A Me Piaci

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"Non mi dirai cos'è successo con Anibal?" chiedo al telefono ad Edoardo mentre mi preparo per la cena della Vigilia.
"Te l'ho detto, ha sbagliato a parlare."
"Cosa ha detto?"
"Non è importante davvero, a che ora devo stare da tua zia?"
"Alle sette, e preparati, riceverai molte domande."
"Resisterò."
"Buona fortuna allora, ci vediamo dopo, okay?"
"A dopo."

Mi pettino i capelli lisci allo specchio e mi incanto a guardarli mentre li sistemo di lato con una forcina di perle bianche di plastica, ma sobbalzo quando mia madre bussa alla porta.
<<Sei pronta?!>>
<<Sì!>> poso la spazzola e mi do un'ultima occhiata. Per la cena ho indossato un paio di pantaloni bianchi e un top nero ricamato e tacchi neri. Afferro il rossetto rosso e lo ripasso un'altra volta, dopo aver messo giacca e aver preso la borsa insieme a mamma e nonna saliamo in macchina per questa grande cena di famiglia. Le cene più importanti le abbiamo sempre fatte da mia zia Anna, ha la casa più grande di tutti i fratelli e tutti noi, quindi siamo sempre da lei. Ogni pasto è una festa, non ci si annoia mai, forse perché siamo una vera e propria famiglia che alla fin fine tra litigate e tutto non può far a meno l'uno dell'altro ed è una cosa che amo.
<<Edoardo?>> chiede nonna mentre scendiamo dalla macchina e la faccio poggiare al mio braccio.
<<Arriverà.>>
<<È proprio un bel ragazzo, piacerà a tutti.>>
<<Speriamo.>> sorrido e finalmente arriviamo al grande cancello, saliamo i tre gradini ed entriamo dentro casa scambiandoci fin da subito degli auguri.
<<Ma dove vai così nuda, non hai freddo?>> mi chiede zia mentre mi guarda la pancia e io in tutta risposta mentre l'abbraccio le alito sul collo facendole il solletico.
<<Noo non hoo freddoo.>> le urlo all'orecchio e questo non fa altro che contribuire la sua risata.
<<Che cretina che sei.>> dice poi dandomi uno schiaffetto dietro la testa. Saluto poi mio zio Luigi, zio Matteo e zio Pino, sua moglie, mia zia Valeria, mio cugino Andrea e mia cugina Eleonora con il ragazzo Manuel. Subito mi butto di peso sull'isola del divano occupandola per le prossime ore.
<<Eccola, è arrivata.>> Manuel mi da uno schiaffo sulla gamba facendomi spostare le gambe.
<<Ao, e levati.>>
<<Non dovresti iniziare ad apparecchiare?!>> urla facendosi sentire da tutti, facendosi sentire da mia zia.
<<Lurido->>
<<Esatto, bravo Manuel, Aurora inizia ad apparecchiare!>> dice quest'ultima, lancio un occhiataccia al moro seduto accanto a me mentre prende posto sulla MIA parte del divano.
<<La tovaglia? La tovaglia? La tovaglia dov'è?>> inizio a chiedere insistentemente a mia zia.
<<Oddio! Ma Edoardo sa che sei così rompipalle?>> dice esaurita e un secondo dopo il campanello suona.
<<Puoi chiederglielo tu.>> sorrido in modo angelico <<Non mi fate fare figure di merda!>> vado incontro ad Edoardo sulle scale e sorrido quando lo vedo alle prese con il cancelletto <<Che eleganza.>>
<<Sei bellissima.>> mi squadra dalla testa ai piedi e si morde le labbra.
<<No, sono bassa, cioè ma ti pare? Che me li sono messi a fare?>>
<<Ho preso questi nel frattempo.>> da una busta esce cinque mazzi di fiori e io sgrano gli occhi <<Spero di piacergli almeno un po'.>> dice indicando con la testa l'entrata sopra.
<<A me piaci.>> lascio allacciare le braccia al suo collo e unisco le mie labbra alle sue.
<<Permesso.>> Edoardo solca la porta e l'agitazione inizia a farsi sentire. Si presenta a tutti nella stanza e stringe le mani ad ognuno di loro <<Buona Vigilia.>> lascia i mazzi in mano alle mie zie, mia cugina, mamma e mia nonna.
<<Non dovevi!>> dicono tutte e cinque all'unisono.
<<È a noi!?>>
<<Ecco!>> dalla busta esce una bottiglia di prosecco e la da in mano al padrone di casa, che si mette a ridere mostrandola a mia zia, che a sua volta gli risponde ridendo e mostrandogli il dito medio.
