Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
La vicenda qui di seguito narrata è frutto di fantasia e nessun diritto si ritiene leso o violato.Petali di ciliegio sul fiume Han
Capitolo unoLa notte di Seoul aveva inghiottito anche le stelle, quella notte, come una coperta buia e pesante aveva avvolto le strade, i grattacieli, i bar.
Sehun era da poco uscito da un locale e lo zigomo destro bruciava e perdeva sangue. Il ragazzo fece appena in tempo a pulirsi con la manica della felpa che un tipo piuttosto robusto coi capelli corti stava quasi per assestargli un gancio. Fortunatamente riuscì a schivarlo, e anche se la sua costituzione fisica non era comparabile a quella del suo avversario, non vi era motivo per non restituirgli il favore.
Ad ogni movimento sentiva la testa girare piano, l'alcol in circolo gli impediva di ricordare persino il motivo di quella rissa. Continuava a picchiare duro ed era questo che contava, le sue braccia erano come bacchette sulla grancassa, veloci quanto potenti e piene di rabbia, la stessa che si portava dietro da sempre e che non abbandona mai una stella danzante. L'ira era il motore propulsore di quel ragazzo che non avrebbe smesso di attaccare e difendere, anche per tutta la notte se necessario, se non fosse stato per le sirene spiegate della polizia ormai troppo vicine; ma Sehun non poteva rischiare e per questo doveva correre, anche se le gambe tremavano e lo stomaco non avrebbero resistito a lungo. Si intrufolò in vicolo e accelerò sempre di più il passo.
Sul marciapiede antistante il bar dove avevano bevuto c'erano schegge di vetro verde, arme letali se solo qualcuno avesse anche solo pensato ad usarle, chiazze brune forse di sangue, forse di cose che nessuno avrebbe mai voluto sapere.
Sehun intanto continuava a inghiottire la strada, metro dopo metro, passo dopo passo, arrivando vicino al quartiere in cui abitava uno dei suoi migliori amici, Junmyeon. In altre situazioni non avrebbe mai osato chiedergli ospitalità, soprattutto in quelle condizioni, ma aveva bisogno di stare lontano dalla strada per qualche ora. Prese il cellulare incredibilmente integro dalla tasca e iniziò a scrivere un messaggio: Ehi hyung, sei sveglio?***
L'ultimo venerdì sera prima dell'inizio del semestre era sempre speciale, tutti lo sapevano, c'era la festa a casa di Kim Junmyeon e quasi tutti gli studenti dell'università vi partecipavano, invitati o meno. Ormai era una specie di tradizione non scritta, un obbligo a cui partecipavano sempre con molto entusiasmo; era l'ultimo vero weekend prima dell'inizio delle lezioni, non si poteva far altro che provare a sentirsi vivi almeno un'ultima volta.
E Chanyeol si trovava lì, seduto sui gradini della scalinata che portavano al piano superiore, a guardare tutti quei corpi sudati e fin troppo vicini, a riconoscere il viso di alcuni ragazzi che frequentavano la sua stessa scuola ed altri che non aveva mai visto; tra gli ultimi c'era anche un tipo che in quel momento stava parlando con Junmyeon, indossava abiti dai colori tenui ed aveva un bicchiere di plastica stretto tra le dita. Si stupì di non conoscerlo, di solito conosceva tutti gli amici dei suoi amici.
Scosse lievemente la testa ed un leggero sorriso gli stropicciò le labbra, iniziava a sentire le mani formicolare e la stanza intorno a lui farsi sempre più lontana e sfocata.
Chanyeol a quel punto si alzò in piedi con incertezza, ma un'improvvisa voglia di ballare gli aveva catturato i piedi e non poté fare altro che ritrovarsi in pista tra bacini e braccia che ondeggiavano più o meno a tempo mentre la musica si faceva più alta e profonda di quello che in realtà era. Il ragazzo se la sentiva dentro, come se le casse fossero dentro il suo petto e il cervello non poteva far altro che correre dietro ai bassi e alle luci che gli laceravano le retine, la musica era parte di lui e non poteva smettere di ballare fino a che non fosse finita.
"Ehi, stai bene?!"
La voce di Kyungsoo, un altro dei suoi migliori amici, lo raggiunse da dietro.
Chanyeol sentì il calore del suo corpo dietro di lui e si voltò ridacchiando con l'espressione più ebete che riusciva ad esibire, iniziando a muovere le labbra senza essere troppo convinto di quello che stava per dire.
"Alla grande, mai stato meglio!"
Gli buttò le braccia al collo e il suo peso fece quasi cadere Kyungsoo che però riuscì a mantenere l'equilibrio e a sostenere l'altro, lo tenne per un paio di secondi ed infine, con un bel colpo, lo spinse di nuovo nella mischia. Tutto sembrava correre troppo veloce, aveva quasi l'impressione di vedere i secondi scivolare via davanti ad i suoi occhi; ogni piccolo dettaglio era amplificato, Chanyeol rideva e si sentiva bene e felice e ubriaco; tra qualche giorno sarebbe iniziato il suo ultimo anno di università e aveva intenzione di godersi la sua ultima festa in quella casa fino a svenire sul pavimento.
"Dov'è Sehun?" chiese Junmyeon, che era ancora in compagnia del ragazzo di prima.
Kyungsoo e Chanyeol fecero spallucce.
L'altro a quel punto fece una smorfia di disappunto e si allontanò di nuovo, cercando con lo sguardo l'amico. Avevano il compito di tenerlo d'occhio, cristo santo, e loro se l'erano perso dopo neanche un paio d'ore. Junmyeon se l'era perso, a dir la verità, visto che nessun altro aveva mai avuto il tatto e la delicatezza necessari per approcciarsi a Sehun e far sì che non combinasse guai.
