Crop top

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Era una normalissima serata nel dormitorio della 3°A.
Nella sala comune i ragazzi stavano seduti sui divani a guardare la televisione, mentre le ragazze sembravano essersi riunite nella stanza di una sola di loro per parlare di qualcosa di importante. Mineta aveva colto subito l'occasione per provare a chiedere ai ragazzi di andare a spiarle, ma si era beccato lo sguardo omicida del capo classe Iida e ci aveva rinunciato, sedendosi su una piccola poltrona.
Bakugou, dal canto suo, era già a letto. Nonostante fossero appena le nove di sera, aveva deciso di ritirarsi, nel vano tentativo di poter dormire un po' quella notte, lottando contro la sua stessa insonnia. Al momento, però, stava semplicemente fissando il soffitto, nel buio profondo della stanza in cui non entrava nemmeno un filo di luce lunare, dato che aveva tirato completamente le tende.
Si portò una mano dietro la nuca per essere un po' più comodo e tentare di rilassarsi, ma l'impresa sembrava ancora più ardua del solito. Allora iniziò a pensare ai propri compagni di corso, chiedendosi cosa stessero facendo in quel momento, dato che tutto quel silenzio era molto insolito da parte loro. I maschi non lo erano mai quando c'erano le femmine nei paraggi.
Era una cosa che lui non si era mai capacitato. Perché doversi mettere in mostra in quel modo tanto ridicolo? Non sarebbe bastato essere se stessi perché una ragazza cadesse ai propri piedi? Eppure, forse, era proprio per quel motivo se pure Deku si era fidanzato e lui no.
Il proprio se stesso non piaceva a nessuno, nemmeno a lui.
Eppure di persone che gli ronzavano attorno ce n'erano.
Kaminari, Sero, Mina e Kirishima. Loro non lo lasciavano mai stare, nemmeno quando si mostrava più irritato del solito e li avrebbe solo presi a pugni, anzi qualche volta lo faceva davvero, loro stavano lì accanto a sorridergli e supportarlo. Soprattutto capelli di merda, anche se quello se ne approfittava soprattutto perché gli dava una mano nei compiti. E, allora, si ritrovò a chiedersi se quelle tre teste di cazzo ce l'avrebbero mai fatta a superare tutti gli esami al quale erano stati sottoposti in quegli anni se lui non ci fosse stato. Si rispose di no per la teoria e si stupì pensando che la pratica l'avrebbe comunque passata.
Forse Kaminari no, ma gli altri si.
Sospirò, rigirandosi ancora nel letto, dando le spalle alla stanza e fissando il muro, comunque buio come il resto lì.
Quelle tre persone lo avevano obbligato alla loro presenza e ormai se ne era abituato.
Chiuse gli occhi, pensando che forse rilassare anche quelli lo avrebbe portato al sonno più velocemente, ma un frastuono interruppe i suoi pensieri. Risate provenivano dal piano di sotto, tra cui potè percepire chiaramente quelle dei suoi amici. Sero, Kaminari e Mina stavano ridendo sguaiatamente di qualcosa da cui Bakugou si era sottratto di sua volontà.
La rabbia iniziò a montare dentro al ragazzo, stufo di non poter riposare liberamente per il chiasso che i compagni avevano deciso di fare. Gli pareva strano che fino a qualche istante prima ci fosse tutta quella pace ad un'ora così giovane.
Scostò le coperte come una furia, inforcando le proprie ciabatte.
Quando aprì la porta, la luce del corridoio gli accecò per un istante gli occhi, facendo salire la sua rabbia ai massimi storici. Forse quella notte avrebbe potuto dormire davvero, se solo lo avessero lasciato riposare. Corse verso l'ascensore per poter scendere i tre piani che lo dividevano dalla sala comune e ci si infilò dentro quando quello arrivò al piano. La sua gamba non stette ferma un secondo, mentre tentava di scaricare la rabbia accumulata sbattendo il piede a terra. Per i tre anni passati in quella scuola, era quello il passo più avanti che aveva fatto Bakugou: trovare modi in cui scaricare la rabbia, senza che ci andassero di mezzo altre persone.
Per sfortuna di Kaminari, però, lui si trovava sempre in mezzo quando quei mezzi non bastavano.
