- Prologo -

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Lizzie

"Cosa hanno in comune due anime che si incontrano in un punto indefinito della loro vita? Forse sono state messe apposta sul cammino o forse sono state solo un'incidente del destino, nessuno ne è davvero sicuro."


Leggo e rileggo questa frase scritta sul libro che ho sulle ginocchia da almeno dieci minuti, e non ne riesco ancora a cogliere il significato, cioè si è vero che incontriamo tantissime persone nel nostro cammino, più di quante immaginiamo forse, però non sono sicura che ognuna di esse in qualche modo sia legata a noi. 
Sto qui seduta sotto questo maestoso albero secolare, vicino ad un'incantevole specchio d'acqua a leggere uno dei tantissimi libri d'amore che mi accompagnano da quando sono piccola, non ho mai provato sulla mia pelle le meravigliose sensazioni che leggo tra le pagine di questi libri, ma ogni volta che un protagonista accarezza la guancia della sua amata o le porge uno sguardo rassicurante, ecco, io lo sento come se fosse mio.
Vivo più con la testa nei libri che nel mondo reale e questo mio padre lo detesta, vorrebbe tanto che vivessi tutte le cose che leggo. 

Mi sento chiamare in lontananza, mi giro e vedo tra i raggi del sole mio papà con i gemelli che si sbraccia per farsi notare, mi alzo e a piccoli passi li raggiungo, odio andare via da qua ma il viaggio deve continuare, ci siamo fermati solo per pranzo. 

Mio padre mi guarda e mi sorride "sempre con la testa nei libri eh Lizzie?" Sorrido a mia volta e piano annuisco senza proferire parola, "Sai che c'è una storia su questo lago?" 
"No" rispondo curiosa di conoscerla, arriviamo vicino alla macchina, salgo e butto un'occhiata dietro dove vedo i miei dolci e tremendi fratellini, due gemelli così diversi, James assomiglia come me alla mamma, lineamenti dolci e occhi profondi, con le cuffie alle orecchie e gli occhiali da sole sta girato verso il finestrino, sposto lo sguardo e lo punto su mia sorella, Dakota ha gli stessi lineamenti rigidi di papà i capelli scuri e gli occhi chiari la rendono una ragazza molto attraente, ma quello che fa girare tutti è il suo temperamento, proprio come quello di nostro padre.
Ha un caratterino che a volte faccio fatica a controllare, lei sta immersa nel suo cellulare, probabilmente sta cercando tutti i posti più belli che internet gli può offrire della nostra nuova città, adora la tecnologia. 

La famiglia Taylor cambia di nuovo casa! Da quando mia mamma non c'è più abbiamo spesso viaggiato per permettere a nostro padre di avere un buon impiego,così da assicurarci tutto il necessario.
Ora il mio sguardo è rivolto a lui, un bellissimo uomo segnato però dalle intemperie della vita, la nostra vita, le rughe sotto gli occhi mostrano tutte le notti insonni procurate dal dolore e dalla rabbia per la perdita della mamma, nonostante tutto però ci è sempre stato affianco e non ci ha mai fatto mancare nulla.
Ecco perché quando ci dice che è ora di fare le valige noi non facciamo storie e lasciamo andare tutto quello che abbiamo costruito per ricominciare da zero, lui detesta farci soffrire ma tutti noi sappiamo che è necessario.

Ora mi concentro sul paesaggio e ascolto curiosa la storia del lago raccontata dal mio buffo e scoordinato padre.
"Sai lizzie, quando io avevo la tua età non vivevo molto lontano da qui e spesso le signore più anziane ci raccontavano le storie di quel lago, forse la sentirai anche tu da qualcuno -si gira e mi fa un sorriso speranzoso- le anziane signore raccontavano sempre di questa giovane fanciulla, estremamente bella e candida che un giorno si innamorò di un farabutto, tutti le dicevano che doveva stargli alla larga ma lei proprio non ci riusciva quindi si trovò in riva a questo laghetto e pregò, pregò che qualcuno le dicesse quale strada fosse meglio percorrere, se il rischio da correre ne valeva la pena oppure no, ad un certo punto la luna piena si innalzò su nel cielo buio e illuminò tutto lo specchio d'acqua, il suo amato comparve e tutto le fù improvvisamente più chiaro, non avrebbe mai più dubitato dell'amore per quel ragazzo"
Un pò confusa le chiesi "In base a che cosa un lago illuminato e l'improvviso arrivo del ragazzo sono un segno che lui la amerà per sempre?" lui sorrise beffardo e mi lanciò uno sguardo di sbieco prima di tornare a guardare la strada "Il fatto che quel ragazzo poteva essere in qualsiasi altro posto ma sapeva che lei stava male quindi ha deciso di mollare qualsiasi altra cosa e seguirla, il lago si è illuminato nel momento in cui quei due erano vicini come un segno che quelle due anime si corrispondessero" 
Un'attimo sbigottita dall'assurda storia di mio padre mi fermo a ragionare e poi di impulso senza freni gli rispondo "Ma un lago non può dare risposte di questo tipo!" la mia fronte corrucciata lo fece ridere a crepapelle, quella risata che ti riempie il cuore e che alla fine contagia anche me, chiuse questo discorso con un'ultima affermazione "Sei troppo logica Lizzie, devi iniziare a pensare con il cuore e non con la testa, l'amore è la più alta forma di magia che abbiamo qui sulla terra" mi fece un sorriso d'affetto e il silenzio calò nell'abitacolo della macchina. 

