Rufus e Lorenzo non si erano mai detti "adesso stiamo insieme". Avevano solo continuato a vedersi, a volersi bene e a finire l'uno nel letto nell'altro. Lorenzo era frustrato? Abbastanza, ma Rufus teneva a lui quanto lui sentiva di tenere a Rufus. Potevano suonare insieme o camminare per ore o andare in tutti quei ristoranti un po' di classe che a Lorenzo piacevano e Lorenzo riusciva a non odiarlo mai. Ed era bello, era terribilmente strano, ma era bello, tutto quello strano qualcosa che stava accadendo.
Comunque, fu proprio a causa del fatto che nulla fosse stato reso del tutto ufficiale che Lorenzo si era sorpreso parecchio, quando,erano appena usciti dal teatro, Rufus si era schiarito la voce e aveva detto, in un unico, rapidissimo respiro da rapper "Vorreichevenissiaconoscereimieigenitori."
Lorenzo, che un attimo prima era occupato a chiedersi se avrebbe preso un risotto ai funghi o della pasta al ragù per pranzo, aveva alzato la testa e, più confuso che mai, aveva chiesto "... Cosa?"
"Dico, ecco, no, ti andrebbe di conoscere i miei genitori?" Rufus si grattò nervosamente la barba.
"Conoscerli in quanto tuo...?"
"Amico?"
"Un amico molto stretto, direi. I tuoi sono omofobi?" Lorenzo incrociò le braccia, fermandosi in mezzo alla strada. Sapeva che certe questioni potevano essere molto delicate e nel caso era giusto trattarle con la giusta serietà.
"Ecco, no, non direi. Sono abbastanza progressisti. Però non so se sono pronto a dirgli che... sì, ecco. Diciamogli che sei un mio amico."
Chissà perché allora Rufus neanche riusciva a pronunciarla, quella parola. Lorenzo aveva tentato, e lo aveva fatto con un grande, grandissimo sforzo, di essere cortese, e si era accordato con lui su una cosa. Non avrebbero dato una definizione precisa alla loro relazione finché Rufus non si fosse sentito pronto. Una cosa del genere era assurda, per due uomini adulti che ormai si frequentavano da un bel po'. Lorenzo si era chiesto quanto dovesse essere affezionato a quello stupido pianista vegetariano per accettare una cosa del genere e la risposta era molto più di quanto sarebbe accettabile.
In ogni caso, aveva detto di sì e i due avevano deciso di partire per il Trentino, Iris sarebbe stata a dormire da una ragazza conosciuta ai Narcotici Anonimi e Giulio sarebbe rimasto a dormire a casa di Rufus per occuparsi di Tchaikowsky. "Del resto - aveva detto il biondo a riguardo - adoro quel cane, e poi potrò lasciare la casa libera a Tom e Greta per qualche giorno. Saremo tutti contenti."
E quindi eccoli lì, dopo varie ore di treno e corriere, uno con gli occhi scintillanti dall'emozione di essere di nuovo a casa e l'altro che si chiedeva perché cazzo ci fossero così tante salite in montagna. C'era da dire, però, che il paesaggio di quel paesino sperduto, lontano da tutto e da tutti, dava una certa sensazione di pace. L'aria era più fresca e il cielo era più blu, ma soprattutto la casa di Rufus era lontana mezzo chilometro del resto del paese e Lorenzo era convinto che chiunque l'avesse costruita l'avesse fatto solo per rompergli i coglioni.
"Potremmo andare nei prati qui vicino e fare un picnic, domani. Vedrai, ti piacerebbe."
Lorenzo alzò un sopracciglio con aria dubbiosa "Non ci saranno insetti ovunque?"
"Fidati, ti piacerà. Portiamo una bottiglia di vino, ascoltiamo della bella musica con la cassa, ce ne stiamo tranquilli all'aria aperta. Non ha un ottimo sapore, l'aria?"
Lorenzo fu costretto ad ammettere che sì, l'aria era decisamente ottima "E se ci saranno insetti mi proteggerai?"
"Ovviamente."
"Che galantuomo."
In qualche modo Lorenzo riuscì a non avere una crisi respiratoria e i due giunsero sul portico di casa di Rufus. Era una bella villetta a due piani, ben tenuta, in pietra, dall'aria di essere piuttosto moderna.
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Sunflowers
Teen FictionIl Girasole simboleggia l'allegria, la solarità e la vivacità. Regalare quindi un fiore di Girasole equivale a rimarcare il carattere gioioso e allegro. Carattere con cui, la persona che lo riceve, affronta la vita. Un altro significato del Girasole...