<<Se vi sedete iniziamo a mangiare.>> dice poi portando sulla tavola la grossa pentola.
<<Allora Edoardo, dicci di te.>> parte mia zia Valeria <<Quanti anni hai?>> sicuramente questa parte della serata me l'aspettavo, prima del secondo, ma me l'aspettavo.
<<Diciannove, signora>> sorride con tanta calma che quella agitata sono io.
<<Signora no ti prego, sei in mezzo ad una famiglia, abbiamo dei nomi.>>
<<Scusatemi.>>
<<Diciannove anni, e come mai sei in terzo?>> chiede zio Pino.
<<Ho cambiato molte scuole.>>
<<Le altre non ti piacevano?>>
<<Esatto, ho girato molto per trovare quella giusta per me.>>
<<E cosa farai dopo?>>
<<Lavorerò, cercherò di farmi assumere da qualche parte.>>
<<Un uomo di casa.>> sorride nonna.
<<Un tradizionalista.>>
<<Speriamo fili liscio allora.>> dice mia madre.
<<Spero proprio di sì.>> ride.
<<E come vi siete conosciuti tu e Aurora?>>
<<È una dei rappresentanti, quindi durante un'assemblea.>>
<<Tu una rappresentante?>> Andrea
scoppia a ridere <<Ma ti sei proposta da sola?>>
<<Non ti trovo divertente.>> commento.
<<E la sopporti davvero? Cioè davvero davvero?>> chiede Manuel.
<<Che carino.>>
<<È testarda, ma in fondo in fondo ha anche dei pregi.>> e tutti ridono.
<<Vi siete coalizzati o cosa?>>
<<E sei figlio unico?>> stavolta è Eleonora a parlare.
<<Sì, solo io.>>
<<I tuoi ti vizieranno molto.>> e a quell'affermazione di Andrea sul tavolo cala il silenzio, senza contare il mio calcio sotto al tavolo che arriva dritto dritto al ginocchio di mio cugino, che impreca sottovoce.
<<Mi dispiace.>> sussurro ad Edoardo.
<<Non fa nulla.>> mi poggia una mano sulla gamba e me l'accarezza con il pollice <<Io sono cresciuto con i miei nonni, i miei non li conosco.>> spiega poi.
<<Cazzo, mi dispiace, non volevo.>>
<<Macché, non fa nulla tranquillo.>> gli alza la testa e ride e per un attimo mi sento morire dentro.
<<Beh, sti torroni come sono?>> grazie a zio Luca che alleggerisce la situazione <<Di merda come gli altri anni?>> ride verso Eleonora che li ha comprati.
<<Fanculo.>>
"Devi stare tranquilla Aurora." chiudo gli occhi quando la voce di Edoardo mi riecheggia nella testa "Non rovinarti da sola questa serata." intreccia la sua mano alla mia e lo guardo negli occhi "Va meglio?" annuisco e bevo un sorso di coca-cola.
<<Tira il dito! Veloce!>> mi urla Andrea.
<<Se ci provate giuro su Dio che vi ammazzo.>> ci minaccia mia zia alzandosi in piedi.
<<Veloce Aurora!>> senza badare a mia zia tiro il dito ad Andrea il quale rutta con poca delicatezza.
<<Ma non ti vergogni? Davanti ad Edoardo?>> chiede mia madre e sento il ragazzo accanto a me ridere di gusto.
<<Visto? Sta ridendo, e poi se non ci conosce per quello che siamo realmente come pretendi che resti qui dentro?>>
<<Siete scandalosi.>> Eleonora scuote la testa a bocca aperta. Quando mia zia si alza per prendere il prossimo piatto tutta la mia sicurezza cede. I gamberoni. Iniziano ad impostarli e rimango a guardarli mentre li mettono sotto il mio naso.
<<Aurora! Non mangi?>> mi giro verso zia che si sta trattenendo dallo scoppiare a ridere. Maledetta.
<<Certo.>> ritorno a guardarli e provo a prenderne uno tra le mani, ma al contatto dei baffi scatto in piedi e mi rigiro dall'altra parte. Sento la maggior parte delle persone sedute al tavolo ridere di gusto <<No, non ce la faccio, non posso.>> Edoardo si gira a guardarmi confuso.
<<Guarda che non mordono.>> mi sfotte Manuel. Mi rimetto seduta e continuo a guardarli.
<<No! Non ce la faccio! Non posso staccargli la testa!>> io odio, e odio i gamberoni.
<<Devi sapere, Edoardo, che quelli sono una delle fobie di Aurora.>> mi guarda ridendo.