Il ragazzo continuò a scivolare tra le persone – stava sudando come un dannato -, attraversò il salotto ed il buffet ed infine aprì la porta del retro, sperando di trovare il suo migliore amico nel cortile di casa. E infatti Sehun era proprio lì, seduto sull'erba a gambe incrociate con una bottiglia di soju tra le mani.
"È da maleducati bere da soli, te l'ha mai detto nessuno?" azzardò Junmyeon, per poi sedersi al suo fianco. L'altro ragazzo non disse niente, non si voltò nemmeno, tentò di cavarsela con un'alzata di spalle. Se ne stava ricurvo su sé stesso, i capelli erano appiccicati alla fronte e il viso sembrava piuttosto stanco.
"Stai bene?"
"Te l'ho già detto, non c'è nulla che non vada... sto bene."
Il padrone di casa avvolse un braccio intorno al collo dell'altro e tentò di avvicinarsi, ma Sehun scivolò semplicemente via da quel contatto fisico e prese un sorso dalla bottiglia.
"Soju tracannato direttamente dalla bottiglia." commentò l'altro ragazzo. "Oh Sehun, non puoi essere più melodrammatico di così." Solo a quel punto l'amico con le labbra ancora bagnate dall'alcol si lasciò sfuggire un leggero sorriso, Junmyeon se ne accorse dal modo in cui gli si piegarono le guance. "E comunque non è che ti stia col fiato sul collo o altro, non vorrei che chiamassero me per il pagamento di un eventuale cauzione."
Entrambi risero, a quel punto, avevano entrambi la voce roca per aver alzato esageratamente la voce quando la musica era troppo alta e non potevano farci proprio niente.
"Andrà tutto bene." aggiunse poco dopo, prima che una terza figura si avvicinò a loro e si sdraiò a terra alle loro spalle. Era Jongin che rimase lì vicino a loro in religioso silenzio. Lo rilassava stare in quel modo vicino a due dei suoi migliori amici, gli donavano una piacevole tranquillità.
Chanyeol invece si trovava di nuovo lì, seduto sui gradini della scalinata che portavano al piano superiore, a guardare tutti quei corpi sudati e fin troppo vicini, a riconoscere il viso di alcuni ragazzi che frequentavano la sua stessa scuola ed altri che non aveva mai visto; l'effetto dell'alcol che aveva bevuto si stava pian piano affievolendo e sentiva il petto pesante perciò decise di andare a procurarsi un altro bicchiere, che tanto il suo stomaco non poteva stare peggio di così.
Mentre cercava nelle sue gambe la forza per alzarsi, un ragazzo si sedette al suo fianco e, non appena l'altro si voltò a guardarlo, lo riconobbe subito come l'amico di Junmyeon che non conosceva. Si fermò per un secondo sui lineamenti del volto che prima non era riuscito a catturare perché troppo distante e poi prese a guardarsi le scarpe.
Gli occhi di quel ragazzo lo facevano sentire a disagio, se li sentiva addosso, e lui in quel momento era troppo sensibile per poter affrontare un contatto di quel tipo. Era sbronzo, cazzo, non poteva avere a che fare con un ragazzo con quegli occhi da cerbiatto e quegli zigomi, dio no.
"Bella festa, vero?"
Lo sconosciuto riprese a parlare, forse voleva attaccare bottone o forse voleva solo continuare a trapassarlo con gli occhi, ma d'altronde non aveva molta importanza in quel momento. Contava solo che Chanyeol non riusciva proprio ad alzarsi e ad andarsene, si sentiva in imbarazzo quasi solo a respirare.
"Già." commentò senza guardarlo.
"Senti..." riprese il primo. "Junmyeon mi ha detto che ti chiami Chanyeol e che sei uno dei suoi migliori amici. Io sono Baekhyun, piacere."
Il ragazzo gli porse la mano e Chanyeol non poté fare altro che stringerla.
"Piacere."
La mattina seguente, al contrario della notte appena trascorsa, la casa era silenziosa, non vi era altro oltre il sole che filtrava dalle persiane e i respiri di chi dormiva profondamente.
Baekhyun ci mise un po' a riprendere conoscenza, aveva la testa pesante e gli arti intorpiditi. Con uno strattone riuscì a liberare le braccia e con un po' di difficoltà si stropicciò gli occhi, prima di aprirli e trovarsi a pochi centimetri da una nuca e ciuffi di capelli scuri.
Si lasciò andare ad un leggero sospiro, continuò ad osservare quella piccola porzione di pelle ed ebbe quasi la tentazione di lasciarci un bacio, così, perché si sposava bene con quell'atmosfera. Si chiamava Chanyeol, quello se lo ricordava, era uno dei migliori amici di Junmyeon e aveva il vizio di fissarsi le scarpe.
"Sei sveglio, Baekhyun?"
La voce del ragazzo era un leggero sussurro, si era appena svegliato anche lui, e probabilmente si sarebbe anche voltato se non fossero stati troppo stretti su quel divano, così appiccicati da rendere qualsiasi movimento impossibile. Lui non rispose, continuò a soffiargli sul collo quando espirava aria, ma non disse niente.
"Ci vediamo." continuò l'altro prima di mettersi a sedere, senza però voltarsi verso il ragazzo dietro di lui. E così, con il viso stravolto e i vestiti stropicciati, Chanyeol uscì da quella casa a passi leggeri, senza neanche chiudere la porta alle sue spalle.
STAI LEGGENDO
Petali di ciliegio sul fiume Han
FanfictionSehun intanto continuava a inghiottire la strada, metro dopo metro, passo dopo passo, arrivando vicino al quartiere in cui abitava uno dei suoi migliori amici, Junmyeon. In altre situazioni non avrebbe mai osato chiedergli ospitalità, soprattutto in...