Aveva paura Bakugou, ma non lo avrebbe mai ammesso.
Si, aveva paura di non diventare l'eroe numero uno che desiderava essere o, ancora peggio, non diventare proprio un eroe, lasciato per ultimo da tutti, mentre tutti lo superavano e anche le comparse diventavano più forti di lui.
Era quello il sentimento che lo aveva portato per anni a maltrattare Deku, prendendosi gioco di lui e del suo non possedere un quirk, perché nella sua mente aveva sempre avuto una sola piccola grande paura: che il broccolo ne possedesse uno, ma che non lo facesse vedere perché troppo potente.
E arrivati alle superiori, quella sua paura si era trasformata in realtà quando, durante gli allenamenti iniziali, il ragazzo aveva mostrato tutte le sue forze, iniziando così la scalata verso quel posto che desiderava Bakugou. La rabbia gli montava dentro giorno dopo giorno, fino ad arrivare a scoppiare tutte le volte in cui aveva l'occasione per andare contro il suo compagno di classe.
Che fosse un esame, che fosse un momento che lui stesso gli aveva rubato, gli provava di essere ancora inferiore a lui. Anzi, lo provava a se stesso. Ma ogni volta il risultato era quello che si ritrovasse sempre più frustrato, consapevole dei troppi miglioramenti che merdDeku stava compiendo, lasciandoselo dietro.
"Perché mi ritrovo ad inseguire qualcuno che fino a poco tempo fa mi stava sempre alle spalle?!" aveva urlato, più a se stesso che al ragazzo che gli stava davanti, ferito sul corpo dagli innumerevoli attacchi compiuti dal biondo, che non gli lasciava nemmeno un istante di tregua nella sua furia cieca. Stava tremando, mentre alle sue spalle fece capolino All Might, che dividendoli, aveva raccontato tutto al giovane Bakugou e poi aveva riportato entrambi nel dormitorio.
Erano stati puniti per quel loro modo di comportarsi, avendo infranto il coprifuoco ed essendo usciti dal dormitorio, soprattutto il biondo, che da poco aveva subito un sequestro e per cui tutti si preoccupavano. Ma Bakugou ancora fremeva dalla rabbia al pensiero di come avesse visto il potere di All Might crescere davanti ai propri occhi in Deku, che stava facendo di tutto per renderlo proprio. Il quirk mezzo attivato nelle sue mani produceva uno scoppiettio prepotente, mentre se ne stava seduto nella sala comune, alle prese col calmare il proprio cervello, cercando un po' di calma per pensare ad un piano d'attacco con cui tornare a sorpassare il verde.
Perché glielo aveva promesso che sarebbe tornato a superarlo.
"Bakugou, che ci fai qui?" sentii pronunciare ad una voce familiare alle sue spalle. Si voltò, col volto rigido per la tensione accumulata nell'ultimo periodo e nella battaglia appena conclusa, incontrando gli occhi rossi come i suoi, incorniciati dai capelli rossi che adesso stavano lisci sulle spalle. Kirishima indossava un semplice pigiama scozzese, mentre tra le mani stringeva una tazza, sceso, evidentemente a rimettere a posto quella dopo essersi fatto un the come era suo solito fare quando non riusciva a dormire.
"Ti ha svegliato il frastuono?" chiese Bakugou, invitandolo a sedersi senza bisogno di usare parole o porre dei gesti. Kirishima lo conosceva, poteva comprendere da solo quando l'amico fosse di buon umore e quando avesse bisogno di compagnia. Lo aveva imparato in tutte quelle notti, quando, come ora, si ritrovavano nella sala comune e finivano col fare mattina, magari bevendo un semplice the, lì, senza parlare davvero.
Quei momenti rimanevano sempre tra di loro, non che ci fosse qualcosa da commentare.
Kirishima gli fu accanto e si sedette, notando il viso e le braccia graffiate dell'amico. Tese una mano verso di lui, sospirando, comprendendo subito quei rumori che non lo avevano fatto dormire, da dove arrivassero.
"Midoriya?" aveva semplicemente chiesto e il biondo aveva annuito, non allontanandosi dalla sua mano, che ora toccava lieve una ferita leggera che si era inflitto cadendo al suolo dopo un calcio di quel dannato. Aveva ereditato il potere di All Might, lo stava rendendo suo e lo stava rendendo così ridicolo.
Il rosso poggiò la tazza sul tavolino di fronte a loro, andando, poi, ad appoggiare la schiena sul divano, vicino all'amico, che fece la stessa cosa.
"Sono debole.." si ritrovò a sussurrare Bakugou, fissando le proprie scarpe, mentre digrignava i denti, prendendo consapevolezza di quella nuova realtà. Nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire dire quelle cose dal 're delle esplosioni', ma Kirishima si trovava lì e non riusciva a credere alle proprie orecchie. Sapeva che l'amico fosse continuamente sotto il proprio stesso esame, che se avesse fatto qualcosa, il giorno dopo aveva bisogno di migliorarsi per stare bene con se stesso, ma non lo aveva mai sentito dubitare del proprio potere, della propria unicità.
Il rosso pensò, però, che se in quel momento gli avesse detto che non era vero, cosa che era ovvia, avrebbe solo peggiorato l'umore di Bakugou, che stava già facendo i conti con la propria coscienza e non avrebbe avuto il tempo di ribattere a lui.
"E cosa c'è di male in questo?" preferì rispondergli, mettendo la mente dell'amico davanti a quella consapevolezza.
Bakugou si voltò a guardarlo immediatamente, distogliendo lo sguardo dalle sue stesse scarpe, osservando il ragazzo che accanto a lui aveva colto nel segno. Trattenne il respiro mentre Kirishima gli si faceva leggermente più vicino, senza toccarlo come prima, ma mostrandogli quanto gli fosse vicino.
"Capire di essere deboli può farti capire solo una cosa" continuò, non volendo arrivare alla conclusione da solo, ma trascinandoci il ragazzo. Perché in quel momento Bakugou lo stava fissando con gli occhi spalancati, di chi ha paura, di chi sta comprendendo, ma teme di dire quello che crede. Esattamente come quando non si ha studiato bene per una interrogazione, ma la professoressa ti chiama e ti aiuta a tirare fuori quei concetti che sai, ma non hai ripassato abbastanza.
"Posso migliorare" disse infine il biondo, in un sussurro, guardando ancora Kirishima che ora gli sorrideva, felice di aver portato il proprio amico esattamente dove desiderava arrivasse. Annuì, arrivando completamente vicino al ragazzo, annullando le distanze e poggiandogli una mano sulla propria.
Bakugou gli diede una spinta, come per allontanarlo, ma con un sorriso, così il rosso fece un risolino, mentre tornava al suo posto in un istante. La mano che gli aveva poggiato sulla propria non era stata tolta, anzi, era stata afferrata dal ragazzo, che aveva intrecciato le loro dita, calmando in poco quella sensazione che prima gli stava facendo implodere la testa.
Kirishima era entrato nella sua vita e anche quella cosa lo faceva sentire debole, ma cosa c'è di male nell'esserlo?
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I'm weak
FanfictionLa più grande paura di Bakugou era quella di essere debole e Midoriya lo aveva avvicinato troppo a quel limite, portandolo ad esplodere.