Non deve essere passato molto tempo da quando ridevamo in macchina ma a me è sembrata un'eternità racchiusa a pensare a quello che mio padre mi aveva detto poco prima.
Saranno passati si e no altri 20 minuti, la macchina svolta a destra ed entra in un vialetto mi guardo un pò intorno e quello che vedo non è affatto male, scendo e sgranchisco un po la schiena, mi volto ed eccola lì, la nostra nuova casa.
Non è affatto male anzi forse è la più bella in cui abbiamo vissuto, sicuramente è la più grande, ha due piani e si scorge dal lato un pezzo del giardino, il nuovo lavoro di mio papà sarà sicuramente buono se possiamo permetterci questa casa,  mi prenderò tutto il tempo per studiarla bene più tardi.
Mentre scarico le valige penso dentro di me "Benvenuti Taylor in un nuovo inizio, chissà questa volta quanto durerà" sorrido ironica e inizio a scaricare le valige aiutata dai quei due brontoloni dei gemelli che continuano a stuzzicarsi. 

Damon

La testa mi rimbomba dal dolore, cerco di aprire gli occhi ma sono parecchio impastati, quando finalmente riesco nell'impresa mi guardo intorno, non ricordo molto della sera precedente.
Sono in una casa, su un divano a quanto sembra, sposto lo sguardo di fronte a me e vedo un tavolino in legno ricoperto da bicchieri e bottiglie mezze vuote, in un'angolo si vede addirittura una polverina fatta a strisce, frammenti di ricordi si fanno vivi, ero ad una festa ieri sera, ricordo che ballavo con delle ragazze e con i miei amici, ricordo il birra pong e la piscina,  le ragazze seminude e i giochi in riva alla piscina, improvvisamente sento un peso sul lato sinistro del mio corpo mi giro e vedo una ragazza seminuda su di me, il suo trucco è tutto colato e i capelli sono tutti annodati, faccio una smorfia, spero almeno che sotto quel disastro ci sia un bel faccino se no mi sono scopato uno spaventa passeri, dubito che si sveglierà a breve.
Piano mi sfilo dalle sue grinfie, puzza terribilmente di alcool e mi sta facendo salire la bile in gola, mi alzo in piedi e sono in mutande quindi vado in cerca dei miei vestiti, i pantaloni li trovo vicino ad un'altra coppietta seminuda ancora incoscienti, storco il naso dal disgusto, invece la maglia la trovo fuori vicino alla piscina, una volta vestito chiudo gli occhi e mi godo l'aria fresca del mattino, cerco così di alleviare il cerchio alla testa, faccio respiri profondi e mi sento subito meglio. 

Torno dentro e recupero il mio giubbotto di pelle, controllo che dentro ci sia tutto e lo infilo, do un'ultimo sguardo all'interno della casa, il caos regna in ogni angolo, assomiglia molto a come mi sento in realtà, faccio un sorriso sbieco e imbocco la porta di casa, chiudo il giubbotto e infilo il casco, salgo sulla mia adorata Ducati nera opaca e parto sorpassando i cancelli di quel mega villone. 

Quasi tutti i giorni mentre torno a casa passo di fronte ad una villetta, mi ricorda molto quelle belle case dove il papà rincorre i figli in giardino mentre la mamma gli osserva sorridendo orgogliosa sullo stipite della porta, una di quelle bellissime scene da film, peccato che sia sempre rimasta vuota e grigia nonostante la sua bellezza.
Ogni volta che posso mi fermo lì di fronte e immagino, ammiro la sua bellezza e invidio tutte quelle famiglie e quei bambini che in futuro cresceranno lì dentro, una casa accogliente dove crescere felici. Anche oggi decido di passarci di fronte, un paio di chilometri più avanti accosto la moto al marciapiede, proprio di fronte alla casa, senza neanche togliermi il casco appoggio un piede a terra e  mi giro verso destra, qualcosa è cambiato stavolta, la porta è spalancata e ci sono delle persone che scaricano bagagli, una famiglia felice sicuramente , senza indugiare oltre parto sfrecciando, non è più posto per me.

Arrivo davanti alla porta di casa mia, tiro fuori le chiavi e con una flemma incredibile entro dentro, il buio mi sovrasta e il silenzio è quasi assodante, trascino le gambe stanche fino al piano di sopra e mi butto sul gigantesco letto, scalcio le scarpe e crollo in un sonno profondo. Probabilmente dormo tutto il giorno perché quando mi sveglio ormai il sole è calato e il buio lo ha sostituito, ad illuminarci solo la luna e le stelle che si vedono chiare in cielo questa notte. 
Apro il frigo mezzo vuoto e sgranocchio qualche avanzo dei giorni precedenti, controllo il telefono e quando poi tutto tace torno in camera mia, mi accascio di nuovo nel letto per non trovare mai sonno, questa notte sarà lunga.



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