<<Dimmi che scherzi.>>
<<Vorrei tanto.>> piagnucolo e finalmente passiamo oltre.
Il resto della serata continua con la maggior parte di noi che si stravacchia sul divano continuando a parlare e a ridere di gusto, mangiando torroni, pandori e le ammazza suocere.
<<Aurora stai bene?>> chiede mia madre mentre per l'appunto mi sfondo di ammazza suocere seduta a tavola scalza.
<<Sì, perché?>> poggio la testa su una mano e continuo a mangiare.
<<Perché non chiedi di scartare i regali? Ti vergogni davanti ad Edoardo?>> ride e gli altri l'accompagnano.
<<Mi dite sempre di aspettare mezzanotte.>>
<<Dai, lo so che stai morendo dalla voglia.>> mi indica con la testa i regali sotto l'immenso albero e dopo aver afferrato la busta di noccioline mi metto a terra. Pochi regali ma fondamentali.
<<Questo è tuo.>> dico ad Edoardo indicando uno scatolone con la carta di Minnie a terra. Si alza tutto timido e si inginocchia scartandolo.
<<Tu sei matta.>> ride e inizia a scartarlo più velocemente quando vede l'immagine sulla scatola.
<<Casa tua è troppo triste.>> sorrido.
<<Casa sua?>> guardo di sbieco zio Pino.
<<Cos'è?>> chiede Andrea.
<<Un biliardino.>>
<<È bellissimo.>> il mio cuore fa capriole quando mi afferra il viso e mi bacia davanti a tutta la mia famiglia e giurerei di somigliare ad un pomodoro. Edoardo si alza e mi porta una scatolina bianca. La prendo dalle sue mani e la apro cauta rivelandone dentro un girocollo misto tra rosa o oro, al centro ha una luna, mentre intorno ha dei minuscoli cristalli rosa che lo rendono il girocollo più delicato che abbia mia visto <<Ti piace?>>
<<È magnifico.>> gli do la scatolina in modo tale che possa mettermelo subito.
<<Prendi esempio.>> dice Eleonora schiaffeggiando la testa di Manuel e scaturendo una risata a tutti noi.
Torniamo tutti di nuovo a parlare e stavolta il divano riesce a liberarsi per me ed Edoardo.
<<Sicura che ti sia piaciuto?>> sussurra <<Magari ti porta fortuna per il tuo sogno nel cassetto.>> lo guardo negli occhi senza mai distogliere lo sguardo.
<<Sei tutto quello che ho.>>

Quando anche i festeggiamenti giungono al termine Edoardo inizia a salutare tutti.
<<È stato davvero un piacere per me.>>
<<Se vuoi domani stiamo di nuovo qui a pranzo, puoi portare i tuoi nonni.>> gli dice mia zia.
<<Non vorrei disturbare.>>
<<Ma figurati, chi è di famiglia non disturba mai.>> inaspettatamente l'abbraccia e gli da due pacche sulle spalle.
<<Sarà davvero un onore. Grazie di tutto!>> mi richiudo la porta alle spalle per poi accompagnare Edoardo alla moto.
<<Sei stato bene?>>
<<Sono stato benissimo Aurora, davvero.>> mi afferra la vita e lascia scontrare le nostre bocche, in un bacio di quelli che si nascondono alla famiglia.
<<Verrai domani?>> non mi allontano neanche quando gli domando le cose.
<<Sicuramente.>>
<<Va bene.>> gli lascio indossare il casco e mettere in moto.
<<Ci vediamo domani, okay?>>
<<Sì.>> mi allontano e pian piano esce dal vialetto ma è come se i miei piedi si rifiutassero di rientrare <<Edoardo!>> lo richiamo. Frena e si guarda indietro.
<<Che succede?>> lo rincorro ma rallento di botto.
<<Vai piano!>>
<<D'accordo.>> ride e si rigira.
<<E...>> sto per rigridare il suo nome ma ci ripenso.
<<Aurora.>> mi chiama.
<<Sì?>>
<<Ti amo.>> le braccia mi cadono lungo i fianchi e un sorriso da idiota mi appare sul viso, gli corro incontro con tanto di tacchi e gli levo il casco unendo le nostre bocche non un secondo dopo.
<<Ti amo anche io.>> sussurro ad un soffio da quelle che per me sono fiamme d'amore. Mi afferra il viso tra le mani e mi bacia, e mi bacia una volta ancora, poi si rimette il casco e a malincuore esce dalla mia vista, e rimango lì, a far andare il mio tocco dalle mie labbra alla collana senza smettere di pensare al fatto che sono perdutamente innamorata di Edoardo Palmieri.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora