16° Capitolo

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ANELLI DI FRANCESCA

NOTA: Capitolo Revisionato.

08/02/2005 - Volterra, Italia

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08/02/2005 - Volterra, Italia

Ero annoiata.

Me ne stavo sdraiata sul mio comodo letto a leggere un buon libro, anche se in quel momento non mi interessava molto. Sbuffavo ogni tre per due dondolando, ritmicamente, i piedi oltre il bordo del piumino blu dalle deliziose decorazioni in argento e oro.

Non mi importava del tempo che trascorrevo in quel rifugio. Per me contavano solo due cose: il mio status di Alpha che mi stava sempre più stretto e la costante preoccupazione per la mia famiglia.

Mi mancavano gli allenamenti con mio padre, le reazioni iperprotettive dei miei fratelli e gli abbracci calorosi di mia madre.

Mi mancava il suo profumo di fragole che mi accoglieva non appena varcavo la soglia di una qualsiasi stanza in cui si trovava.

Una lacrima scese furtiva dal mio occhio sinistro... bastarda.

Alla mente mi venne un ricordo in particolare... avevo all'incirca dieci anni e come ogni pomeriggio mi stavo allenando con mio padre e i miei due fratelli maggiori nel seminterrato della nostra casa.

Ero caduta per l'ennesima volta sotto un forte pugno di mio fratello Giulio, tanto potente da spaccarmi lo zigomo sinistro. Non smetteva di rinfacciarmi di quanto io fossi debole al confronto degli altri.

Ero stanca.

All'ennesimo colpo e insulto, mi scagliai su di lui con quanta forza avevo in corpo, prendendolo a pugni. Ero accecata dalla rabbia da non accorgermi dei richiami di mio padre.

Solo quando scorsi negli occhi chiari di mio fratello un riflesso rosso capì che erano i miei ad essere di quel colore. Mi bloccai di colpo e solo all'ora potei osservare con orrore come avevo ridotto il mio fratellone.

Mi osservai le mani sporche del suo sangue e scappai dalla paura restando con gli occhi chiusi. Conoscevo alla perfezione ogni angolo della mia casa, quindi non era un problema.

Me ne restai tutto il resto del pomeriggio chiusa in camera mia saltando persino la cena - evento unico, non si sarebbe ripetuto.

Avevo paura e mi ero rannicchiata in un angolo della stanzetta con la testa fra le gambe mentre piangevo. Singhiozzavo in silenzio e tanto quasi a non respirare.

Due braccia mi circondarono cullandomi: «Tuo fratello sta bene, piccola mia.».

«Gli ho fatto tanto male... non volevo mamma.» singhiozzai fortemente nascondendo la faccia nell'incavo del suo collo.

L'Ultima Femmina Alpha - Fuggire non è la soluzione {In Pausa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora