Entrò in città e in poco tempo si ritrovò davanti al mercato; lì vicino c'erano le scuole, potrebbe essere il luogo giusto per appendere i volantini, pensò. Per tutto l'inverno non aveva fatto altro che pensare a un lavoretto extra da fare durante il pomeriggio per aiutare la famiglia. Voleva, inoltre, iniziare a tenere da parte qualche risparmio per il suo futuro. Un pomeriggio, mentre aiutava Bianca con i compiti, gli era venuto in mente che avrebbe potuto dare ripetizione ai ragazzi delle medie. Nonostante avesse terminato gli studi presto, Thomas leggeva tantissimo ed era molto intelligente. Infatti aveva il grande sogno di andare ad insegnare in un'università americana.
Decise che prima era meglio consegnare la lettera della nonna. Si diresse verso il centro della piazza dove un gruppetto di anziani stavano chiacchierando allegramente:
"Buongiorno, scusate l'interruzione, sapreste dirmi dove si trova Gemma?"
"Tu sei il nipote di Evelin vero?"
"Sì sono io."
"Ragazzo, non mi vedi? Sono qui in fondo!" la voce squillante della vecchia signora risuonò per il cortile. Gemma indossava uno strano cappello marrone, un vestito verde scuro, una borsetta rossa, una pelliccia e dei guanti di rete:
" Buongiorno, questa e una lettera da parte di mia nonna mi ha detto che..."
" Dammi qua, dammi qua... AH! Ottime notizie vedo, bene, dille che passero a trovarla nei prossimi giorni e di non farsi trovare morta! Quella è sempre imprevedibile... Comunque grazie mille ragazzo, vuoi fermarti a prendere anche un tè o credi di andare a lavorare? Non rispondere, non è una domanda. Sparisci o farai preoccupare Marisa. Mi raccomando aiuta tuo padre con la terra, quest'anno il sole è arrivato giusto in tempo!" Adorava quella vecchietta. Gli offriva sempre dei biscotti, era permalosa, gentile e si vestiva sempre in modo strampalato; era un personaggio, più adatta alle opere teatrali che alla vita vera. Thomas salutò educatamente tutti i presenti e riprese la sua attività, tutt'altro che divertente. Decise di appendere due volantini ai lati opposti della piazza e di attaccarne uno fuori dalla cartoleria. Stava attaccando l'ultimo quando qualcuno gli sbatté addosso facendolo barcollare. Il ragazzo sembrava più piccolo di lui, era più basso e biondo, portava una cartella con dei libri che durante l'impatto era caduta.
Thomas si piegò per raccoglierli e nel mentre si scusò anche se la colpa non era di certo la sua.
"Smettila di scusarti, se arrivo in ritardo mio padre mi ammazza e non basterà scusarsi con lui, credimi"
"Va bene, scusa... cioè no, niente scusa solo...mi dispiace"
Lo sconosciuto gli mandò un'occhiataccia, si rialzò, si sistemo la divisa scolastica e corse via. Poco dopo aver percorso cento metri si girò e chiese: "Tu non ci vai a scuola? Non ti ho mai visto"
"No, io lavoro in campagna."
Il ragazzo annui, poco interessato, poi riprese la sua corsa verso la scuola. Questo era un'altro personaggio.
***
17:15, casa Gerelli
Silenzio straziante, come se tutti fossero in attesa della decisione della giuria, con un solo diverso particolare, non si percepiva ansia nel''aria. Una cosa che può succedere se, come Elton, avete passato la vostra infanzia tra cene e rinfreschi come quello imminente e quindi sapete esattamente cosa vi aspetta. In questo caso l'ansia viene sostituita dalla noia.
Bussarono alla porta, Ida andò ad aprire e fece accomodare gli ospiti in sala da pranzo dove, la famiglia Gerelli, gli stava aspettando. Vittorio Gerelli si alzò e iniziò a stringere mani e parlare con il suo solito sorriso, simile a chi sta per firmare un importantissimo contratto. Vicino a lui c'erano i figli: Lorenzo, il più grande e anche il più simile al padre, interessato agli affari, Noemi, la più piccola che sembrava semplicemente felice, Gregorio, il figlio viziato che viveva al di fuori sal mondo ed Elton, seduto in disparte con il suo "sorriso di gentilezza" che nascondeva l'impazienza. L'unico ad aver intuito il vero motivo di quella visita. Insieme ai signori Pavoncelli, che erano da sempre una famiglia rivale, c'era la loro secondogenita, una bella ragazza e conoscente (non amica) di Elton , Elois Pavoncelli.
Era da quando ne aveva memoria che suo padre provava a pacificare i rapporti tra le due famiglie, appena qualche anno prima aveva provato a maritare un Lorenzo appena maggiorenne con la primogenita Pavoncelli. I due si erano frequentati per un po' fino a quando, quest'ultima, non si era stancata e lo aveva piantato in asso. Ovviamente avevano tutti dato la colpa e Lorenzo e addirittura il padre aveva rifiutato di parlargli fino a che i Pavoncelli non gli avevano inviato una lettera scusandosi per il comportamento dell figlia. Dopo questo fatto le famiglie non erano rimaste in contatto a parte il fatto che Elton era obbligato a vedere Eloise tutti i giorni a scuola. Dato che suo padre non poteva decidere per il futuro di Gregorio, Elton pensava che quell'incontro era, come dire, per lui. Infatti i signori Pavoncelli lo interpellarono sempre e per qualsiasi cosa, Elois sembrava distratta e, come se non bastasse, Ida non aveva smesso di guardarlo storto neanche per un minuto. Il dessert arrivò presto e, poco prima delle dieci, la signora Pavoncelli e la figlia se ne erano andate, lui era stato mandato a letto e suo padre era intento a parlare di "affari" con il signor Pavoncelli. Aveva provato molte volte ad orecchiare ma senza risultato, stava solo perdendo tempo.
Decise che sarebbe tornato in camera sua, quando era nervoso si sedeva sul davanzale della finestra e osservava le strade deserte della città. Vide il bar che chiudeva, gli anziani rimasti a giocare a carte che si salutavano e tutte le luci spegnersi. La sua era una delle case più alte, per questo riusciva a vedere le colline e, quando il cielo era sereno, si potevano scorgere le montagne in lontananza. Seduto lì, a contemplare il vuoto, pensava.
Non riusciva a capire le sue emozioni, era arrabbiato (molto arrabbiato) con suo padre perché non gliene aveva parlato e perché sapeva che lui era sempre stato titubante alla sua relazione con Jo, allo stesso tempo era anche preoccupato della reazione di Jo quando Ida le avrebbe raccontato tutto. Negli ultimi tempi si era accorto che avere una fidanzata non era più tra le sue priorità, con Jo stava bene ma non più come prima e anche lei diventava sempre più staccata, sembrava nascondere un segreto. Stava già pensando da un po' che sarebbero dovuti tornare alla loro vecchia amicizia ma sapeva già che non avrebbe mai trovato il coraggio di dirglielo. Tornò a pensare alla questione "mio padre è un grandissimo egoista che usa i figli per fare andare bene gli affari di famiglia". Pensò che alla fine avrebbe solo dovuto frequentare Elois per un po' per rendere contento il padre e poi avrebbe potuto tranquillamente tornare alla sua vita (sperando che il padre non facesse sul serio questa volta). Però non sarebbe stato giusto e soprattutto non era quello che lui voleva. Era un bel ragazzo con alle spalle molte relazioni finite con ragazze dai cuori spezzati. Nonostante ciò non gli era mai piaciuta l'etichetta "spezza cuori" che molti gli attribuivano a scuola.
Una volta qualcuno gli ha detto che noi siamo come una barca in mare aperto, i venti sono le nostre emozioni e se lasciamo la barca in balia dei venti finiremo per andarci a schiantare su qualche scoglio. Il primo passo per prendere il controllo delle proprie emozioni è saperle distinguere, in quel momento Elton non le distingueva affatto.
SPAZIO AUTRICE
Odio e amo questo capitolo. Ci ho messo un po' a scriverlo perché non riuscivo ad andare avanti, un buon inizio direi. E' venuto un po' lungo, ho optato per dividerlo in due ma non faceva lo stesso effetto. Cosa unirà i due personaggi? Non vi tocca che andare avanti a leggere... NO SPOILER. Lasciate qualche commento per rallegrarmi la giornata:)
PENSIERI RANDOM
- La descrizione di Gemma, la signora anziana amica della nonna di Thomas, è vestita come la nonna di Neville Paciock/molliccio in "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban". Io passione fangirl:)
- L'ultimo capoverso, riguardante il capire le emozioni per saperle gestire, è una citazione di una mia professoressa (grazie prof)
- Non ho espresso esplicitamente il luogo o il tempo dove è ambientata la storia, anche se mi piacerebbe in un paesino nel nord Italia. Lascio immaginare tutto a voi!! (fatemi sapere nei commenti;)
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Impossibile non saperlo
RomantizmUna storia che riuscirà a cambiare il pensiero della gente. Due giovani cuori completamente diversi tra loro che si trasformeranno dopo essersi distrutti a vicenda. Affrontando i pensieri e i pettegolezzi della gente senza sapere come poterli ignora...