Capitolo 3

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Dopo avermi slegata e fatta vestire, la governante mi ha portato in bagno, un grande locale collegato alla stanza in cui ci trovavamo. Il pavimento era di legno scuro, in contrasto con le pareti color perla, che hanno qualche inserto qua e là che richiamava il colore del parquet. Erano presenti anche un lavandino limpido, uno specchio imponente e pulito e una vasca grande posta all'angolo del bagno.

La signora Ingrid mi lascia nuda al centro della stanza, sopra un morbido tappeto bianco, per andare poi a riempire la vasca d'acqua.

"Cosa significa che devi sistemarmi?" Mormoro incrociando le braccia sopra il seno.

"Dopo esserti lavata, devi urinare su questo barattolino -mi mostra un vasetto trasparente- poi ti faccio gli esami del sangue. In seguito devo depilarti e tagliarti le unghie, ti vestirò e ti porterò nella sua stanza. Sempre se superi positivamente gli esami." Mi dice mentre mi immergo nell'acqua calda.

"È per capire se ho qualche malattia vero? -la vedo annuire rigida così continuo- Cosa devo sperare?" Le chiedo cercando di capire com'è vivere in questo palazzo.

"Se sei sana diventeresti la prima schiava del signorino Bill. Suo fratello ha un harem formato da 68 concubine. -stringe leggermente le mani sulla spugna che mi sta passando sul collo- Il principe ha sempre avuto libero accesso a quelle ragazze, ma ha anche sempre agognato un gruppo di troie tutte per sé." Mi rivela acida. E senza rispondermi in modo esauriente.

"Tu fai parte dell'harem del principe Tom, vero?"

Mi fulmina con lo sguardo. "Alzati!"
Mi sollevo un po' instabile e la guardo aspettando che mi risponda.

"Ne facevo parte. Ora per favore fammi fare il mio lavoro e taci."

Fa tutto quello che si era prefissata, nonostante il mio totale imbarazzo a farmi fare la ceretta in posti, dove non va fatta. Mi passa anche un olio per evitare che in tutte le zone arrossate si formino dei lividi. Sfortunatamente, dagli esami sono risultata più sana di un pesce e adesso devo indossare i fatidici abiti che prima non riuscivo a vedere.

"So che quello che starò per farti non ti piacerà, ma devo, è la prassi. Mettiti a gattoni." Mi ordina desolata.

La osservo spaventata e sospirando, mi metto a quattrozampe. Vorrei coprirmi gli occhi con le mani, non mi sono mai sentita tanto umiliata.

"Josephine devo metterti un plug, in caso non lo sapessi è un dildo anale. Ti farà male, ma è quello che vuole il padrone." Rabbrividisco e cerco di alzarmi, ma la sua mano posta tra le scapole mi blocca sul pavimento.

"Se sei collaborativa il dolore sarà minore. Io devo metterlo lo stesso, quindi mettiti l'anima in pace e stai buona." Mi accarezza la schiena e sento che porta quella stessa mano che prima mi tranquillizzava a separarmi le natiche.

"Rilassati e cerca di agevolarne il lavoro." Mi dice mentre sento un oggetto premere sul mio orifizio vergine. Non faccio neanche in tempo a protestare che forza il mio ano e mi infila quel coso su per il sedere.

Gemo dolorante e mi accascio sul pavimento. Le lacrime mi bagnano il volto e il dolore che provo è atroce. Sento che mi fa alzare e, con le stesse modalità di Bill, mi mette la palla in bocca, che a quanto pare si chiama ball gag.

"Mi spiace, ma devi abituarti alla vita che condurrai in questo luogo. Sei nella tana del lupo, devi solo imparare a sopravvivere. Vieni che ti sistemo e per quanto riguarda il plug non dovrebbe caderti, cerca comunque di tenerlo dentro di te."

Prende dello scotch nero, quello generalmente utilizzato dagli idraulici, e me lo mette sui capezzoli a forma di x. Prende un collare, costituito maggiormente da anelli e pelle nera,e me lo mette al collo.

Mi porta davanti ad uno specchio e quello che vedo mi spaventa. Quella non sono io.

I capelli puliti, ma arruffati mi arrivano quasi al sedere, i miei occhi sono arrossati e le mie guance sono umide per le lacrime. La bocca è oscenamente aperta e della saliva mi scende incontrollata per il mento. Il collare, mi fa sentire un cane in calore e mi stringe leggermente il collo, il mio seno è al vento e quei due pezzettini neri non nascondono niente, la mia intimità è nuda e, la mancanza di peli, mi fa sentire ancora più esposta.

"Da ora in poi avrai sempre questo aspetto, se non peggio. Cercheranno di annullarti, di spezzarti, di farti affogare, ma tu devi resistere. Se non hai nessuno da cui tornare, fallo per la libertà che, forse un giorno, avrai." Mi sussurra e cerca inutilmente di confrontarmi. "Davanti a tutti dovrai darmi del lei, portarmi rispetto e non guardarmi mai in faccia; quando saremo sole potrai sfogarti. Tu non meriti di stare qui dentro, sei troppo pura, Josephine." Mi sorride e io annuisco.

Raddrizza la schiena e collega una catena al mio collare, mi trascina in corridoio, per mia fortuna vuoto in quel momento, e mi porta davanti ad una porta bianca. Mi guarda un'ultima volta negli occhi e poi mi fa un piccolo sorriso, che appena si gira verso la parete, scompare. Bussa e io trattengo il fiato.

"Entra Ingrid." Tuona il principino.

La governante aprendo la porta mi spinge brutalmente in ginocchio e mugolo dolorante.

"Ecco la sua schiava, padrone. Non si è ribellata in nessun modo ed è risultata sana, sia al test delle urine che a quello del sangue. Per quanto tempo devo dire che sarà indisposto?" Chiede ferma e tranquilla, quella che speravo fosse diventata una amica.

Il futuro consigliere della Germania mi osserva, per poi ghignare in direzione di Ingrid.

"Due giorni. Insomma cerca di evitare di disturbarmi per le prossime quarantotto ore." Comanda.

"Al principe Thomas cosa posso riferire?" Il suo nome non era Tom? Sarà sicuramente un diminutivo, me lo sarei dovuta aspettare. Sono una vera stupida.

Sono stupida, perché penso al nome di quello stronzo, piuttosto di pensare che sono inginocchiata al cospetto di un ricco e severo reale, che con ogni probabilità vuole togliermi quel poco che mi rimane: la mia dignità di donna. Ho una palla in bocca, un collare e un cazzo finto nel sedere, vuole tenermi due giorni con lui, nelle sue stanze e sono dannatamente impaurita. Ma non posso fare niente. Sono una nullità e la legge sarà sempre e comunque dalla sua parte.

"Non ti preoccupare, è probabile che ci raggiungerà anche lui per qualche ora." Sorride soddisfatto nel vedermi sobbalzare e fa un occhialino alla ragazza dietro di me.

Sono fottuta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 05, 2020 ⏰

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