capitolo 1 la vita nel villaggio

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                                            Quelle parole non le hai sussurrate

                                             Nel mio orecchio, ma nel mio
                                             Cuore
                                             Non ti ho baciato con le labbra,

                                             Ma con l'anima

                                                     Antonia Gravina

Mary era seduta alla sua scrivania, che in realtà consisteva in un tavolo di pino con una sedia, e cercava di tenersi occupata riordinando cartelle cliniche per passare il tempo. Già da quando Clive era riuscito a convincere il mago supremo Foley,  che tra l'altro erano fratelli gemelli, a farla entrare nel villaggio gli era stato assegnato il compito di segretaria all'unico dottore del villaggio.

Nonostante l'approvazione del mago supremo, gli abitanti opal la evitavano,  non volevano avere niente a che fare con una che nelle vene scorre il sangue di vampiro. Aveva tentato varie volte a parlare con la gente del posto, ma tutte le volte la ignoravano facendo finta di non aver  sentito niente. Anche il medico per cui lavorava cercava il più possibile di stargli lontano, infatti gli affidava sempre compiti inutili e frivoli, come per esempio riordinare le cartelle cliniche per nome e data oppure ordinandogli di andare a raccogliere determinate erbe medicinali, dato che gli Opal usavano solo rimedi naturali per qualsiasi tipo di malanno.

Mary era quasi arrivata alla lettera G quando una voce a lei molto famigliare la deconcentro' dal suo lavoro - ehi Mary hai intenzione di fare gli straordinari oggi?- Clive era appoggiato sullo stipite della porta a braccia conserte e la stava guardando divertito.

- non ci penso nemmeno, sono già le quattro?- domandò Mary

- veramente sono le quattro e mezzo e dato che non ti vedevo arrivare al nostro appuntamento sono venuto a vedere dov'eri-

- scusa, non mi sono accorta che si era fatto tardi, ora ritiro queste scartoffie e andiamo ok?-

- ok ti aspetto fuori-

Una volta uscita Mary raggiunse clive,  e insieme si incamminarono verso la collinetta dove da quasi 3 mesi usavano per allenarsi con il potere degli elementi.  A un certo punto clive, notò che Mary era piuttosto silenziosa così gli chiese - ti è successo qualcosa oggi? Il dottor Caled ti ha fatto fare qualcosa di sgradevole? -

Mary sorrise sarcastica - Intendi dire più del solito? No. È solo che qui tutti mi ignorano, fanno finta che io non esista e sinceramente mi sto stufando-

Clive si fermò le prese le mani e con gentilezza gli disse - vedrai che le cose cambieranno Mary,  si abituerranno alla tua presenza e alla fine capiranno che non sei un nemico-

Mary abbassò lo sguardo sconfortata -  sono passati 4 mesi eppure non è cambiata una virgola, gli unici che mi parlano sei te e tuo fratello-

- mi dispiace Mary,  ma non scoraggiarti dagli ancora un po di tempo. Ora che ne dici di darci una mossa? Altrimenti quando arriveremo lassù si sarà già fatta l'ora di andare a letto-

- ok, andiamo,  ma ricordati una cosa : stasera non sono dell'umore adatto per perdere, quindi preparati a soccombere-

Clive rise di gusto e gli rispose - per me sei sempre una novellina,  non riuscirai mai a battermi-

Mary ritrovò un po' di benessere scherzando con clive, così ripresero a camminare a passo sostenuto verso la collina.

Alle otto di sera rientrarono in casa ridendo come matti, il loro aspetto era terribile, avevano il corpo ricoperto di contusioni di ogni tipo e i loro vestiti erano ridotti a un'ammasso di stracci bruciacchiati.

- allora sei rimasto sorpreso vero?- domandò Mary a clive, mentre si levava il soprabito lacero e lo appoggiava sopra una sedia.

- devo ammettere che sei migliorata, potresti quasi  battere un succhiasangue se volessi- gli rispose Clive, ma una terza vice si intromise nel discorso - non credo che lei voglia uccidere i vampiri dato che lo è anche lei per metà,  e comunque ben tornati, notò con piacere che anche oggi vi siete dati da fare per distruggere altri abiti-

Mary venne sopraffatta da una pesante tristezza che gli strinse intorno al cuore, era stanca di essere sempre trattata in quel modo. Le lacrime salirono fino agli occhi, fino a rigarle il volto. Abbassò la testa e con quel poco di orgoglio che gli era rimasto, salì le scale e si infilò nelle sua camera,  chiudendosi la porta alle spalle.

Clive la guardò sparire dietro la porta e poi spostò lo sguardo su suo fratello cercando di controllare la rabbia che aveva dentro - era proprio necessario dire quelle cattiverie Foley?-

- Non erano cattiverie, mi sono solo limitato a dire la verità-

- Foley non prendermi per il culo,  l'hai offesa e l'hai fatto di proposito, ora te muovi il culo e vai a chiederle scusa-

Foley si acciglio' - Scordatelo,  io non devo chiedere scusa a nessuno,  ora per favore andiamo là cena è già in tavola-

Clive ancora più furibondo gli disse - sai una cosa caro fratello? Mangiata pure tutta te la cena e spero che ti vada di traverso!- quando ebbe finito di parlare,  Clive e salì le scale, lasciando da solo suo fratello e andando a bussare alla porta della stanza di Mary,  che fra l'altro era anche la sua dato che da quando si erano trasferiti al villaggio lui e mary condividevano lo stesso letto.

Bussò piano,  per non essere troppo invadente, ma non ottenne nessuna risposta.  Così decise di aprire la porta ed entrare, la cercò con lo sguardo e la trovò seduta al solito posto, ovvero sul davanzale della finestra a contemplare la luna che le illuminava leggermente il viso. Aveva un'espressione triste, piena di malinconia e solitudine..

Clive si avvicinò silenziosamente e appena fu' abbastanza vicino la chiamò dolcemente - mary-

Lei si voltò di scatto,  interrotta all'improvviso dai suoi pensieri - oh.. Clive, volevi qualcosa?-

- volevo dirti che mi dispiace per quello che ti ha detto Foley,  è un'imbecille-

Mary scosse la testa - non importa, va bene così-

- no, non va bene così.  Ti ha offeso e questo mi manda in bestia-

- se ti dovessi arrabbiare tutte le volte che qualcuno mi tratta in quel modo saresti arrabbiato dal mattino alla sera, ma sai una cosa? Non sono venuta in camera perché mi sono offesa, ma sono venuta perché comincio a pensare che questo posto non è quello in cui desidero passare il resto della mia vita, insomma guardami, sono una donna che ha studiato molto per diventare un dottore con i fiocchi e invece si ritrova a lavorare per uno studio medico come segretaria. E come ciliegina sulla torta, la gente pensa che da un minuto a quell'altro potrei trasformarmi e succhiare il sangue a tutti voi-

Clive sentì una stretta al petto - mi dispiace di non renderti felice Mary,  ci sto provando e prima o poi ci riuscirò-

Sentendo nella voce di clive una forte sofferenza Mary si sbrigo' a prenderli una mano e rassicurarlo- non è colpa tua, anzi tu sei l'unico motivo che mi tiene ancora qui-

Clive la strinse forte nel suo abbraccio e la baciò dolcemente sulla testa - vieni hai bisogno di riposare-

La portò a letto, e lei si lasciò condurre come una brava bambina.

- ora dormi amore mio, il domani ti sembrerà migliore-

- Buona notte Clive, ma te non vieni?-

- prima devo sistemare delle faccende con mio fratello, poi ti raggiungo promesso-

- ok a dopo-

Clive lasciò da sola Mary e si diresse a passo di carica verso suo fratello.

Mary intanto, cullata dal rumore del vento che soffia fa al di là della finestra si addormento', e l'incubo che la perseguitata da qualche mese bussò di nuovo al suo subconscio...

 

Il sussurro dell'anima ( secondo libro della mezzosangue)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora