at the end of the wood

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Io, le mie sorelle Angel, Charlotte e nostra cugina Odette eravamo seduti sul prato in un giardino a pensare a tutto quello che ci era successo successo solo qualche ora prima:

-Linette inizia a scrivere tutto ciò che ti ricordi, ogni minimo particolare e non ti scordare di niente, soprattutto di Michel.-

È così che inizia questa storia, con me su un prato che scarabocchio parole su un foglio dopo che ho scoperto che la vita ti può regalare sorprese e bisogna imparare ad accoglierle, anche se vorresti diversamente.

Ma iniziamo dal principio: io e mia sorella siamo nate il 27 marzo del 2008.

I nostri genitori non erano i migliori a quanto ricordo, lavoravano sempre e quando non lavoravano litigavano.

Un giorno mi ricordo che potremmo avere cinque anni quando scoppiò una lite fortissima, iniziarono a volare piatti, bicchieri e pure schiaffi, avevo paura per mia sorella e non volevo rimanesse traumatizzata quindi presi un po 'di cibo che avevo nascosto in caso di emergenza nella scrivania e una bottiglia di acqua e cautela scesi dalla finestra e poi aiutai Angelo a fare la stessa cosa.

Ci avviammo verso casa di nostra zia, la strada la conosciamo bene e visto che andavamo da lei tutti i giorni.

Lì lo scenario cambiava notevolmente, la nostra era zia dolce e gentile con noi e ci voleva bene, le cose però cambiavano alla sera quando lo zio tornava dal lavoro ubriaco e si vedeva la paura negli occhi di zia.

Avevamo sei anni quando nacque il nostro fratellino che guardava con paura perché sapevamo che non sarebbe stato facile per noi e visto che avremmo dovuto curarlo tutte da sole.

Tommaso così si chiamava era nato con una specialità che per i nostri occhi di bambini non era niente, ma evidentemente dagli occhi degli adulti era un caso mondiale avere un occhio marrone e uno azzurro.

Arriviamo all'inizio di questa storia impensabile.

I nostri genitori e i nostri zii hanno deciso di andare in vacanza in Italia in una baita sulle alpi per tariffa qualcosa di diverso in famiglia.

Nessuno di noi voleva venire, ne io, ne Angel, ne Odette, ma soprattutto Tommaso che sapeva di non essere calcolato minimamente.

Ci annoiammo un sacco il primo giorno, anche se tutti sapevamo che quel ritmo non sarebbe durata e dobbiamo ragione; infatti il ​​giorno dopo non mi ricordo nemmeno per quale motivo scoppiò una forte lite tra i nostri genitori e così, come facevamo sempre in quelle situazioni scappammo via dalla finestra e ci incamminammo per un sentiero nel bosco.

Camminammo per circa mezz'ora prima di ritrovarci davanti ad una grande quercia secolare.

Feci segno agli altri di stare fermi ad aspettare che dicessi se fosse sicuro o no.

Mi avvicina cautamente e inizia a scorgere i particolari di quell'imponente albero che mi si presentava davanti.

La sua corteccia era ruvida alla vista, ma al tatto era di una consistenza strana tipo quella dello zucchero filato quando lo compatti, aveva attaccato un altalena ad un ramo e presentava numerose scritte probabilmente fatte da bambini come noi che erano passati di li.

All'improvviso mi salse all'occhio un particolare che prima non avevo notato: c'era una porticina nel suo tronco!

Chiamai immediatamente i ragazzi per fargli vedere quello che avevo trovato e notai che Tommaso aveva ancora la benda, così è preso in disparte e gli chiesi:

-Tommaso perché hai ancora la tua benda? -

-Perché la mamma e il papà dicono che sono brutto senza-

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⏰ Last updated: Apr 06, 2020 ⏰

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alla fine del boscoWhere stories live. Discover now