Quando l'ascensore si fermò al piano terra, uscì e la sua rabbia era stata leggermente spazzata via. Il principale sentimento che provava al momento era la curiosità nel vedere i suoi compagni di classe accerchiare qualcuno, mentre tutti ridevano di piacere.
"Sono bellissimo, lo so" sentì pronunciare alla voce del suo amico Kirishima, arrivando allora, alla conclusione che in mezzo a quel cerchio dovesse esserci il rosso. Si avvicinò, fino ad arrivare alle spalle di Kaminari, che era il ragazzo più esterno al cerchio.
Gli pose una mano sulla spalla.
"Hei Bakugou" fece e tutti si voltarono verso di lui, sorpresi che a quell'ora il ragazzo fosse uscito dalla propria stanza. Gli diedero, così, lo spiraglio di intravedere il motivo di tutta quella ilarità.
Kirishima se ne stava sul tavolino da caffè, in piedi, con i soliti capelli rossi che da metà del secondo anno aveva deciso di non acconciare più alti sulla testa, ma di portarli lisci sulle spalle nella loro forma normale, con un crop top giallo a maniche lunghe e i suoi soliti pantaloni della tuta neri.
La bocca di Bakugou si asciugò di tutta la saliva, mentre osservava quella scena che trovava fin troppo piacevole alla vista, rispetto che ridicola come tutti i suoi compagni. Il corpo di Kirishima, temprato dagli anni di allenamenti, con cicatrici sparse sul torace e braccia, di cui Bakugou conosceva perfettamente ogni posizione, se ne stava fasciato da quella maglietta, che doveva appartenere ad una delle ragazze, con i muscoli che guizzavano prepotenti ad ogni suo movimento. La pancia era scoperta e si vedeva quel ventre piatto e scolpito che il rosso adorava mettere in risalto, anche dato il costume che aveva deciso di farsi fare. Il ragazzo se ne stava lì, a farsi osservare da tutti, consapevole di essere ridicolo, ma felice di poter far ridere qualcuno, perché Bakugou aveva imparato da lui anche questo.
Il rosso nascondeva una parte triste di se a tutti, che pochi avevano avuto l'occasione di vedere e consolare, e desiderava che nessuno stesse male come stava lui in quei momenti.
Bakugou cercò di darsi un contegno e, mentre Kirishima ancora lo fissava sorridendo, lui incrociò le braccia al petto.
"Che cazzo succede qui?" aveva pronunciato, con il suo solito modo duro di fare, mettendo in allerta tutti, tranne che i suoi amici, che ora gli stavano accanto.
"Stavamo facendo il gioco della bottiglia, Kirishima ha scelto obbligo e Mina lo ha costretto a mettersi una delle sue maglie" rispose Sero, con ancora il petto scalpitante dalle risate. In una situazione diversa Bakugou si sarebbe irritato per tutte quelle risate inopportune e perché gli avevano bloccato il sonno per una cosa così futile, ma non riuscì a caricarsi per via di Kirishima che se ne stava ancora su quel tavolino con quella maglia a concentrare tutta la sua attenzione.
"Bei giochi che fate la sera. Proprio adatti a dei ragazzi di diciotto anni"
"Eh dai Suki, che noioso che sei a volte!" esclamò Kirishima, scendendo finalmente dal tavolo con un salto ed andandogli davanti.
"Preferivi mi facessero baciare qualcuno?"
Bakugou sgranò gli occhi. Tutte le sue difese caddero. Le persone attorno a loro risero, prendendo la battuta dell'amico per quello che secondo loro era stata: una battuta.
Ma il biondo lo conosceva benissimo e così anche gli altri tre ragazzi, che li guardarono senza proferire parola. Non era una battuta, era una provocazione.
Gli occhi di Bakugou si fecero piccoli dopo che riuscì a riprendersi e cominciò a sbattere il piede a terra, per trattenere la rabbia che questa volta stava montando davanti a quel ragazzo, ancora troppo scoperto e attillato per i suoi gusti, che lo stava sfidando come non aveva mai osato fare in quei tre anni.
"Si! Almeno avrei potuto dormire!" urlò e poi fece dietro front, facendosi spazio in mezzo alla folla per tornare all'ascensore e in camera sua, dove avrebbe chiuso quei sentimenti, come faceva tutti i giorni dalla prima volta in cui Kirishima lo aveva salvato dall'attacco di All for One. 

Crop top [Kiribaku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora